Anche gennaio 2017 era finito e, dopo quella definitiva rottura, ero mentalmente e fisicamente distrutta a tal punto che un bicchiere di vino rosso rappresentava la mia unica via di fuga da una realtà così ostile. Volevo dimenticare tutto, tutto ciò che riguardasse Renzo, tutto quello che aveva detto e fatto per farmi innamorare. Mi sentivo persa, spaesata, ed era come se Renzo avesse lasciato un vuoto dentro di me, troppo profondo per essere colmato.Avevo perso fiducia in me stessa e nell’amore. Ricordo di aver detto di non voler innamorarmi mai più di nessuno. Dio, non l’avessi mai detto. In quelle circostanze, Alex mi era vicino più di prima, infatti, era molto più premuroso, attento ai miei sguardi, ai miei cambiamenti d’umore, riusciva a capire prima di tutti se stessi male e faceva in modo che io non scivolassi nella mia depressione. Tutte queste attenzioni mi fecero guardare Alex con occhi diversi. Passarono un paio di mesi, che la nostra amica ci invitò al suo diciottesimo compleanno, al quale avrebbe partecipato anche il mio ex ragazzo. Ricordo che Alex mi ci trascinò quasi di peso poiché io mi rifiutavo di andarci per non rischiare di rivedere Renzo. Alla fine mi convinse e mi disse con voce roca: “Tranquilla, ti starò accanto per tutta la sera”. Il solo pensiero mi fece arrossire. Arrivò la sera della festa. La location era una grande sala ricevimenti molto elegante e chic, con tavoli rotondi e sedie rivestite e una grande pista da ballo. Sembrava più un matrimonio che un compleanno, e, per l’occasione, misi un abito rosso, lungo e stretto in vita, con una scollatura a barca che mi scopriva un po le spalle incorniciate dalle onde dei miei capelli lunghi, e l’intero outfit era completato da un paio di décolleté nere con tacco alto. Alex, invece, era stupendo come sempre nella sua semplicità, con un paio di blu jeans strappati sulle ginocchia, una camicia bianca sbottonata al punto giusto, la quale lasciava intravedere il petto scoperto, e un paio di scarpe nere lucide stringate alla francese. La serata procedeva abbastanza bene nonostante ci fosse Renzo a gironzolare lì intorno. Stando tutto il tempo insieme ad Alex, quasi non mi accorsi della sua presenza fino a che non arrivò il momento, secondo me il più degradante nella vita di un single, dei balli lenti al centro della pista, in cui tutte le coppie ballano insieme sulle note di canzoni d’amore sdolcinate; invece tu, che sei una single senza speranza, ti senti una pezza da piedi, lasciata lì al tavolo da sola come l’ultima ruota del carro, aspettando con misera speranza che arrivasse un gentiluomo, più o meno decente, che ti invitasse a ballare e ti evitasse così di fare la figura della zitella appena mollata. Ovviamente il mio ex non perse tempo, aveva già una dama con cui ballare. Proprio quando stavo per cadere in preda allo sconforto, vidi chinato, con la mano protesa verso di me, Alex, il ragazzo più bello della sala, che con un sorriso smagliante e una voce soave mi chiese: “Ti va di ballare?”. Davanti ad una tale proposta e ad un sorriso così bello, non ebbi neanche il tempo di rispondere che mi trascinò subito in pista. Eravamo lì, al centro della sala. Ad un certo punto, mi attirò a sé, mi prese le mani, se le mise intorno al collo e mi cinse in vita, e tutto questo senza mai staccare neanche per un secondo i suoi occhi dai miei. Con i miei tacchi riuscivo ad essere abbastanza alta da poter guardalo dritto negli occhi. Mi sentii subito avvampare. La canzone che il dj preparò per quel momento era “Grande Amore” cantata dal Volo. In quel momento ci guardarono tutti ma per me era come se in quella sala ci fossimo solo noi, solo io e lui. E, mentre ballavamo, lui iniziò ad intonarmi all’orecchio le parole della canzone, con quel tono dolce e sensuale sapendo quanto mi piacesse: “/Dimmi perché quando penso, penso solo a te./Dimmi perché quando vedo, vedo solo te./Dimmi perché quando credo, credo solo in te/, grande amore./Dimmi che mai/,che non mi lascerai mai./Dimmi chi sei/, respiro dei giorni miei d’amore./Dimmi che sai/, che solo me sceglierai./Ora lo sai./Tu sei il mio unico grande amore/“.Il suono della sua voce al mio orecchio mi fece percorrere un brivido lungo la schiena e le sue mani su di me non aiutavano. Era una situazione strana: mi accorsi di non poter guardarlo negli occhi senza sentire caldo improvvisamente. Il mio cuore aveva accelerato i battiti. Sentivo fra di noi una certa chimica, un’armonia dei corpi, che aumentava ad ogni passo che facevamo insieme. In quel momento vidi Alex per la prima volta, per quello che realmente era, per quello che lui significava davvero per me. Nonostante non l’avessi voluto, chiesto, cercato, desiderato o altro, ormai Cupido aveva scoccato la sua freccia senza preoccuparsi minimamente delle conseguenze. Era fatta. Mi stavo innamorando di Alex.
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Le cose che non ti ho detto
Short StoryÈ un racconto autobiografico di come ho conosciuto il mio migliore amico, del quale mi sono innamorata profondamente.