“No Fra, può continuare a bussare quanto vuole! Io non lo faccio entrare” sono risoluta questa volta,non ho alcuna intenzione di aspettare ancora una volta i suoi cambi di luna. Può volte gli ho detto che a 30 anni passati non posso aspettare che gli giri la scimmia e invece lui ha continuato a fare di testa sua, fregandosene della nostra storia.
“Ma ha la febbre a 40 Emma” ci prova a farmi ragionare la mia amica, ma non me ne frega niente. Ha tanti amici a Milano, forse c’è anche la ex fidanzata, sono sicura che lo ospiterà molto volentieri, io a casa mia non ce lo voglio. Perché se lo facessi entrare in casa, automaticamente i suoi occhi mi fregherebbero. E se da un lato muoio dalla voglia di rotolarmi tra le lenzuola di camera mia con lui, dall’altra so che questa storia vissuta cosi non ci porterà da nessuna parte.
“Senti tu fai come vuoi, io lo faccio entrare che mi sento in colpa” Quando sento queste parole della mia amica, deglutisco piena di paura.
“Tu rimani qua però Fra” le impongo afferrandola per il polso. Andiamo su, lo sai anche tu che se mi lasci sola con lui succede l’irreparabile.
“Hai paura di finirci a letto? Guarda che se vuole ti porta a letto anche se ci sto io”. Lei scherza, ma è proprio quello che non voglio e che allo stesso tempo voglio con tutta me stessa.
“Ma tu mi starai attaccata, lo manderemo a dormire nell’altra camera e tu dormirai con me per sicurezza” Ecco questa è la soluzione giusta, ripeto tra me e me. E in realtà fremo dalla voglia che Fra apra quella stramaledetta porta che lo sta tenendo lontano da me. Il mio cucciolo ha 40 di febbre e io sono preoccupata per lui, voglio essere certa che stia bene. Lo so che sto dicendo tutto e il contrario di tutto, ma io ho bisogno di sapere che sta bene, anche se forse non farà più parte della mia vita.
“Emma! Mattia ha 40 di febbre, è già appiccicoso normalmente, figurati adesso che sta male... come minimo vorrà dormire abbracciato a te e tu cederai perché non puoi stare lontana da lui anche se fai la dura!” Lo dico io che la devo licenziare questa qua! E’ diventata la donna della verità tutta d’un tratto.
“Ma da che parte stai te?! Apri a quel soggettone va !” sbotto sedendomi sul divano.
Ingoio a fatica mentre sento lo scricchiolio della porta che si apre e uno starnuto che mi fa sorride sotto i baffi. FAI LA SERIA EMMA ripeto tra me e me.
E quando i passi si fanno più vicini sento il mio cuore battere come impazzito.
Sono settimane che non lo vedo e lui mi fa sempre il solito effetto.
“ehi ...!” mi sussurra imbarazzato arrivando alle mie spalle. Mi alzo dal divano e mi volto lentamente, respirando rumorosamente per prendere il fiato necessario che mi serve ad affrontare i suoi occhi.
Ed è li davanti a me, occhi lucidi per l’influenza, naso rosso e malgrado tutto sorride e porta avanti la mano per raggiungere il mio corpo.
Mi allontano di scatto, temendo che il suo tocco possa farmi cadere le certezze che ho faticosamente messo insieme in questi giorni, ho deciso che non ci sarei più caduta nella sua trama, che i suoi occhi non mi avrebbero fregata più, che le sue parole non devono valere nulla se non sono accompagnate dai fatti.
“Ora ti predo il termometro!” sbotto mentre cerco una via di fuga che impedisca ai miei occhi di trovare ancora i suoi.
Ma i suoi riflessi, nonostante la febbre, sono più veloci dei miei. Mi afferra un braccio e mi costringe a scontrarmi con il suo corpo.
“Se tu non mi vuoi, io come faccio?!”. Mi stringe tra le sue braccia, e io sento il mio cuore frantumarsi in mille pezzi, come faccio ad allontanarlo dalla mia vita se è l’unica cosa che voglio? Come faccio a stare senza di lui? Come glielo spiego al mio cuore che non potrà mai più battere a questa velocità?!
Le sue labbra si posano sul mio collo e oltre la sua spalla riescono a scorgere Francesca in lacrime.
