22° E Invece Tu Sei Mia

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Regalo di Natale in anticipo.

Sono sul mio divano di casa, a guardare un programma sportivo e sorseggiare birra, il mio pranzo è stato un pacco di patatine, non avevo molta voglia di cucinare. Giulia oggi pranzava con dei parenti, perciò non avrei avuto sue notizie fino a sera. Le riunioni familiari da lei duravano quanto un matrimonio.

Prendo il mio telefono e girovago un po' su Instagram, scorro sulla home e mi blocco ad una foto abbastanza provocante, è Carmen, veste l'abito che aveva ieri sera, è seduta su una poltrona e ha le gambe aperte, coprendo appena gli slip con la stoffa rossa del vestito. Ma che cazzo di foto pubblica?

Non c'è bisogno di dire che una moltitudine di ragazzi le hanno commentato la foto, e le parole sono tutto fuorché da gentiluomini. Che rabbia cazzo! Odio vederla in bella mostra sui social, non mi piace che tutti possano guardarla e fare pensieri strani.

Vado sui direct e le scrivo un messaggio, intimandole di togliere quella cazzo di foto così volgare. Lei visualizza e in risposta ricevo una sua risata, ora sono davvero incazzata. Le riscrivo dicendole di toglierla subito perché non è da lei e lei semplicemente risponde -non sono di tua proprietà-  ah no eh?

In un lampo metto le scarpe da ginnastica, prendo il cappotto e le chiavi e mi lancio in auto, verso casa di Carmen, sono stanca di questo suo comportamento del cazzo, prima vuole essere mia amica e poi mi seduce nei bagni di una discoteca, e ora fa la puttana su un social network, ma dico, che cazzo le dice la testa?

Grazie al cielo l'ascensore funziona di nuovo, seleziono il 5° piano e appena mi ritrovo davanti al suo portone smaltato, prendo un respiro e busso con forza un paio di volte. Sento i suoi passi pesanti sul parquet, evidentemente è scalza, apre il portone mentre vedo che si sta pulendo l'angolo della bocca con l'indice, credo sgranocchiasse dei crackers.

"Che- che ci fai qui?" dice quasi impaurita, spalanca gli occhi e stringe la mano sulla sua felpa oversize che indossa "sono qui per impedirti di comportarti come una stupida ragazzina! Togli quella foto Carmen!" avanzo verso di lei, ma lei non indietreggia, incrocia le braccia al petto e mette su un'espressione arrabbiata "io faccio che cazzo voglio! Non sono tua!" ribatte affossando un dito nel mio petto.

Sospiro e chiudo gli occhi "togli quella stramaledetta foto Carmen!" sta volta urlo, tanto che lei sussulta e chiude il dito nella mano che porta dietro la schiena, una signora che abitava di fronte a lei si affaccia, ha il grembiule e dei guanti gialli, penso stia lavando i piatti del pranzo "tutto bene ragazze?" dice guardandoci un po' spaventata "tutto bene signora Agata, può tornare dentro" dice Carmen sorridendo. La signora annuisce e chiude la porta, non prima di avermi lanciato uno sguardo quasi minaccioso.

"Non azzardarti più ad alzare la voce con me idiota!" mi spintona e cerca di chiudere il portone, io però repentinamente metto un piede sullo stipite, bloccando la chiusura "ti ho detto di andare affanculo Lauren!" vorrebbe urlare ma si contiene, io adesso ho poggiato entrambe le mani sulla porta, e tento di aprirla del tutto "non sono una tua fottuta proprietà!" sta volta gli scappa l'urlo.

Spingo definitivamente la porta spalancandola e mi ritrova a pochi centimetri da lei, mentre la vedo respirare affannosamente "e invece tu sei mia!" è l'unica informazione che il mio cervello riesce a passare in quel momento. La prendo dai fianchi stringendola a me e scontrando le nostre labbra. In un primo momento si blocca mettendo le mani sulle mie spalle per allontanarmi, ma appena apro gli occhi e la guardo con ancora le labbra incastrate alle sue, lei li chiude e si lascia trasportare da un bacio passionale.

Le nostre lingue lottano e io la prendo in braccio ed inizio ad indietreggiare, chiudo la porta con il piede e aiutandomi con la mano sinistra, che scorro sul muro del corridoio, mi do un orientamento e appena sento una porta, mi spingo dentro sperando sia il letto, lei sorride, penso di averci azzeccato!

Cadiamo sul materasso entrambe, il mio corpo è incastrato nelle sue gambe e le labbra non sembrano voler smettere di scontrarsi, la sua mano scende verso mio sedere, che strizza in maniera violenta, gemo al tocco e mi stacco un attimo per guardarla, è accaldata, ha le gote arrossate, i capelli scompigliati e le labbra gonfie, è così sexy "a che pensi?" mi sussurra tra l'affanno, poi mi accarezza le labbra e io sorrido

"voglio fare l'amore con te" non so neanche dove abbia trovato il coraggio di dirglielo, in quel momento avevo scordato tutto, Riki, Giulia, il litigio, la foto. Tutto. Il mio tutto era lei. In quel momento e sempre. "Anch'io" disse per poi fondersi sulle mie labbra.

Mi misi seduta sul letto e lei automaticamente si mise a cavalcioni su di me, le sue mani mi accarezzavano il collo rilassandomi, le mie massaggiavano la sua schiena sotto la maglia, con mia sorpresa non aveva il reggiseno, gliela sfilai non staccando gli occhi dai suoi, appena il suo seno prosperoso si presentò davanti a me mi presi un attimo per respirare, pensavo di essermene dimenticata. Lei se ne era accorda e si lasciò scappare una flebile risata appoggiando la fronte sulla mia spalla destra, io le accerezzai le cosce e le baciai il naso appena vicino alle mie labbra.

Rialzò la tersa, facendosi ammirare, baciai il seno destro, spostandomi sul sinistro e poi in mezzo, inarcò la schiena e io presi a succhiare la pelle delicata del suo collo "oh si" sussurrava, non so neanche se capisse cosa stava dicendo. Sbottonai i suoi jeans e lei riportò gli occhi nei miei, sorrise e si alzò piano, aveva uno sguardo tremendamente malizioso, scese piano i jeans fino alle caviglie, prima un piede e poi un altro e se ne liberò.

Si avvicinò alle mie ginocchia, mise le mani sulle mie spalle, ora era libera di muoversi più semplicemente. Le mie mani le accarezzavano le natiche, presa dal momento diedi una piccola sculacciata facendola ridere, volevo smaltire la tensione, si sedette nuovamente sulle mie gambe "fallo" mi sussurrò nell'orecchio, morendo poi il lobo, un gemito abbandonò la mia bocca, spostai la mano destra sul suo monte di venere ancora coperto, accostai il tessuto passando l'indice nelle sue pieghe bagnate, lei si strinse a me, portando la mia testa sul suo seno che presi a succhiare, un capezzolo e poi l'altro.

Con l'altra mano formavo dei piccoli cerchi sul clitoride e sentì le sue unghie nella mia felpa stringersi, aveva la bocca aperta e gli occhi chiusi. Premetti la punta dell'indice sull'entrata e la sentì irrigidirsi "piccola devi rilassarti altrimenti ti farà male" le dissi alzando il viso, lei abbassò il suo e sorrise, aveva paura. Mentre la guardavo inserì il dito "aah!" mi strinse ancora di più le unghie nella felpa, anch'io avevo il respinto affannato, iniziai a far salire e scendere il dito, man mano la sentivo più lubrificata e aggiunsi anche il medio "s-si ti prego non - non fermarti" aveva preso ritmo su di me e si muoveva sulle mie dita, stava per venire, spostai la mano che agiva sul clitoride portandola sulla schiena pronta a reggerla appena fosse venuta.

Bellissima. Era bellissima, perfetta. Si accasciò sulla mia spalla, era sudata e sentivo la mano e il jeans molto umido e appiccicoso. La misi al mio fianco distesa, e io mi aggiunsi successivamente prendendola da dietro e baciandole la nuca e la schiena. Era stremata, sorrisi e le baciai la guancia, lei alzò il viso sepolto nei cuscini e mi sorrise "è stato così...così bello" disse poi coprendo il volto con le mani, risi alla sua espressione così buffa "sono felice ti sia piaciuto. Ora dormi. Io sono qui" un ultimo bacio e mi accoccolai a lei. Ero nel posto giusto.

La Ragazza Della Palestra [COMPLETA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora