L'ultimo dei sopravvissuti capitolo diciasette

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GIORNO DA SOPRAVVISSUTO E DATA:

NON NE HO LA PIÙ PALLIDA IDEA

Ormai, non sono più sicuro se sto dormendo oppure no. I miei sogni sono sempre stati vuoti e, la maggior parte delle volte, sono stati interrotti dai singhiozzi di Veronica o dal secondino che le intimava di piantarla.

Tra tutti noi, quella che è stata ferita di più per la morte di Alessandro è stata lei. Ha passato le ultime tre notti (o meglio, le ultime tre volte in cui io ho dormito, dato che dalle celle non si capisce se è giorno o notte) ad urlare il suo nome nel sonno o ad urlare di rabbia contro la guardia, che si offendeva e le urlava contro, o contro Mattia, ed in quel caso la guardia entrava nella sua cella a punirla, dal suono credo tirandole calci.

-NO! NO! ALESSANDRO, NO! NON ANDARTENE! TI PREGO-

Ok, se stavo dormendo adesso sicuramente ho smesso.

Veronica ha ripreso ad agitarsi nel sonno.

-Ehi ragazzina, datti una calmata- le intima il secondino.

-NO! ALESSANDRO! NO!-

-Ti ho detto di piantarla, cazzo!-

-MATTIA! PERCHÈ?! SEI UNO STRONZO!-

Un rumore improvviso parte dal fondo del corridoio rimbombando fino all'altro capo. La sedia su cui stava il secondino si deve essere rovesciata.

Lo vedo fermarsi nella cella accanto a quella di fronte alla mia ed aprire il lucchetto.

-Come osi?! Ti insegno io ad insultare il grande Mattia!- Gli intima la gradia tra un colpo e l'altro.

Riesco a sentire i singhiozzi di Veronica rimbombare nella sua cella.

-VIGLIACCO!- Gli urlo contro io.

Lo sento uscire con passi pesanti.

-Come scusa?-

Quelle parole uscirono dalle sue labbra insieme ad un tanfo di cipolle talmente potente da attraversare il corridoio e da investirmi facendomi quasi svenire.

-Mi hai sentito bene. Se sei un vero uomo provaci con qualcuno come me, invece di colpire una ragazza indifesa rinchiusa in una cella-

Le sue orecchie si arrossiscono dalla rabbia, ma subito si calma.

-Mattia me lo aveva detto che avresti provato a provocarmi. Ma cosa credi, che nessuno conosca la forza che sprigioni quando dai di matto? Ti ricordo che le avventure di te e Mattia sono famose in tutto il castello-

-E se ti dicessi che sono tutte fandonie? La nostra più grande avventura è stata quando abbiamo ripulito una stazione di servizio e un'orda di zombie ci ha costretto a rintanarci in un bagno chimico finchè non persero attenzione verso di noi. O forse finche non hanno perso il nostro odore, in fondo quella latrina non veniva svuotata da...- -ZITTO!-

Mi urla contro. È incredibile come sia grande il rispetto che Mattia incute su quelle persone.

-Altrimenti cosa farai? Andrai a piangere da quella merdina di Mattia?- -ZITTO!ZITTO!ZITTO! NON OSARE RIVOLGERTI A MATTIA IN QUESTO MODO!-

Sta per entrare nella cella, ma qualcosa lo colpisce in testa. È qualcosa simile ad un libro.

La guardia fissa brevemente il volume con un sguardo assassino negli occhi, ma subito si controlla e fa un respiro profondo.

-Sì hai ragione- Dice il secondino a qualcuno che si trovava in fondo al corridoio -Devo ascoltare i consigli di Mattia e non farmi accecare dalla rabbia-

La guardia si china a raccogliere il volume, che riconosco essere un vecchio e lurido libro su Sherlock Holmes, e procede verso l'uomo che aveva tirato il libro.

-Se tu sei a posto così, io me ne andrei. Ci vediamo domani- e il secondino se ne andò facendo cigolare la porta sui cardini.

Aspetto alcuni minuti, per essere sicuro che se ne fosse andato, poi mi rivolgo agli altri.

-Ma con chi stava parlando?-

A rispondermi è stato Tom, che si trovava alla fine del corridoio.

-Con l'altro secondino- -Quale altro secondino?-Chiesi io, ma poi un rumore di sedia trascinata mi rispose.

-Hei tu- gridò luna dalla cella accanto alla mia -Perchè non parli? Se state giocando a poliziotto buono e poliziotto cattivo, vi informo che non funzionerà con noi- -Luna, lascia perdere. Non può risponderti- La rimproverò Tom.

-Non...non penso che sia in grado di parlare-

Se non fosse stato vero, sicuramente il secondino avrebbe risposto, ma non accadde nulla.

-Cioè- continuò Luna -Vuoi forse dire che è muto?- -Sì, penso di sì-

Strano che Mattia ci abbia fatto sorvegliare da un muto. Forse erano a corto di personale.

-Ragazzi, secondo voi dove siamo?- Chiese Stefano. Lui si trovava vicino a Tom, ma non saprei dire con certezza in quale delle celle.

-Non lo so- Risposi io -Forse ci ritroviamo in Italia. In fondo, mica è tutto partito da lì?-

-Sì, hai ragione- Rispose Ellie. Si trovava nella cella di fronte alla mia. Riuscivo a vederla in faccia. Era spaventata, e gli occhi rossi erano talmente infossati che non mi ci volle molto a capire che non aveva chiuso occhio.

-E poi aveva parlato di un'arena- proseguì lei -Molto probabilmente si trattava del colosseo. In fondo è stato a Roma che li abbiamo incontrati per la prima volta-

Io la guardai con preoccupazione. Non aveva per niente una bella cera. Sembrava quasi che non dormisse da giorni (e per certi versi è vero).

-Sapete se ci sono castelli a Roma?- Chiesi io.

-Ce ne sono un po'. Non sono sicuro quale sia questo. Ma non sembra nessuno di quelli che ho visto-

Lasciamo cadere l'argomento e rimaniamo per qualche minuto in un silenzio interrotto solo da alcuni singhiozzi di Veronica.

Ellie interrompe il silenzio con la sua, se pur flebile, voce.

-È stato bello da parte tua difendere Veronica-

Quel commento mi riscosse all'improvviso. Ascoltando nell'aria, non sono riuscito a percepire alcun suono che dimostrasse che qualcuno avesse sentito.

-Non è stato niente- Sussurrai io in risposta.

-Invece è stato molto. Hai tenuto testa ad una guardia-

Il suo volto era pieno di ammirazzione. Disse quelle parole come se avessi tenuto testa a tutti gli zombie del pianeta.

-Te l'ho detto. Non è stato niente-

All'improvviso, dal fondo del corridoio si apre la porta, riversando all'interno una luce accecante interrotta solo da delle sagome umani.

Poi, una voce alta e decisa si elevò al di sopra di tutte le altre per dire:

-BENVENUTI ALLA MOSTRA DEI CACCIATORI DI MORTI. OGGI ABBIAMO UN ESEMPLARE RARO, IL COMPAGNO D'AVVENTURA DI MATTIA, JACK-

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