【Capitolo 10】

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Che cazzo ho fatto?!
Subito Hoseok entrò in panico.
Davvero gli era sfuggito un dettaglio così importante?
Un dettaglio così disgustoso?
Si prese la testa tra le mani, cercando di ricordare.
Ricorda Hoseok.
Ricorda Hoseok.
Devi ricordare.
Questo era quello che continuava a ripetersi nella mente, ma alla fine non ci riuscì.
Gli occhi pizzicavano, così come il naso, segno che presto avrebbe iniziato a piangere.
Si sentiva in colpa.
Si sentiva un traditore.
Si sentiva disgustato al solo pensiero di aver baciato una persona che non fosse Taehyung.
Passò una mano sugli occhi per asciugarli e sentì l'acqua della doccia smettere di scorrere, segno che presto il biondo sarebbe rientrato in stanza, con i capelli umidi e il viso imperlato di piccole goccioline, visione che normalmente avrebbe fatto impazzire Hoseok.
Ma non in quella situazione.
Sospirò profondamente, distrutto sia fisicamente, a causa della quantità industriale di alcool ingerito la sera passata, sia emotivamente, a seguito di quella notizia che sperava fosse solo uno scherzo architettato dai due.
Il minore entrò in camera, in accappatoio e con l'asciugamano sopra i capelli.
Chiuse la porta, asciugandosi le ciocche con movimenti circolari.
Lanciò un'occhiata al rosso e lo vide particolarmente a terra, con un'espressione delusa e schifata.
"Hoseok, che hai?" mormorò, andando a frugare dentro l'armadio per trovare vestiti comodi da indossare: quella mattina avrebbero avuto le prove.
Il maggiore rimase in silenzio. Le lacrime che minacciavano di uscire alla fine riuscirono a superare la barriera, e gli rigarono la guancia. Singhiozzò, coprendosi il viso con una mano.
A quel suono, Taehyung si voltò di scatto, allarmato.
"Hobi?!" si avvicinò lentamente al letto
"Perché piangi...?" allungò premurosamente una mano, per asciugargli le goccioline rimaste sui suoi zigomi, ma il maggiore si ritrasse.
"Mi dispiace così tanto, Taehyung" tirò su col naso, sussurrando quelle poche parole interrotto dai singhiozzi, con voce tremante.
E dopo che ebbe parlato, il minore vide il proprio cellulare posato sul cuscino del rosso, con lo schermo illuminato e un messaggio che parlava da se.
Hoseok aveva letto.
Aveva scoperto che il suo amico lo aveva baciato.
E probabilmente adesso si sentiva estremamente in colpa.
Taehyung sospirò, passandosi una mano tra i capelli, esasperato.
Era incazzato col mondo, quella mattina.
"Hoseok, non fare così, non preoccuparti, non è stata colpa tua." sussurrò.
"Il tuo unico sbaglio è stato quello di alzare troppo il gomito".
A quel punto gli diede di nuovo le spalle, tirando fuori dall'armadio una felpa e un paio di pantaloni della tuta.
Il tono di voce utilizzato da Taehyung non sembrava rispecchiare le sue parole.
Aveva parlato con durezza, a bassa voce, facendo capire al maggiore che in realtà, ciò che era successo, lo aveva ferito profondamente.
Gli si strinse il cuore e si diede per l'ennesima volta del coglione.
Fece per parlare di nuovo, per far capire a Taehyung quanto si sentisse in colpa per quello che aveva fatto, ma venne subito interrotto.
"Ti prego, non parliamone." mormorò il biondo, con sguardo basso, dopo essersi infilato la felpa.
"Non voglio che il mio malumore aumenti." aggiunse freddo, prima di avviarsi verso il salotto.
Ed Hoseok rimase lì, immobile, con un groppo alla gola, con il mal di testa e in ritardo per le prove.

I due non si parlarono per tutto il giorno. Ogni tanto, tra una canzone e l'altra, Taehyung colse l'occasione per lanciare un'occhiata a Hoseok, attraverso lo specchio.
I loro sguardi si incrociavano ogni volta.
Si morse il labbro vedendo la triste espressione dipinta sul volto del maggiore.
Si chiese se fosse stato troppo freddo con lui, considerando l'idea di tirarlo in un angolo appartato per un momento e parlargli.
Ma quella mattina non era adatta per avere un discorso così delicato, aveva paura di poter dosare in modo sbagliato le parole e ferirlo più di quanto non avesse fatto già.
Sospirò, riprendendo ad allenarsi.
Quel giorno lui e il rosso sarebbero dovuti stare in sala due ore in più, per compensare il tempo perso una settimana prima.
In un'altra occasione sarebbe stato eccitato all'idea di poter rimanere da solo con lui nella sala prove, ma in realtà, in quel momento, l'unica cosa che provava era pura frustrazione.
Un silenzio opprimente e imbarazzante governava la sala, interrotto dalla scansione dei passi dettata da Hoseok, i loro respiri affannosi e, a tratti, dalla musica delle casse.
Taehyung, completamente sfinito, decise di prendersi un attimo per riposare, accasciandosi accanto allo specchio con la bottiglia d'acqua tra le labbra.
Vide il rosso al telefono dall'altra parte della stanza che cercava di ignorarlo come stava facendo lui, senza riuscirci
Vide i suoi sguardi,
sguardi che il maggiore non riusciva ad evitare,
sguardi preoccupati e interrogativi.
Sospirò, appoggiando la bottiglia sul parquet freddo dopo averla chiusa.
"Hoseok..." richiamò la sua attenzione, con un filo di voce.
Il maggiore si girò.
Si morse le labbra.
"Dimmi...." mormorò, mantenendo lo sguardo basso.
Il biondo fece per parlare, per finalmente chiarire la situazione, ma non appena aprì la bocca, subito Namjoon si fiondò all'interno della stanza, facendo saltare sul posto i due per lo spavento.
Il leader si passò una mano tra i capelli umidi, segno che era appena uscito dalla doccia dopo una estenuante sessione di prove, e subito puntò il suo sguardo sul più piccolo.
"Taehyung, il manager mi ha chiesto di chiamarti. Ha bisogno di parlarti..." riferì Namjoon, prima di salutare entrambi con un gesto della mano e augurargli buona fortuna per le ore in più.
Subito il biondo sgranò gli occhi, confuso e preoccupato per quell'improvviso richiamo.
Si scambiò uno sguardo con Hoseok che sembrava aver momentaneamente accantonato i sensi di colpa per rivolgergli una faccia genuinamente incuriosita.
"Vai, Tae" lo incitò poi, con un minimo cenno del mento.
"Non farlo aspettare, chissà che vuole..."
Il minore non se lo fece ripetere due volte. Si asciugò distrattamente il sudore dalla fronte, bevve un altro sorso d'acqua e si diresse a passo svelto verso l'ufficio.
"È permesso..?" mormorò dopo aver bussato, aprendo lentamente la porta, lasciandola cigolare un momento prima di chiuderla di nuovo alle sue spalle.
Avanzò esitante verso l'uomo seduto dietro alla scrivania con sguardo basso, mantenendo quel velo di rispetto nei confronti del suo hyung.
Non appena notò una cartella verde di plastica tra le sue mani, sgranò gli occhi.
Si ricordò di quando, alcuni mesi prima, fosse entrato in quella stanza euforico, sotto incitamento di Namjoon ed Hoseok, per pregare il manager di fargli creare un mixtape tutto suo.
Aveva scritto alcune canzoni, con l'aiuto degli altri, mettendoci tutto se stesso.
Era davvero fiero, di quelle canzoni.
Canzoni che però il manager liquidò con un gesto della mano, senza distogliere lo sguardo dal computer.
Gli disse che, in caso avesse avuto un momento libero, le avrebbe controllate.
Erano passati mesi oramai, Taehyung non aveva ancora ricevuto risposta e, ovviamente, aveva perso le speranze.
Ma vedere la sua cartellina verde come la speranza tra le mani dell'uomo gli fece mordere il labbro per l'ansia.
Era finalmente arrivato il momento?
Sarebbe riuscito a coronare la sua idea, oppure avrebbe fallito miseramente?
"Sono felice che tu sia venuto subito qui, Taehyung" lo salutò il manager, sorridendogli placidamente, aprendo la cartellina verde.
Il biondo iniziò a sudare freddo.
"Dobbiamo parlare di questo tuo materiale."

𝘼 𝙋𝙚𝙧𝙛𝙚𝙘𝙩 𝙈𝙚𝙨𝙨 .{VHOPE} (interrotta)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora