PASSATO 3

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Mi avvicinai lentamente a casa mia.

Un urlo, una botta e infine un pianto terribile che mi fece rabbrividire fin dentro le ossa. La voce di mio padre tuonò da dentro casa.

-non possiamo fare altro lo vuoi capire!-

-m-m-m-a l-lei...-

-niente ma! lei è mia e ci faccio quello che voglio! - mi misi a sbirciare dalla finestra.

-Protesta un'altra volta e ti farò rimpiangere di essere nata! CAPITO!- disse prendendo mia madre dai capelli e sbattendola a terra mentre il corpo inerte tremava sia per il pianto che per la paura.

Mio padre aveva in volto un espressione folle che mi fece tremare.

- Il duca Wytr ci ha offerto una somma di denaro enorme e l'assoluzione di tutti i nostri debiti per mandarla nell'Anera. Lo faremo felice e saremo ricchi-

in quel momento il mondo mi crollò addosso.

volevano mandarmi nell'Anera.

mio padre mi aveva venduta.

Ero morta.

Corsi, corsi a più non posso fino a trovarmi su un altura che andava a picco sul lago.

Era il tramonto e la vista era magnifica. L'acqua del lago rispecchiava i colori rossastri del cielo e regnava un silenzio surreale. Mi affacciai sullo strapiombo.  Dopotutto sarei morta comunque, perchè aspettare. Mi sarebbe bastato un passo, un solo passo... guardai ipnotizzata il vuoto, come se mi chiamasse.

Alzai il piede portandolo avanti.

I miei amici, mi sarebbero mancati. Stavo cadendo quando un braccio forte mi afferrò dai capelli e mi sbattè sul terreno duro.

Gemetti di dolore. Quando alzai il volto per vedere chi mi avesse "salvata" sussultai.  Davanti a me c'era mio padre con un aria decisamente incavolata.

-Cosa Stavi Facendo! - mi guardò con gli occhi rossi di rabbia scendendo ogni parola.

Rabbrividii non riuscendo a dire nulla. Mi riprese dai capelli.

-ora vieni con me senza storie! le guardie ti stanno aspettando! -

Spalancai gli occhi                               -NO! LASCIAMI! NON VOGLIO!-

Lo schiaffo arrivò inaspettato comprendo il lato sinistro del mio volto di un formicolio che si trasformò presto in dolore. Le lacrime scesero silenziose sul mio volto.

Arrivati a casa mia vidi mia madre con il volto coperto di lividi venirmi incontro con le lacrime agli occhi. Mio padre lasciò la presa sui miei capelli e caddi tra le braccia della donna che mi aveva messo al mondo. Piangemmo insieme mentre delle fiaccole si avvicinavano, i soldati. Qualcuno mi staccò da mia madre. Io urlai, scalciai, mi dimenai come una pazza ma subito provvisero a rendermi incoscente con una strana sostanza che mi premettero sulla bocca. L'ultima cosa che vidi fu la mia amica Alem correre in lacrime verso di me mentre veniva trattenuta da un uomo che era probabilmente suo padre. Poi il buio.

ALEM POV

Tornai a casa sorridente. Res era una vera combina guai ma le volevo un bene dell'anima. Ricordo ancora come ci siamo conosciute...

Avevo dieci anni ma ero già il terrore del paese.

Flashback

Se volto a destra dovrei riuscire a seminare quel vecchio rompiscatole.  Dopotutto gli ho solo preso qualche mela senza contare le pesche dell'altro ieri e la farina della settimana scorsa e... vabbe meglio lasciar perdere. Tanto nessuno mi supera in velocità. Ecco il vicolo laterale e ora... spalanco gli occhi prima di investire in pieno una bambina più o meno della mia etá. Cadiamo entrambe a terra ruzzolandoci per i gradini che si trovavano poco più avanti.

- Ahi!- sbottò lei-guarda dove metti i piedi- mi stà dando sui nervi.

-se tu non mi avessi intralciata sarei potuta scappare senza problemi-

- non mi pare sia una colpa camminare! - incrocia le braccia e mi guarda male.

Non ammetterò mai di avere torto ma ha ragione lei. Sto per ribbattere quando la voce del vecchio su per le scale mi fa sussultare.

- Eccoti brutta canaglia! tu e la tua amica non la passerete liscia!  aspettate che vi prenda-

-Nei tuoi sogni vecchio! - gli urlai, poi rivolta alla bambina - Muoviti se non vuoi guai- non se lo fece ripetere. Mentre corriamo mi chiede - come ti chiami ?-

-Alem, ho 10 anni tu? -

-Tressa, ho 9 anni-

- Piacere di conoscerti res-

- Piacere mio em-

mi rivolse un sorrisetto furbo.

Fine Flashback

Da quel momento diventammo inseparabili.  Io mi cacciavo nei guai e lei ne pagava le conseguenze.

Sorrisi, ma il mio sorriso durò poco.

-NO! LASCIAMI! NON VOGLIO! - Era tressa.

Mi affacciai dalla finestra e vidi il padre trascinarla dai capelli.

Dovevo seguirli.

scesi di fretta le scale.

- Dove vai?- mio padre mi bloccò il polso.

Era un bell'uomo.

capelli ricci, alto, muscoloso con gli occhi castano-verde.

Mi morsi il labbro inferiore- devo andare- mi liberai dalla sua presa salda e corsi fuori.

Arrivai vicina alla casa della mia amica e vidi quello che temevo.

Spalancai gli occhi mentre una guardia staccava tressa da sua madre e la portava via addormentata.  Io corsi urlando il suo nome. Non mi importava se avessero preso anche me,  rivolevo la mia amica.

Due possenti braccia mi bloccarono. Era mio padre sconvolto tanto quanto me dell'accaduto.

-papà lasciami devo andare!-

-non puoi fare più niente piccola mia-

-NO!-

Scoppiai a piangere sul suo petto mentre svenni per la stanchezza.

Quando mi risvegliai era ancora buio.

Doveva essere un incubo, mi dissi di si. Non era successo nulla a tressa... avevo sognato tutto.

Papà entrò in camera

-Papà ho fatto un incubo- raccontai tutto aspettando che lui mi venisse a rassicurare dicendomi che non era successo nulla ma non fu così.  La sua espressione si rabbuiò ancora di più.

-Papà dimmi che è un incubo, dimmi che non è vero....-mi si bloccarono le parole in bocca quando lo vidi scuotere la testa sommessamente.

I miei occhi si riempirono di lacrime e a quel punto papà mi strinse a se.

Piangemmo insieme mentre sussurravo una sola parola:-Perchè? - 

alpha e omegaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora