Il ticchettio di un nome
nella nebbia del primo mattino.
Un raggio di sole sagace,
indomita linfa vitale
trapassa incurante la coltre di nubi,
manto fitto e impastato coi dubbi
e col fato.
Giunge il tempo
Che non sarai piú chiamato.
Farfalle e sassi a tralasciare la forma
del tuo qualcuno inavvertito,
il tuo rumore sordo,fioco e lieve,
ed un timone mai sfiorato,
impreparato alle bufere.
La prima neve ed un buon vino,
il fuoco del mio camino,
stivali e fango, e qualche fiore sul comodino,
passeggiate a piedi nudi,
l'odore della salsedine,
folate di vento repentine,
l'immediatezza di un continuum.
La città mangerà tutti i giorni
,l'aria concepirà nuovi vortici ribelli,
l'onda rifarà le dune curiose,
altalene di pesci guizzanti e variopinti.
Ed io mi tingerò della mia spilla piú bella,
leggiadra fidata,
sotto la fredda e tersa notte stellata.