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Amare per Yoongi non era mai stato difficile; aveva da sempre questa passione per le persone che anche se all'apparenza sembrava non volesse mai intrattenersi con qualcuno, infondo amava osservare e cogliere i particolari di tutte le persone che lo circondavano. Un'altra cosa che amava era invaghirsi di tutti i loro gesti esclusivi, speciali, in particolare di quelli di Jimin.

Non era mai stato difficile amare per lui, finché non aveva provato a dimenticare tutte le cose imparate sul ragazzo, finché non aveva provato a strapparsi il cuore dal petto pur di smettere di amare.

Non era mai stato difficile amare, ma continuare ad amare sì.

«Suga, mi puoi prestare la tua felpa?»

«Hyung, mi regali il tuo pranzo?»

«Amico, posso avere la tua coperta?»

E Yoongi lo accontentava sempre, gli dava tutto quello che poteva senza nemmeno saperne il motivo. Forse era quel sorriso gentile che gli rivolgeva ogni volta che lo assecondava, o forse il modo in cui si chinava leggermente, o il modo in cui lo sfiorava, quasi come se ci tenesse davvero a loro.

Ma Jimin non ci teneva. Non ci aveva mai tenuto, ne aveva solamente approfittato ogni volta e Yoongi, imperterrito, nonostante tutto, continuava a fare quello che il biondo voleva. E glielo avevano detto tutti, che doveva smetterla di farsi usare così, e lui ripeteva sempre che ci stava provando e che ci stava riuscendo, ma non si era mai mosso nemmeno di un passo.

Yoongi era la persona più buona del mondo, non diceva di no a nessuno, ma con Jimin era sempre stato tutto diverso.

Si erano incontrati per caso alla festa di Taehyung, lo aveva osservato tutta la sera, era entrato nella stanza con addosso una maglia completamente ricoperta di glitter ed un sorriso smagliante. Sembrava quasi timido quel giorno, con le mani nascoste nella maglia e le guance rosate: Yoongi ci aveva quasi creduto che potesse essere innocente, ma era solo uno stronzo. Uno stronzo perfetto a detta del moro che trovava perfetto l'equilibrio tra il suo viso ingannevole e le azioni che compieva, gesti falsi nascosti dietro ad un'apparente gentilezza che in realtà non gli apparteneva. Jimin non era gentile, era solo egoista.

Yoongi era un casino e questo al biondo faceva solo comodo, non aveva mai provato a metterlo in ordine, aveva solo contribuito a rendere il tutto ancora più disordinato.

«Jimin, oggi hai da fare? Pensavo di andare a pranzo fuori, che ne pensi?» chiese Yoongi spegnendo il televisore e avvicinandosi al più giovane. «Guarda Hyung, oggi ho da fare con Jungkook, se vuoi domani» gli rispose sorridendo ampiamente. 

"Quindi questo è il periodo in cui le cose fra di loro vanno bene ed io non servo..." pensò e si allontanò dalla figura del biondo, tornando a sedersi sul divano, cercando di non mostrare la sua delusione nei confronti del ragazzo, ma oramai era troppo difficile, non ce la faceva più a sostenere una situazione all'interno della quale o era il terzo incomodo, o era la ruota di scorta. Yoongi voleva solo essere amato, Jimin non ha mai pensato di poterlo amare nemmeno un secondo. 

Jimin viveva di castelli di sabbia, fragili e bagnati che potevano rompersi da un momento all'altro. Il suo amore con Jungkook non era mai stato sano, non era mai stato vero, eppure il biondo era così sciocco che ci si impuntava sempre, tornava sempre dall'unica persona che lo trattava come un oggetto; il suo ragazzo era ossessionato da lui, geloso, possessivo... e a Jimin andava bene così, a lui piaceva così, ma non lo amava. 

Per Jimin, al contrario di Yoongi, era difficile amare e probabilmente non sapeva nemmeno cosa ciò volesse dire. Aveva una strana paura di rimanere da solo che al primo sgarro del suo fidanzato, Jimin, furbo, correva da Yoongi sapendo che questo gli avrebbe dato tutto ciò di cui aveva bisogno. Sapeva di non essere corretto nei suoi confronti, ma non gli importava, tutto ciò di cui aveva bisogno per stare bene era che qualcuno lo ponesse come il centro del suo mondo, ed ovviamente il moro lo faceva, lo aveva sempre fatto. 

sides; pjm+mygDove le storie prendono vita. Scoprilo ora