Dear Santa ...

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«Mamma, sono a casa!» Derek entrò in casa, pulendosi i piedi come consuetudine, sapeva quanto sua madre non sopportasse quando portava lo sporco dentro.

«Papà! Papà!» Un piccolo terremoto di sei anni corse verso di lui saltandogli completamente addosso, fortuna che Derek aveva degli ottimi riflessi e riuscì a prenderlo senza che suo figlio cadesse e sbattesse da qualche parte. Non sapeva proprio da chi aveva preso quella mancanza di coordinazione, lui non era per niente così, come non lo era la sua ex moglie.

«Lupacchiotto di papà, hai fatto il bravo?» Il bimbo lo guardò con i suoi occhioni azzurri strizzandoli in una chiara espressione offesa, gonfiando le guanciotte in una smorfia totalmente adorabile.

«E' stato bravo, Derek! Smettila di fargli il terzo grado.» Derek entrò in cucina, con il figlio acciambellato in braccio. Sua madre stava preparando la tavola. Se due anni prima qualcuno gli avesse detto che sarebbe tornato in quel buco di città di Beacon Hills e che sarebbe tornato a vivere con sua madre, probabilmente gli avrebbe riso in faccia.

Eppure quella era la triste verità: divorziato, con un figlio a carico e un lavoro di insegnante di letteratura che nulla aveva a che vedere con il giornalismo che faceva a New York. Derek rimpiangeva la sua vecchia vita a New York, ma poi gli bastava guardare il proprio bambino per ricordarsi che, sebbene dolorosa, aveva fatto la scelta giusta.

«Papà, papà! Guarda cosa abbiamo fatto a scuola oggi!» Derek vide improvvisamente rosso e dorato, con dei bagliori così accecanti da fargli sbattere le palpebre più e più volte. Allungando un po' indietro il capo in modo da mettere a fuoco meglio ciò che il figlio gli aveva letteralmente sbattuto in faccia, Derek realizzò che quella fosse la letterina di Natale con un enorme albero glitterato disegnato sul davanti, tanti pacchettini colorati sotto e la scritta Merry Christmas che torreggiava sovrana su tutta la composizione.

Derek guardò un'altra volta la letterina e poi guardò attentamente il figlio.

«Sei sicuro di essere stato buono abbastanza da poter chiedere a Babbo Natale dei regali?» Il bimbo guardò il padre con i suoi enormi e bellissimi occhioni azzurri, assottigliando le labbra in una piccola espressione colpevole. E' normale che ogni genitore reputasse il proprio figlio il più bello e il più adorabile di tutti, ma Jack era davvero un bambino bellissimo: i suoi grandi occhioni azzurri erano la cosa più dolce che occhio umano avesse mai potuto ammirare, nonostante quella tinta glaciale e fredda, erano caldi e dolci come lo zucchero; le labbrucce carnose e ancora leggermente arcuate a cuoricino, il nasino leggermente appuntito, cosa che per Derek era fonte di orgoglio perché era chiaro come il sole che il naso lo aveva preso da lui, come da lui aveva preso i capelli neri che qua e là si arricciavano in qualche boccoletto.

«Si papà, sono stato bravissimissimo!» Esclamò il piccolo sfoggiando un sorrisetto furbo e per nulla convincente.

«Sicuro?» Indagò Derek cercando però di mascherare un sorriso.

«Ti! Mangio sempre tutta la frutta e la verdura mentre tutti gli altri bimbi fanno i capicci!» Jack gonfiò il petto con fare orgoglioso, facendo sghignazzare Talia che assisteva in disparte alla scenetta tra padre e figlio.

Derek non avrebbe voluto fare altro che baciare le guanciotte rosse del figlio, ma decise di scherzare ancora un pochino con lui prima di passare alla lettura della letterina.

«E sei sicuro che questo basti a renderti un bravo bambino?»

Jack si portò un ditino sulle labbra pensandoci un po' su. Derek si chiedeva spesso da dove venisse quelle personalità dinamica del figlio: lui era un tipo molto taciturno, Kate... bhe lei di certo non l'aveva scelta per la sua simpatia. Ma Jack invece era un bimbo con una parlantina incredibile, nell'ultimo periodo era anche aumentata e, sebbene le orecchie di Derek ogni tanto chiedevano pietà, non si sarebbe mai annoiato di ascoltare la voce del figlio.

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