L'ombra

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Nella pioggia, un'ombra si fece largo e si formò spasmodicamente. Un'ombra dai contorni indefiniti e la forma altrettanto non riconducibile a qualcosa di lontanamente conosciuto. Anche se era difficile capire dove si trovasse il suo canale di percezione, la figura sembrava orientarsi verso di me. Le gocce fendenti parevano plasmarla e nel frattempo distruggerla, ma l'ombra lottava per mantenere la sua forma. Un constante costruirsi e smontarsi.
Sovente le acque si abbattevano sul bosco, ma non riuscivo a ricordare l'ultima volta che avevo visto un temporale tanto intenso da non permettermi di distinguere l'ambiente circostante. In realtà in quel preciso momento stavo fumando una sigaretta, appollaiato su una scricchiolante seggiola in veranda. L'inquietante visione sembrava apparsa dal nulla, in pieno giorno. La scrutavo tra le spesse cortecce dei faggi e degli abeti, cercando di capire quale fosse la sua origine e il suo scopo nell'apparire così vicino ad un insediamento umano. Ero tremante. Non di paura, ma di freddo. La paura invece mi paralizzava. O forse era il contrario, non lo so. Mi trovavo in uno stato di totale confusione e stupore.
La prima mossa che feci fu quella di togliermi gli occhiali e sfregarmi gli occhi, per essere sicuro che ciò che vedevo non era semplicemente un sogno.  Osservai nuovamente il bosco: l'ombra era sparita.
Turbato da quella particolare esperienza, spensi la sigaretta e rientrai in cabina. Mi gettai sulla branda e mi sfregai per la seconda volta gli occhi e il viso. Cercai di non pensare all'ombra, ma era vicino all'impossibile. Una remota voce nella mia mente mi fece capire che mi trovavo in uno stato di trance. Chiusi gli occhi, provando ad addormentarmi. Ma vidi nuovamente l'ombra. Per interminabili minuti la visione rimase ben ancorata e vivida nella mia memoria. Mi girai e rigirai. Ricordo di essermi assopito, dopo quelle che sembravano ore.







 

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