23° Ti Amo

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"Certo che sei una stronza eh! Almeno il nome potresti dirmelo!" sbuffò per l'ennesima volta quella sera Riki, mentre era beatamente sdraiato sul mio letto a sgranocchiare patatine e guardare la partita in streaming sul portatile "cioè addirittura saltare la serata 'partita e birra' con noi!" esclamò riferendosi ad Andreas e Elena che, come noi due erano appassionati di calcio, e ogni qualvolta giocava la nostra squadra del cuore, ci riunivano la sera da me a guardarla.

"Cazzo Riki ti avevo avvisata che oggi avevo da fare! Potevi startene a casa di Elena e vederla insieme agli altri invece di venire comunque qua a rompermi il cazzo!" dissi cercando di mantenermi in bilico su una gamba mentre mi infilavo gli skinny neri "ma io sono venuto per estrorcerti  informazioni" usò un ghigno tipo perfido dei cartoni animati, tant'è che non resistetti e scoppiai dal ridere "sei davvero un coglione lo sai?" e mi fiondai su di lui versando il pacco di patatine sul letto e il pc si chiuse in una botta rimbalzando verso i piedi del materasso.

"Ok ora fuori perché si è fatto tardi e devo uscire!" urlai indicando con l'indice la porta d'ingresso, lui fece labbruccio e dopo essersi alzato e con le mani liberato da delle piccole briciole di patatine impigliate nel maglione, avanzò verso la porta, e non uscì prima di farmi la linguaccia. Afferrai cappotto e cellulare  -arrivo- invia il messaggio a Carmen e chiusi il portone a chiave.

"Quindi dove mi porti?" disse la bruna mentre era aggrappata al mio braccio che teneva saldamente il volante "è una sorpresa" le risposi alzando le sopracciglia ritmicamente e lei rise di gusto alla mia espressione idiota. "Se ricordo bene i tuoi gusti adori la pizza giusto?" lei guizzò dritta sul sedile e si voltò verso di me con un espressione da bimba a Natale "lo sai che sono pazza di te vero?" disse mentre mi riempiva di baci la guancia e il collo, e io non riuscivo a smettere di ridere.

"Prego madame" dissi aprendole la porta della pizzeria e facendola passare avanti, lei si morse il labbro stringendo con le mani l'asola della borsetta. Oddio quella gonnellina così striminzita insieme a quelle calze a pois nere mi stavano letteralmente mandando in tilt cazzo. Respira e pensa ad altro.

"Ho scelto bene quindi?" lei ormai aveva quasi finito la sua diavola e, nonostante il suo essere logorroica non aveva fiatato per tutta la cena, tranne quando mi stava supplicando di farle assaggiare un pezzo della mia salsiccia e patate, cosa che ovviamente riuscì al suo intento. "Partiamo dal presupposto che se mi porti a mangiare fai già la scelta giusta" fece una pausa per ridacchiare e pulire gli angoli della bocca con il tovagliolo di stoffa blu scuro "assolutamente si! Era tutto buonissimo e tu sei bellissima" ok ora si che non potevo pensare più a nient'altro.

"Andiamo a casa?" le dissi con un'occhiata maliziosa. La volevo, dopo la scorsa sera non riuscivo a pensare a nient'altro che a lei addosso a me. Era fottutamente attraente e la desideravo con tutta me stessa. "Si" rispose stringendo le mie dita nella sua mano. Chiamai la cameriera che ci portò subito il conto e in un batter d'occhio eravamo nella mia auto e lei si stava strusciando su di me

"cazzo" ansimai sul suo collo "do-dovremmo andare a casa Carm" cercai di persuaderla a fermarsi perché non ero in condizioni di continuare a trattenermi ancora per molto "voglio farlo qui" mi sussurrò nell'orecchio per poi mordermi il lobo in maniera abbastanza forte, tanto che non trattenni un piccolo urlo "ok" solo questo riuscì a dire prima di convincerla a sposarsi sui sedili posteriori.

Era una tarda serata invernale, non c'era molta gente in giro, e inoltre la nebbia calata era un ottimo sipario per il nostro incontro in auto. Mi stesi su di lei tenendomi con in gomiti in modo da non pesarle in modo spropositato, avevo lasciato una scia di baci su tutto il collo e ora mi concentravo sui suoi capezzoli "oddio" era questo che ormai usciva dalla bocca di Carmen da quando succhiavo avidamente i suoi bottoncini

alzai la sua gonna e inginocchiandomi mi apprestai a far scivolare sulle gambe le calze, volevo un contatto pelle contro pelle, nel mentre lei alzò il busto e iniziò a sbottonare la mia cintura e abbassare i jeans, ok ora davvero non resisto più, tolsi i miei pantaloni e i miei slip, i suoi li feci scivolare via insieme ai collant.

Accarezzava la mia schiena scoperta, dopo aver alzato leggermente il mio maglione, mentre io palpeggiavo con una mano il suo seno e con l'altra il suo clitoride ormai teso e bagnato, mi dimenavo sulla sua gamba incastrata fra le mie, inizia a spingere le due dita nella sua natura, lei prese il mio collo e avvicinò la sua bocca al mio orecchio iniziando ad ansimare, non resistevo più, sentire quella voce così sensuale, quei respiri spezzati dall'eccitazione, sapere che stava godendo per mano mia mi eccitava come non mai, poche spinte e l'orgasmo più intenso della mia vita mi travolse rendendomi inerme alla ragazza sotto di me.

Presi dei secondi per respirare e iniziai a spingere forte dentro di lei "si...si, di più" mi implorava Carmen, per poi bagnare la mia mano dei suoi umori. Si accostò verso la spalliera del sedile e io mi lasciai cadere al suo fianco "sei fantastica" mi sussurrò in affanno sul mio collo "ti amo".

Non so se avessi udito davvero quelle due parole che uscirono come una sottile volata di vento dalle labbra gonfie e aperte, mi girai lievemente per scovare i suoi occhi, ma li aveva chiusi, e dal respiro pesante capì che si fosse addormentata. Ok, aveva sentito bene? Era la mia immaginazione? Forse l'orgasmo così forte le aveva fatto dire questa cosa in maniera del tutto istintiva. Era un modo per ringraziarmi forse...o forse no.

Un suono mi distrasse dai pensieri, un messaggio illuminava il mio telefono, mi allungai verso il poggia piedi del sedile posteriore, dove i miei jeans giacevano, misi una mano nella tasca ed estassi il mio smartphone  -che fine hai fatto?-  Cazzo Giuli!

La Ragazza Della Palestra [COMPLETA] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora