Un fischio acuto mi perforò i timpani. Un treno merci passò dopo pochi secondi davanti al parabrezza della mia auto parcheggiata in sosta vietata. In realtà il piano era quello di fermarsi cinque secondi, il tempo di dare a Elias il modo di scaricare la sua tipa e andarcene sgommando, ma le cose si dovevano essere messe piuttosto male per lui. Li sentivo bisticciare sulle scale della fatiscente palazzina di fianco, o per meglio dire sentivo la vocetta stridula di Anne mentre gliene diceva di ogni colore. Chiusi gli occhi e mi massaggiai le palpebre. Avevo passato la notte a giocare a Call of Duty con i ragazzi e avevo dormito tra una pausa e l'altra.
«Quindi credi più a loro che a me? Ma quanti anni hai? Sei solo un bambino, un ragazzino senza palle che preferisce spassarsela coi suoi amici che stare con la propria ragazza» strillò lei iniziando quella che sarebbe stata una crisi isterica coi fiocchi.
Se non fosse stato per il rombo del motore che aspettava in folle un mio ordine e per il rivestimento in pelle dei sedili, avrei quasi potuto immaginare di essere nella mia stanza un giorno qualsiasi della mia schifosa vita, mentre i miei vecchi si scannavano a vicenda per chi avrebbe tenuto la casa al mare. Decisi che avevo speso fin troppa benzina per aspettare quel cazzone del mio amico. Guardai per l'ultima volta il cartello di divieto di sosta che troneggia sul cancello del condominio e spensi la macchina. Vedermi lì avrebbe fatto incazzare ancora di più Anne, e avrebbe reso tutto molto più divertente.
Non fraintendetemi, a me Anne piaceva molto. Era una bella ragazza, lunghi capelli castani che scivolavano fino a un culo così rotondo e sodo, da far girare la testa agli homo più convinti - per l'invida s'intende. Tuttavia mi stava soffiando il mio migliore amico. Da quando si erano messi insieme Elias era diventato un'altro, non mangiava più, non dormiva più, non pisciava neanche più se prima lei non gli aveva dato il permesso. Una vera tragedia. Pian piano Anne aveva preso il controllo della mente di Elias, partendo però da una organo posto molto più in basso.
Così era cominciata l'inizio della fine del nostro storico duo. Non potete capire, amici fin dall'asilo, compagni di castelli di sabbia e prime seghe, che a stento si parlano. Senza la mia spalla avevo solo il mio charme da sfoggiare e per quanto io sia bellissimo e una vera macchia del sesso, non era la stessa cosa senza di lui. Per quante me ne facessi mi mancava sempre qualcuno con cui condividere le mie conquiste. Mi mancava il mio Elias. Quanto suona homo tutto questo discorso, non sembra anche a voi?
A ogni modo mettere fuori gioco Anne fu più facile del previsto, una volta che decisi che la mia felicità era molto più importante di quella di tutti gli altri. Venni a sapere che la nostra cara amica aveva un piccolo flirt con un tipo della Hassen School, un tipo losco, per niente raccomandabile - e se lo dico io, dovete crederci. Insomma, per farla breve, riuscii a reperire alcune foto di loro due insieme e il gioco era fatto. Quando lo dissi a Elias fu un po' brutto, ma lui ebbe la decenza di non piangere, non in mia presenza almeno. Era fatta, avevo di nuovo il mio migliore amico. Ora dovevamo solo sbrigare la burocrazia.
Frugai nel portaoggetti dell'auto alla ricerca di gomma da masticare, l'attesa mi stava uccidendo. Accesi la radio e una voce baritonale si diffuse nell'abitacolo.
«... un vento gelido scenderà da nord-ovest sull'intera regione, sono previsti bruschi cali di temperature nelle maggiori città di Ortisei e Gudòn fino al un minimo di -10°»
Cambiai stazione, non avevo bisogno che un meteorologo mi dicesse che faceva freddo, per quello bastavano le mie chiappe congelate. Finalmente beccai una canzone decente e mi fermai. Stavo perfezionando allo specchio la mia occhiata fatale, quando Elias entrò chiudendosi la portiera alle spalle. Aveva passato tempi migliori, era livido in volto. Da ogni fibra del suo corpo esprimeva rabbia e nervosismo, ma c'era un velo di tristezza nei suoi occhi marroni e quando si tirò il cappuccio della felpa sui capelli biondo cenere, fu solo per nascondersi dal mio sguardo indagatore.
«Smettila di fare il coglione, e parti» mi apostrofò e io decisi che gli avrei dato un po' di tempo per calmarsi prima di prenderlo a pugni per la sua impudenza.
!£$%&
Mancavano dieci minuti all'inizio della prima ora ed ero ancora nel vialetto di casa di Elias. Non si era fatto sentire per tutto il weekend, ma ero ancora indeciso se denunciarne la scomparsa alla polizia o meno. "Probabilmente sarà caduto nella tazza del cesso per la disperazione" avevo pensato, ma ora la faccenda si faceva seria. Una cosa era fare il desparesidos, un'altra era farmi aspettare la bellezza di venti minuti solo per divertimento. A meno cinque alle otto misi in moto contrariato.
Con un po' di fortuna, e solo un semaforo rosso, riuscii ad arrivare in classe con un ragionevole ritardo. L'aula era completamente al buio, perché quel giorno la signorina Madrick aveva deciso di far vedere un pallossissimo documentario sullo sfruttamento sconsiderato che l'industria alimentare faceva degli animali. Miss Madrick era una convita vegana e avrebbe volentieri assistito allo squartamento di un qualsiasi deputato del governo piuttosto che vedere un'altro pulcino sottratto alle cure della sua mamma chioccia. A me la carne piaceva.
Per questo motivo e non per altro, visto che adoravo profondamente la Madrick con le sue scollature generose, mi misi a dormire sul banco senza esitazione. Grazie al finto interessamento che dimostravo nelle cause ambientaliste e una buona dose di sfacciataggine, riuscivo a strapparle voti nient'affatto male, anzi piuttosto decenti per la verità. Ma chi avrebbe potuto mai resistere con la faccia che mi ritrovavo?
Qualcuno mi tirò un calcio sugli stinchi e io mi svegliai di soprassalto.
Ecco chi.
«Buongiorno anche a voi, vostra maestà» borbottai reprimendo a stento uno sbadiglio.
«Sei proprio un deficiente, Kristofferson»
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Call me no one
Teen FictionCosa vuol dire amare? Questo si chiede Kristofferson dopo che vede il suo migliore amico Elias andare in depressione dopo aver lasciato la sua ragazza. Ci sono cose molto più devastanti di perdere un amore, come per esempio la guerra, la morte di un...