More Than A Whisper

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Note: Questo è un ipotetico sequel della mia prima fanfic "More Than A Word". Può essere letto anche da solo, ma potrebbero perdersi i riferimenti a quanto accaduto tra di loro nella storia precedente e a come si è evoluto il loro rapporto.
È nata per caso, dopo alcuni commenti su facebook. Una sera mi sono ritrovata a scrivere di getto l'intero dialogo. Così. Perché sì. ^O^
Non era prevista come una storia seria, doveva essere una cosa ironica, perché un Thor geloso e un Loki che lo prende in giro erano divertenti. Poi è uscito questo... che non so bene cosa sia, ma spero vi piaccia comunque :P

  MORE THAN A WHISPER

  «Questo è il meglio che sono riuscito a trovare.»
Loki appoggiò sul tavolo gli abiti e fece un passo indietro per rimirarli. «Dire che servivano al re mi ha aiutato molto nella ricerca, lo ammetto,» aggiunse, prima di voltarsi verso il fratello. Lo vide in piedi, con solo il lenzuolo legato in vita e le braccia conserte, così come lo aveva lasciato. Sul suo viso era evidente un'espressione truce e assorta che all'inizio impensierì anche lui.
Non era rientrato subito nella cabina. Si era invece fermato in un corridoio, davanti a una vetrata dalla quale si poteva scorgere l'oceano di stelle in cui erano immersi. Era rimasto lì per un tempo indefinito, da solo, ad aspettare che tutte le emozioni che stava provando si fossero placate. Le aveva lasciate ribollire e scontrare, battersi e appacificarsi, fino a quando cuore e pensieri avevano ritrovato una sorta di sintonia che gli aveva permesso di tornare da Thor. In fondo, non era stato così difficile scendere a patti con ciò che era accaduto.
Ciò che vedeva ora sul volto dell'altro, tuttavia, lo fece per un attimo ricredere sulla convinzione che tutto fosse, finalmente, come doveva essere. «Lo giuro, non ho accennato a cosa è successo a quelli che avevi addosso,» provò a sottolineare, con una punta di ironia a mascherare quel presentimento. Nello scorgere la fronte del fratello che si corrucciava ancora di più, sospirò: «D'accordo, potrebbe essermi sfuggito con qualcuno che sei incredibilmente distratto e che accidentalmente ti si sono strappati.»

«I vestiti vanno bene, grazie.» Thor riempì la distanza che li separava a passo lento e gettò solo una rapida occhiata agli indumenti prima di tornare a fissare lui.

«Quindi?»

«Stavo pensando a una cosa.»

«Oh, cielo, no. Non pensare, potresti farti male.» Con un sorrisino divertito, Loki si staccò il mantello dalle spalle, per poi gettarlo sul divanetto accanto al tavolo. Si sedette sul bracciolo per osservare meglio il Dio del Tuono che si era fermato non lontano da lui, cercando di dare un senso a quell'insolito atteggiamento, ma qualcosa continuava a sfuggirgli.
Poi un commento e tutto divenne chiaro.

«Quando eravamo... a letto. Non era la prima volta, per nessuno dei due, era evidente.»

Scosse la testa, con una leggera risata. Era quello, dunque. Semplice. Prevedibile.
«Ti ringrazio!» Finse un sospiro di sollievo. «Per un attimo ho immaginato che mi credessi una vergine inesperta che aspettava di essere deflorata dal possente Dio del Tuono. Ne ho conosciuta qualcuna, in realtà. Immagino stiano ancora aspettando... là fuori.» Indicò con la mano il portello da cui era entrato, senza nascondere un velo di allusione nel tono.

Thor fece una smorfia quasi imbarazzata, passandosi la mano sul volto. «No. Anche se non hai mai detto niente a riguardo. Ricordo la nostra giovinezza, ricordo che spesso preferivi restare a casa quando noi andavamo a divertirci.»

«Mi lasciavi indietro, andavate senza di me, è diverso.» Loki lo fermò con una certa freddezza. Strano come le loro memorie di quei tempi fossero così diverse. Due principi di Asgard, uno troppo impegnato a brillare da accorgersi dell'altro che rimaneva sempre alle sue spalle. Nel riconoscere un'espressione dispiaciuta sul suo viso, però, alzò gli occhi al soffitto. «Ma trovavo comunque come divertirmi, sì. Le mie serate dei giochi erano sempre molto frequentate. Certo, non dai tuoi amici... o da te. Tranne alcune.» Non disse altro a riguardo, perché era abbastanza sicuro che il fratello ricordasse molto bene, invece, quelle volte in cui anche lui gli aveva fatto l'onore di partecipare. Quelle volte in cui il vero sangue che avevano nelle vene, così diverso seppur affine, li aveva spinti a oltrepassare un limite, allora, sconosciuto e proibito. Rimase a fissarlo con un'intensità tale che il Dio del Tuono finì per abbassare lo sguardo e stringere le labbra, e lui scoppiò a ridere. «Mi stai per chiedere con chi l'ho fatto la prima volta? Vuoi davvero saperlo?»

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