Virginia
Non avevo assolutamente voglia di andare a scuola quel giorno, come del resto ogni santa mattinata. Presi lo zaino nero poggiato alla porta con gli spallacci scritto con il bianchetto.
Salutai mia madre e mio fratello e poi corsi verso casa di mio cugino: ogni mattina andavo a scuola con lui.
Come al solito arrivò in ritardo
"Cosa fai tutti i santi giorni prima di scendere? Ci metti 20 anni!" Alzò le spalle e sorrise con l'aria di qualcuno che la sa lunga. Edoardo era il mio migliore amico, oltre ad essere mio cugino. Aveva un anno in meno di me, ma era sempre stato molto maturo, anche quando eravamo piccoli. Era più basso di me di circa 7 centimetri, capelli corti e scuri, occhiali quadrati rossi.
Ci incamminanmo verso la scuola con passo deciso. Arrivammo in anticipo nonostante il ritardo di Edo.
Ci separammo: lui dai suoi amici e io dalle mie migliori amiche. La mia salvezza.
Sara e Ilaria erano alte come me, forse un pochino di più. Sara era la ragazza più bella della scuola: lunghi capelli color miele, occhi verdi, figura slanciata, fatta appositamente per attrarre ragazzi.
Ilaria era biondissima, occhi azzurri e acquosi, labbra carnose e sorriso meraviglioso.
Era passato un secolo da quando non le vedevo: le vacanze estive erano appena finite e io avevi passato 3 mesi a Lisbona, dai miei nonni materni che si erano trasferiti lì da circa un anno.
"Come va?" mi salutarono dopo avermi abbracciata
"Bene" risposi, poi mi fissarono dubbiose: mi avevano letto l'espressione che avevo. Erano appena finite le vacanze e in più il mio migliore amico, Andrea era partito per la Grecia e ancora non era tornato."E' per Andrea?" chiese Ilaria. Erano fratelli, anche se non si somigliavano per niente, l'unica cosa che avevano uguale erano gli occhi: chiari e lucenti. "E' tutto ok, Vi! Stai tranquilla! Tornerà tra cinque giorni. Che ne dici de vieni con me a prenderlo all'aeroporto?" sorrisi.
Le lezioni il primo giorno non erano mai pesanti, solo quelle di matematica, dato che la prof pretendeva di spiegare. Uscimmo due ore prima come tutti gli anni.
Io, Sara e Ilaria ci fermammo a mangiare un pezzo di pizza al forno di fronte a scuola e poi tornammo a casa. Ogni lunedì erano mie ospiti, facevamo i compiti e poi uscivamo la sera. Quel giorno, dato che non avevamo niente da fare guardammo Colpa delle Stelle (il nostro film preferito) e poi uscimmo.
"Oggi non mi convinci per niente..." disse Sara osservandomi per bene. Ci eravamo fermate a mangiare in uno di quei posti in cui fanno le patatine e io non ne avevo toccata nemmeno una. Ilaria sbuffò: le dava fastidio quando mi facevo vedere così affezionata a suo fratello, ma ormai c aveva fatto l'abitudine.
Io e Andrea ci eravamo conosciuti all'asilo. La prima parola che ci scambiammo fu "Esci da quella casetta! Ci sono io!" conversazione piuttosto illuminante, ma da quel giorno diventammo amici. Conobbi Ilaria alle elementari, dato che eravamo in classe insieme. Andrea era già in terza, quando io e lei eravamo in prima. Andrea era come un fratello. Era la spalla su cui piangere, la mia guardia del corpo, la persona con cui passai i momenti migliori della mia vita.
Sara e Ilaria mi guardarono sbieche e per farle stare in silenzio presi una delle patatine nel mio cartoccio e la addentai con gusto.
STAI LEGGENDO
I love you stupid
RomanceAmavo i suoi occhi, il modo in cui arrossiva, quando mi sorrideva...lo conoscevo talmente tanto bene che sapevo il numero esatto di lentiggini che aveva sul naso, ma forse fu proprio il fatto di conoscerci bene che ci ha danneggiati