Capitolo 17

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Nico pov's

Riaprii gli occhi ed ero certo solo di tre cose.
La prima, non ci vedevo niente, ma sentivo di non essere solo, la seconda, il mio piano aveva funzionato, ero entrato nel palazzo. E infine, avevo un terribile mal di testa. Come avevo immaginato, non mi avrebbero neanche lasciato il tempo di spiegare le mie intenzioni, le sapevano già. Un incontro con Eolo non era neanche in discussione, anche se fossi riuscito a far cambiare idea a lui, cosa alquanto improbabile, poi avrei dovuto fare lo stesso con tutti gli altri dei. Non potevo battere il vento, non sarebbe servito a farmi entrare. Conclusione: grande mal di testa. Non sapevo però per quanto tempo fossi rimasto incosciente, forse solo qualche ora o magari di più. Cercai di alzarmi, con qualche problema inizialmente. Avete presente quando siete sott'acqua, in profondità, e la testa inizia a farvi male, fino a che non vi sembra che le orecchie stiamo per esplodere. Ecco cosa stavo provando, ma moltiplicato per dieci. Una volta in piedi cercai la spada nel fodero, non mi stupii di non trovarla. Ricordavo che fosse caduta e non mi aspettavo che avrebbero compiuto un gesto di cortesia restituendomela. Iniziai a vagare in cerca di una parete o un punto di riferimento e solo dopo qualche minuto riuscii ad appoggiarmi a qualcosa. Feci fulmineo un salto indietro: era tanto freddo da bruciare. Non era un muro. Mi avvicinai di nuovo. Era metallo forse...magari le sbarre della gabbia. Stavo per urlare il suo nome ma all'improvviso si accesero le luci. O meglio comparvero delle finestre. Molte finestre. In effetti l'intera parete ad ovest. Chiusi gli occhi un attimo cercando di abituarmi alla luce, poi mi voltai. Dentro la gabbia accanto a me non c'era lui, ma tutti gli altri semidei. Poi ebbi un tuffo al cuore. Qualche metro più in là, un'altra gabbia e al suo interno giaceva Will. Ebbi l'istinto di correre verso di lui, ma qualcosa mi disse che non sarebbe stato così semplice. Perché dividere Will dagli altri? Continuavo a guardarlo e quel tempo in cui quella domanda viaggiava davanti agli occhi sembrò infinito. Poi ci arrivai.
"della medicina e della morte verso occidente i figli cammineranno"
Apollo e Ade, io e Will, avevamo viaggiato fino qui in un modo o nell'altro. Avevamo anche raggiunto un luogo che non c'era, il palazzo.
"Fra oscurità e vento la scelta sarà compiuta" dovevo scegliere. Tra loro e Will. Mi sentii mancare il respiro e risucchiare l'aria dai polmoni. La profezia presumeva anche che le tenebre avrebbero permesso la fuga. Se avessi preso una decisione, probabilmente sarebbe andata a buon fine. Caddi in ginocchio e quando abbassai lo sguardo, non riuscivo più a distinguere le mie gambe dal pavimento sottostante. Stavo perdendo me stesso tra le ombre e in fretta. Non avevo scelta in realtà. Non potevo scegliere Will. Non ci tutti gli altri accanto a me. E se avessi scelto lui, non avrei avuto modo di salvare gli altri. Se ci fosse stata una sola gabbia avrei fatto in tempo a forzare le serrature della gabbia, liberando tutti. Ma erano due, non potevo forzarle entrambe. Non avevo neanche la mia spada. E fu a quel punto che mi venne in mente cosa fare. Dovevo viaggiare nell'ombra...controllai le distanze tra le due gabbie e allargai le braccia. Riuscivo ad afferrare entrambe le gabbie simultaneamente. Stranamente mi venne da ridere, mi sembrava di essere tornato indietro nel tempo. Anche con l'Athena Partenos le mie condizioni non erano delle migliori, per non parlare del fatto che il viaggio era veramente lungo. Dal Colorado al campo Mezzosangue? Non pensavo di aver mai fatto un tratto di quelle dimensioni. Ma ce la dovevo fare giusto? Non avrei lasciato lì nessuno, non Will, non i semidei. Rivolsi una preghiera a mio padre e afferrai le sbarre. Al contatto delle mie mani con il ferro congelato, si scatenò l'inferno. Le finestre si spalancarono, decine di venti iniziarono ad entrare, iniziando a vorticare per la stanza. Non potevo evocare degli spiriti per combatterli, non ne avevo le forze e dovevo risparmiarle per il viaggio. Non sapendo che altro fare iniziai a concentrarmi. Strinsi più forte le sbarre e poi sentii la sua voce.
- Nico -
Mi voltai di scatto verso Will, mi aveva colto alla sprovvista. Stava tremando, gli effetti del veleno erano chiari ed era pieno di ferite. Continuavo a chiedermi come se le fosse procurate.
- Perché sei qui? Perché non sei tornato indietro? - disse con la voce incrinata.
- Non essere stupido - mi tolsi il giubbotto e glielo passai. Nell'atto di passarglielo feci l'errore di incrociare il suo sguardo.
- Cosa vuoi fare? - lo disse con un tono talmente preoccupato e consapevole che capii subito che già lo aveva capito. Non sapevo come mai riuscissi a sentire le sue parole, il vento fischiava nelle orecchie come se volesse entrare nel mio cervello. Non risposi, mi alzai lo sguardo di scatto quando sentii il rumore del vento cessare.
- Non lo fare - disse implorante. Cercai di non farci caso e dopo un ultimo sguardo mi voltai e afferrai l'altra sbarra. E fu a quel punto che notai che tutti i venti erano in cerchio sopra di me. Iniziai a concentrarmi e il primo vento scese su di me. Uno squarcio si aprì sulla mia gamba e fu solo il primo. Sul petto. Sulle braccia. Decine e decine di squarci. Osservavo il mio sangue cadere a gocce per terra. Poi finalmente mi sentii trascinare nell'ombra e non era mai stato così felice di essere nell'oscurità.
Le mani bruciavano come se fossero immerse nello Stige. Ma non potevo permettermi di mollare la presa. Riemergendo dalle tenebre scorsi i familiari campi di fragole, ne sentii l'odore e solo per qualche secondo provai un senso di tranquillità. I piedi toccarono terra e pensai che sarei svenuto all'istante. Cosa che effettivamente avvenne. Caddi per terra ancora cosciente e aprii gli occhi scorgendo Will. La scelta non era mai stata tra i semidei e Will. Ma tra Will e me. Se avessi preso solo i semidei sarei potuto scappare in fretta e senza ferite. Tutto sommato fui contendo di aver scelto lui. Sentivo di star scivolando via, ma mi ordinai di rimanere sveglio. Sentivo a mala pena Will che chiamava il mio nome e non avevo la forza di rispondergli. Poi finalmente arrivò colui che aspettavo. Austin.
- Austin...- mi costrinsi a far uscire la voce. Per fortuna mi sentí e si piegó accanto a me.
- Non pensare a me adesso, chiamate il miglio guaritore che avete, ma non per me. Will è stato punto da una chimera e potrebbe svenire da un momento all'altro-
- Ma -
- Niente ma, non potete fare niente per me adesso -
Non ebbi la forza di aggiungere niente, svenni subito dopo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Aug 28, 2020 ⏰

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