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Da qualche parte in Nord Italia, 1983.
Era il primo giugno e come sempre i Cordero si erano trasferiti nella loro mansione estiva. La luce che filtrava direttamente dalla finestra illuminava le pagine del libro che Lydia stava leggendo mentre aspettava l'arrivo del nuovo aiutante di suo padre. Michele Cordero era un noto avvocato dalle innumerevoli passioni, una era sicuramente l'arte, e ogni estate assumeva qualcuno per aiutarlo nella ricerca di reperti in quella zona, che naturalmente soggiornava con loro. Non furono poche le volte in cui si presentarono uomini sulla cinquantina -talvolta anche oltre.
Questa volta, con la sorpresa di tutti, quando Dorota -la fidatissima domestica della famiglia- tornò dall'areoporto per prenderlo, dalla macchina scese un sedicenne dai capelli e gli occhi scuri, che sembrava decisamente più grande a causa  della sua altezza, quasi esagerata per la sua età. Fu accolto da una donna sulla quarantina che stava terminando di apparecchiare una lunga tavolata in giardino, che affermò di chiamarsi Elisa.
"Fa' come se fossi a casa tua" indugiò poi non sapendo il nome del ragazzo, aprí le braccia e gli fece segno di sedersi a tavola poiché era ora di pranzo.
"Mattia, mi chiamo Mattia Polibio, signora Cordero." sorrise nel modo più cordiale possibile e si sedette. Nel frattempo Dorota era salita al primo piano per avvertire Lydia del suo arrivo.
"Oh e signorina Lydia, il signorino Mattia è davvero un bel ragazzo si cambi quella maglia larga" lasciò la stanza facendole un occhiolino, facendola ridere.
Seguí il consiglio della domestica, infiló una canotta e ne fu grata una volta che lo vide, con una camicia bianca appiccicata addoso per il caldo, con i primi bottoni aperti, mostrava parte del petto e una catenina oro che terminava con un piccolo pendente appiattito con una rosa incisa.Sentendone i passi, Mattia alzò lo sguardo e si soffermò sulla figura che gli si paró di fronte:un metro e sessantacinque di altezza, i capelli scuri scompigliati dal vento caldo e adorabili occhi verdi. Era una visione fin troppo bella per lui e rimase per un po' a scrutarla, sperando di non metterla in imbarazzo. Purtroppo per lei si ritrovò ad arrossire e deglutire a fatica, ma scosse la testa, si ricompose e lasciò fare a suo padre le presentazioni tra i due. Terminato il pranzo, i suoi genitori le chiesero di mostrare la casa al nuovo arrivato, che tra l'altro avrebbe condiviso la camera con lei e pensandoci non sarebbe stato poi così male.
Attraversando il salone principale, c'era la cucina, una sala da pranzo sulla destra e due bagni, altre stanze piuttosto grandi seguite da un corridoio che portava alla prima rampa di scale. La camera dei signori Cordero sulla sinistra, con bagno in camera, una stanza adibita a biblioteca/ studio, la loro camera con bagno in camera e dopo un'altra rampa di scale la mansarda, spoglia rispetto al resto della casa, curata nel dettaglio.
"Mi servirà una mappa per spostarmi" disse Mattia scherzosamente e guardò Lydia, sentendosi soddisfatto per averla fatta ridere. "Solitamente come passi il tempo qui?" chiese poi.
"Non c'è quasi mai niente da fare, leggo e scrivo musica. Stasera però c'è una serata disco in centro, se ti va di venire" cercò di fargli captare un minimo di interesse da parte sua, che fu ricambiato con un "Certo signorina Lydia" e un sorriso.
Essendo stanco per il viaggio, Mattia decise di riposarsi, così andò in camera e dopo essersi sbottonato e tolto la camicia si gettò a peso morto sul letto.
Lydia, nel frattempo, era scesa in giardino e stava prendendo il sole in costume lungo il bordo della piscina in cemento, mentre pensava senza riuscire a smettere di sorridere al bellissimo ragazzo che ora dormiva in camera sua.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 16, 2020 ⏰

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3months || Mattia PolibioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora