Ora, come invocheranno colui nel quale non hanno creduto? E come crederanno in colui del quale non hanno sentito parlare? E come potranno sentirne parlare, se non c'è chi lo annunci? E come annunceranno se non sono mandati?
(San Paolo - Lettera ai Romani 10, 14)
«Gesù Cristo stesso dice di noi: "Chi ascolta voi, ascolta me. Chi non ascolta voi, non ascolta me".»
Le parole del Padre riecheggiarono tra le travi del soffitto, riverberando tra i banchi di legno e le vetrate colorate.
Padre Simon fece una pausa. Gli occhi si posarono sui volti dei fedeli e lasciò che il silenzio si prolungasse, e intanto li osservava.
C'era chi guardava in basso, incapace di sostenere il suo sguardo, come se il peso delle proprie colpe fosse troppo grande. Altri fissavano le vetrate con una luce di speranza, come se aspettassero un miracolo.
Qualcuno, invece, si limitava a fissare il vuoto, gli occhi spenti, come chi non sa più cosa aspettarsi dalla vita. Ma ogni sguardo, in qualche modo, pareva cercare la stessa cosa: una risposta, una parola.
Pochi dei presenti lo fissavano come chi attende un bicchiere d'acqua nel deserto. Erano gli occhi assorti di chi, bramando speranza, vedeva in lui qualcuno che potesse riscattarli dal buio che portavano dentro.
La croce di legno d'ulivo alle sue spalle, imponente, sembrava osservare i presenti insieme a lui. La cappella semplice, era avvolta da un calore intrinseco che sembrava provenire dal legno che la componeva. Le pareti, lisce, bianche e spoglie, riflettevano la luce soffusa dei vetri colorati: piccoli riquadri dalle tinte ocra, rosse, verde oliva e azzurro pallido che proiettavano ombre leggere sul pavimento.
Il soffitto a travi di legno massiccio incombeva come un tetto protettivo e i banchi, anch'essi di legno, emanavano un odore di resina e cera consumata, graffiati dal tempo e dalle preghiere.
Al centro, la breve navata conduceva verso il pulpito rialzato, raggiungibile con un paio di gradini in marmo. Il legno scuro del podio risaltava contro la parete chiara, ma l'elemento che catturava ogni sguardo era la croce alle sue spalle: una croce di ulivo, nodosa e imperfetta, scolpita da mani artigiane che avevano lasciato intatta la natura del legno. Le venature tortuose parevano raccontare una sofferenza antica, una promessa di vita che continua, resistente e viva come l'albero da cui proveniva.
Nessuna statua vigilava sui fedeli. Nessun ornamento distraeva lo sguardo. La cappella era uno spazio in cui le anime si trovavano spoglie quanto le pareti stesse. Eppure, era sufficiente la voce di Padre Simon a riempire ogni vuoto.
Sospirò e, con una nota di commozione nella voce, riprese: «Vedete, figli, se crediamo nel Suo Nome, allora siamo come Lui» strinse le mani al leggio di legno scuro. «Abbiamo la Sua stessa missione».
Prese un profondo respiro. «Non è solo un privilegio, è la nostra Croce. Ma...» la frase gli morì sulle labbra e, prima di continuare, posò gli occhi sulla donna in prima fila, «Una croce che porta alla vita e alla resurrezione» nei quali scorse un luccichio di commozione. Quegli occhi grigi, circondati da solchi di vita, sapevano, conoscevano il suo passato. Quell'anziana donna aveva visto crescere quell'uomo di ormai quarantuno anni; Padre Simon non era più il ventenne prestante che aveva sostenuto, seguito e ammirato il predecessore, Padre Peter.
Simon era l'unico rimasto a portare avanti ciò che quel ministro di Dio aveva iniziato. E Simon, ogni giorno, da quel giorno, avvertiva il peso di quell'amore che lo avrebbe portato ben presto allo stesso destino di Gesù Cristo.
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IL NOME DI GESÙ CRISTO - (in fase di riscrittura)
ParanormalFiladelfia è un borgo tranquillo. La cittadina appare come un luogo pacifico, dove la vita scorre lenta e la gente comune si accontenta di routine semplici, ignorando gli inquietanti avvenimenti che si susseguono da tempo. Padre Simon da tempo ha u...