♣12° Capitolo:♣

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Due braccia delicate sopra i miei fianchi mi fecere svegliere interrompendo quello che doveva essere un sogno. Mi che Niall era tornato e istintivamente guardai l'orologio per vedere da quanto mi fossi addormentata. Erano le 4:00 di mattina, Niall non aveva mai fatto cosí tardi, infatti appena messe quella mani intorno alla mia pancia crolló subito in un sonno profondo. Mi girai e sorrisi quando vidi il suo tenero faccino appoggiato teneramente sul cuscino, iniziai a giochicchiare con i suo capelli biondi stando attenta a non svegliarlo. "Che devo fare mamma? Sono cosí tanto confusa e ho paura, la pancia continua a crescere ogni giorno di piú. Devo tenere questo bambino?" mi ritrovai a parlate da sola, come una disperata, pensando che un aiuto mi cadesse dal cielo, facenfo propio come quando ero piccola. Niall si giró e si spostó sulla schiena allentando cosí la presa sul mio bacino in modo che portessi scendere dal letto e andare in camera mia. Passai tutta la notte a leggere riviste, libri, cataloghi, tutto su come essere una mamma, non dico perfetta ma almeno accettabile. Era sembre stato il mio sogno fino a quando ero bambina e non mi aveva mai spaventato l'idea di diventare mamma, ma ora invece mi spaventava e tanto. Si fecero presto le 9:00 e visto che i ragazzi erano tornati tardi dalle registrazioni dormivano ancora, cosí crercai di fare piano, presi la valigia, scesi le scale e andai in cucina per fare colazione. "Pronta per partire?" una voce roca mi colse di sorpresa "Harry ma che ci fai in piedi a quest'ora?" "Pensavi che dopo tutto quello che era successo ti avrei fatto partire da sola?" disse con voce ironica, e alla sua affermazione gli corsi addosso e lo abbracciai piú forte che potevo. "Grazie Harry, ti voglio un mondo di bene" prima di staccarmi gli diedi un bacio sulla guanca facendo scontrare io mio corpo violentemente sopra il suo. "Attenta Jane, si potrebbe fare male" disse con un sorriso sulla faccia facendomi allontanare e accarezzandomi la pancia. Le lacrime sembravano voler scendere ma le cacciai dentro con un grande sforzo.

***

"Harry ma gli altri?" dissi con voce un pó triste, "Non sanno niente" "Come non sanno niente? Non gli hai detto che partivi con me?" chiesi molto stupida dalla sua affermazione, "No" disse semplicemente e lui "E si puó sapere perchè?" cercai do essere piú dolce possibile per non fargli capire che aveva fatto una minchiata "Perché sarebbero voluti venire anche loro, e so che volevi rimanere da sola" "Ma tu.." lo incitai a continuare "Non volevo lasciarti sola soletta" disse e mi diede un bacio sulla guancia. Harry é sempre stato un ragazzo dolce, é da quando eravami piccoli che si é sempre preoccupato di come stavo e lo faceva anche con gli altri ragazzi. È adorabile non c'è niente da dire.

"Si prega tutti i passeggieri del volo diretto a Milano di recarsi alle apposite entrate. L'aereo partirà fra meno di 35 minuti" La voce della hostess ci fece dirigere verso l'aereo dove dopo qualche minuto di attesa ci fecero accomodare.

Questa volta fu diverso dagli altri viaggi che generalmente facevo con l'aereo perché Harry questa volta non mi fece usare il calmante.

"Harry non posso volare senza! Dai per favore!" imploraiHarry con uno sguardo supplichevole ma non gedde uguale "No Jane ti puó far male" disse calmo "Harry sei cattivo" feci la finta bambina offesa mettendo il broncio e incrociando le mie braccia al petto. "Se hai paura puoi sempre stringerti a me" disse con toni scherzoso ma faceva sul serio "No me la caveró da sola" il mio sguardo si diressa dalla parte opposta dell'aereo per non guardarlo in faccia continuando a recitare la parte della bimba offesa. "Come vuoi" concluse facendo spallucce.

"Si prega i gentili viaggiatori di allacciare le cinture" la voce della solita hostess ci avverti per la seconda volta.  L'aereo si stava iniziando a muovere, cercai di trattenere il urlo il piú possibile ma quando non sentii piú le rote del veicolo toccare il suolo cedetti. "Harryyyyyyyyyy!" mi aggrappai ferocemente al suo braccio tatuato alla perfezione "Ho paura cazzo! Ho una paura folle! Aiuto!" continuai a gridare attirando cosí tutta l'attenzione su noi due. "Ci avrei scommesso" Harry inizió a ridere sonoramente guardando la mia faccia a dir poco terrorizzata, "Ma che cazzo fai! Smetti di ridere e aiutami!" le sue braccia in meno di un secondo mi avvolseronin una presa potente ma dolce, appoggiai la testa al suo petti potendo cosí sentire le risate posarsi ancora sulle sue labbra, e mi addormentai a quel leggero cullamento.

***

"Jane, svegliati. Siamo arrivati." la voce inconfondibile di Harry mi suono alle orecchie. "Harry quanto ho dormito?" "All'incirca 2 ore. Che ne dici se scendi dal taxi?" TAXI? Quando mi sono svegliata non mi ero resa conto affatto che Harry mi aveva presa dall'aereo e portata in taxi che a suo volta ci aveva portato a casa di mio padre.

Il tempo di collegare tutto che scesi dal taxi ringraziando l'autista e andando ad aiutare Harry con le valige. "Ecco a lei" io ragazzo riccio che per tutto il viaggio aveva ospitato la mia testa sul suo petto per dormire si era appena offerto di pagare e cosi il taxi ando via. Mi girai verso la villa bianca dove avevo vissuto i momenti migliori della mia infanzia inzieme alla mamma. Le lacrime erano a fior di pelle e, accorgendosene, Harry portò, da dietro, due braccia che mi allacciarono la vita, ed incasto la sua desta nel mio collo guardando insieme a me l'abitazione di fronte.

"Ehi, stai tranquilla, ti vuole bene e non avrà mai niente contro di te" Harry non sapeva tutta la verità e di conseguenza non poteva sapere neanche che si sarebbe arrabbiato con me moltissimi. " Questo é quello che spero" dissi non distogliendo lo sguardo dall'abitazione "E questo é quello che accadra. Fidati." le parole di Harry mi portarono sicurezza e mi portarono ad affrontare l'incontro con mi padre con piú forza.

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Spero vi piaccia. Votate e commentate.

xxx Lisa.

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