Lei lo sa cosa provo e sta versando quelle lacrime che io non riesco a versare per la troppa rabbia che ho addosso.
Porto le mani sulle sue spalle e faccio una leggera pressione per allontanarmi da lui, i suoi occhi guardano i miei alla ricerca di una risposta e io abbasso lo sguardo scottata, perché basterebbe davvero poco per leggerci dentro la voglia che ho di dimenticare tutto e correre tra le sue braccia.
“Ti prendo il termometro e te ne vai a letto, la stanza degli ospiti è già pronta” concludo mentre Francesca si congeda e io la incenerisco con lo sguardo.
Fantastico! Sono sola con l’uomo che amo, lo sto costringendo a dormire in un letto che non sia il mio, possibilmente ha la febbre alta e io non riuscirò a chiudere occhio sapendo che è ad un passo da me.
“Ma io voglio dormire con te” protesta mentre entrambi ci dirigiamo nella camera degli ospiti. Gli passo il termometro e quando si stende gli sistemo le coperte addosso.
“Allora ti importa di me” blatera lui mentre io sorrido sotto i baffi e aspetto che il termometro suoni.
“Dai Emmì, ho la febbre... rimani con me! Solo stanotte” prova a convincermi afferrando il suo mignolo con il mio. Tolgo il termometro da sotto la sua ascella, con le dita che tremano a contatto con la sua pelle calda.
“40!” Sospiro
“Nun me puoi abbandonà così, m’hai lasciato al freddo per 30 minuti! Se me so beccato er febbrone è pure colpa tua!” dice capriccioso mentre io alzo gli occhi al cielo e mi dirigo verso la porta.
“Buonanotte Briga!”
“Se me trovi morto domattina è colpa tua!” blatera mentre io percorro il corridoio che mi porta in camera mia con il sorriso sulle labbra.
Mi stendo a letto, mi raggomitolo sotto le coperte dando le spalle alla porta e scoppio a ridere. Rido come non ridevo da giorni, perché averlo sotto il mio stesso tetto mi rende serena. Vorrei alzarmi, andare da lui, infilarmi sotto le sue lenzuola e smetterla con questa guerra inutile che ci fa stare lontani.
Con questi pensieri mi isolo dalla realtà fino a quando non sento un rumore. Il materasso si abbassa e un inquilino con i piedi freddi si infila tra le mie lenzuola e raffredda le mie gambe.
“Che ci fai qua?!” domando con un tono che fintamente arrabbiato.
“Se sta alzà la temperatura, c’ho freddo e cercavo na coperta!” si certo Briga, e io so nata ieri.
“E la cerchi tra le mie lenzuola la coperta?!” cielo! Se sento ancora il suo fiato sul mio collo, mi giro e l’unica cosa che si alzerà non sarà certo la sua temperatura.
Strofina le mani sui miei fianchi e mi tira addosso a lui. Mi trovo stesa sul suo corpo caldo e i miei occhi sono ad un passo dai suoi.
“Vedi che la coperta stava qua?! Mazza che caldo”
“coglione!” sbotto scoppiando a ridere e le sue braccia che si avvolgono attorno al mio corpo fanno il resto.
Rimaniamo in silenzio finalmente, i suoi occhi cercano delle risposte nei miei che questa volta si chiudono per lasciare agli altri sensi campo libero. Sfioro il suo naso con il mio, sento le sue labbra schiudersi alla ricerca delle mie, ma giro di poco la testa facendo in modo che becchino solo l’angolo delle mie labbra. Annusa il mio profumo con il suo naso che accarezza la mia guancia, scende lungo il mio collo e io perdo la ragione.
“Se tu non mi vuoi, io come faccio?!” sussurra ancora una volta al mio orecchio. E smetto di capire tutto. Apro gli occhi e con le mani afferro il suo volto lasciando finalmente che le sue labbra incontrino le mie.
“Lo sai che ti voglio” sussurro labbra contro labbra, mentre le sue si aprono in un sorriso sincero.
“Ah mi vuoi?!” Stronzo, non puoi farmi queste domande adesso. Ti risponderei di si pure ad una proposta di matrimonio in questo momento.
“Shhhhh...stai solo sognando per la febbre alta” sussurro prendendolo in giro mentre le sue mani palpano il mio sedere.
“Sto a sognà un par di palle, sei proprio te!”.
“Devi riposare, hai la febbre alta!” e nel frattempo stuzzico il suo collo con una scia di baci, perché non ho alcuna intenzione di farti riposare amore mio.
“Mo me prendo la mia medicina . . . “ sussurra lui sorridendo sornione.
E io capisco troppo tardi cosa abbia intenzione di dire. Sono già finita stesa sotto di lui e la sua testa è già tra le mie gambe.
“Matti ti prego ...” riesco a dire prima che la mia bocca venga zittita da un suo dito.
Mi guarda con il suo solito cipiglio e quello stesso dito scendendo lungo l’incavo dei mie seni, sulla mia pancia e ancora più giu, inizia ad accarezzare la mia intimità da sopra gli slip, facendomi immediatamente chiudere gli occhi. Il mio cuore inizia a battere all’impazzata e provo a serrare le gambe senza alcun successo.
“Shhhh... non ho mica fatto così “ sussurra annusando la mia intimità, poi con un dito si inoltra sotto il tessuto e mi accarezza piano. Troppo piano per i miei gusti.
“Matti...”riesco a dire prima che il suo dito entri dentro di me facendomi urlare e inarcare la schiena. Incontro i suoi occhi, il suo sguardo sfida il mio e poi la sua testa sprofonda ancora tra le mie gambe e io finisco per chiudere gli occhi. La sua lingua esplora la parte più intima di me, sa cosa fare per farmi impazzire e io posso solo accompagnare i suoi movimenti con le mani tra i suoi capelli. Le mie gambe si muovono piene di vita propria, le dita dei piedi si inarcano in preda all’eccitazione e io afferro le lenzuola tra le mani sopraggiunta da un piacere che non provavo da tempo. Pienamente soddisfatto dal vedermi così persa di lui continua a coccolare il mio corpo, lasciando piccoli baci nell’interno delle mie cosce, mentre la mia intimità è ancora in balia di quel piacere che mi ha provocato.
“Ammazza che sciroppo” esclama ridendo lo stronzo mentre io gli lancio contro il cuscino e scoppio a ridere sfinita da lui.
“Sei un coglione Mattia Briga!” esclamo anche se non sono mai stata cosi serena se non con lui. E pensare che lo volevo fuori dalla mia vita.
Si sistema al mio fianco e mi tiene stretta tra le sue braccia, appoggio la guancia nell’incavo del suo collo e respiro il suo profumo a pieni polmoni.
“Sai che non abbiamo risolto niente vero?!” sussurro al suo orecchio lasciandogli un bacio sul collo.
“Troveremo una soluzione, te lo prometto” risponde lui. E non posso fare a meno di pensare che le sue sono promesse da marinaio che finiscono sempre per naufragare.
Ma sono talmente felice in questo momento che non mi importa dei miei principi calpestati ancora una volta. Appoggio le mie labbra sulla sua fronte per verificare il grado della sua febbre e lo informo che è meno caldo di quando è arrivato.
“Amò lo sciroppo tuo è miracoloso” mi prende in giro lui mentre io lo minaccio ancora una volta “prima o poi te chiudo la riserva”.
Ma alla fine rido e mi addormento tra le sue braccia, perché le endorfine che il mio corpo ha rilasciato hanno messo a tacere il mio cervello.
Quando mi sveglio è già ora di pranzo, lui dorme beato con la testa dentro la scollatura del mio pigiama. La sua fronte è ancora calda e io ho solo voglia di prendermi cura di lui, anche se forse non lo merita.
Mi alzo dal letto e trovo Fra in cucina che mi guarda e ridacchia.
“Sta zitta” le dico alzando la mano mentre lei scuote la testa e mi indica gli ingredienti pronti per preparare un brodo per lui.
Quando entra in cucina abbraccia Francesca e la ringrazia, poi viene da me e mi bacia.
“che stai fa?!”
“Il brodo per te ...vedrai che entro stasera starai meglio”
“va bene Dottoressa Marrone”.
Ride con Francesca alle mie spalle, li ignoro mentre cucino e mi isolo in un mondo tutto mio e si fa largo in me la consapevolezza che l’amore rende folli.