Un brindisi,
poi ancora un altro.
“Dai brindiamo all’anno vecchio che se ne va”
“Un anno che è stato proprio una merda”
Cin cin.
E un altro brindisi ancora mentre nella stanza la musica risuona forte e copre lo scontrarsi dei bicchieri.
C’è sempre un’occasione per brindare e svuotare il contenuto del bicchiere prontamente riempito.
C’è sempre una scusa per scontrarsi occhi negli occhi anche se vi tenete distanti costringendovi ai due lati opposti della stanza.
Poi l’alcool buttato giù fa il resto.
Un bicchiere che si alza nella sua direzione.
Lui che si avvicina,
tu che gli sorridi civettuola come se la colpa di quell’anno di merda non fosse sua.
“Hai brindato con tutti, lo fai un brindisi con me?” te lo chiede avvicinandosi un po' troppo al tuo orecchio.
Fai finta di nulla, “Sarà perché la musica è forte, altrimenti non lo sentirei” lo giustifichi.
“Brindiamo ai vecchi amori e alle sane scopate… CIN” proponi
E lui ride, forse perché quando sei ubriaca non tieni a freno la lingua.
“Cin” il suo bicchiere tintinna contro il tuo
Ti guarda negli occhi e tu guardi i suoi.
Sarà l’alcool che circola nel vostro corpo,
sarà l’euforia dei brindisi,
sarà la magia del nuovo anno che sta per arrivare
o sarà semplicemente la vostra chimica dirompente mai assopita.
“Ti va?” ti sussurra prendendoti la mano
Annuisci e ti trascina via,
nessuno se ne accorgerà.Ti porta a casa sua, la porta che si apre con voi avvinghiati, incuranti del suo cane che prova a infilarsi nel groviglio dei vostri piedi diretti nella sua camera da letto.
“Buon anno amore”
“Non sono più il tuo amore”
“Sta zitta, cretina”Vestiti per terra,
Coperte pesanti,
Riscaldamenti accesi,
Qualcuno per strada urla perché è ufficialmente entrato il nuovo anno.
I primi secondi dell’anno passati ad amarsi,
un po' folli,
un po' ubriachi,
un po' incoscienti.
“Ti amo” glielo confessi mentre ridi e ti muovi su di lui.
Ti afferra il polso per rimetterti giu e dettare il ritmo.Primi secondi dell’anno che diventano l’alba.
Stesa sulla pancia, completamente nuda al suo fianco.
La testa ti fa male per il troppo vino e vorresti vomitare.
Un leggero fastidio sulla schiena disturba il tuo sonno.
Sono le sue labbra che passano lente lungo la tua spina dorsale, ti baciano le scapole, ti viziano il collo con baci lenti.
“Mmmm” mugugni contrariata
“Buongiorno” è il suo sussurro fin troppo dolce per uno come lui.
I brividi provati per quel contatto vengono spazzati via quando il freddo della nudità inizia a farsi sentire.
Afferri il lenzuolo e te lo tiri addosso, ricadi con la testa sul cuscino e ti massaggi le tempie a occhi chiusi.
Riesci a percepire il suo sguardo divertito su di te, forse regge meglio l’alcool o forse ha bevuto meno di te.
“Che è successo? Perchè sono senza vestiti?” chiedi fingendo di non ricordare.
Eppure hai tutto vivo in mente come fosse un film, ricordi tutto…anche il “Ti amo” che ti è scappato qualche ora prima.
“Perché li hai regalati ai poverelli…” ti sfotte lui che se ne sta completamente nudo sul letto.
“E tu perché sei nudo? Anzi… rivestiti!” gli lanci il cuscino sperando di coprire le sue nudità.
Capisce che qualcosa non va.
Cosa si aspettava?
Di svegliarti e rifare l’amore?
“Che c’hai Emma?” ti accarezza i capelli
“Eravamo ubriachi… è successo per questo!” il suo sguardo si spegne
“E’ stato bello ma…..non complichiamo le cose” aggiungi
“M’hai detto Ti amo!”
“Ero ubriaca, te l’ho detto, neanche me lo ricordo” hai gli occhi bassi, lui ha lo sguardo ferito, a tratti incazzato.
Vorrebbe proteggersi da te.
E tu vorresti non aver ceduto a questa enorme cazzata che desideravi con tutta te stessa.
“Ma da ubriachi se dice la verità” rilancia
“Non mi ricordo di averlo detto… non ha alcun valore se non lo ricordo”
“Te rinfresco la memoria. Stavo steso cosi, tu stavi sopra de me e me guardavi, ridevi e posso giurare che eri felice… m’hai fatto una carezza e m’hai detto Ti amo”
“deve essere stato bello, mi dispiace non ricordarlo”
“Sei una busgiarda! Non ci credo che non lo ricordi….”
“Puoi sempre dirmelo adesso”
“Che?”
“Che mi ami.. cosi te lo ricordi”
“E’ tardi, devo tornare a casa… Francesca mi starà aspettando”
“Sono le sei di mattina, Francesca dorme, i taxi sono in sciopero e tu devi ridirmi Ti amo”
“Che cambia?”
“Cambia che voglio sentirlo”
“Per favore Mattia!”
“Dimmelo!”
“No”Uno sguardo capriccioso,
a tratti imbronciato.
Entrambi troppo nudi,
con lo stomaco ancora in subbuglio per la notte trascorsa.“Dimmelo” ti chiede di nuovo
“No” ripeti ancoraSi stende su di te
“Dimmi che mi ami”
“Che mi ami”
“Fai poco la stronza… dimmi che mi ami o non ti lascio andare”Non rispondi.
Lo sfidi con lo sguardo.
Lui sfida te.“Dimmelo” sussurra al tuo orecchio prima di morderti il collo
“Ahia mi fai male”
“Dimmi che mi ami!”“Dimmelo tu”
“E chi ti dice che ti amo?” rilancia
“Se non mi ami perché vuoi sapere se ti amo”
“Io lo so che mi ami, non ho bisogno di saperlo, ho bisogno di sentirlo!”
“Perché?”
“Perché ti amo!”