5. Zero fatti propri

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Hera

Io, Stefano e Giulia siamo appostati dietro la finestra della cucina come tre vecchiette di paese. Fissiamo ogni minimo movimento di Hestia, che nel mio vestito e truccata di un candido marrone chiaro non sembra nemmeno la seguace di Satana che è normalmente.

Se non sapessi che si tratta di mia sorella, la scambiarei per me. Beh, se fossi sotto l'effetto di qualche litro di alcol, sia chiaro.

Tommy la guarda come guarderebbe la sottoscritta, gli occhi a forma di enormi cuori rosa e un'espressione stupida sulla faccia.

Direi che siamo già a metà del lavoro.

La aiuta a indossare il casco, e mi piange il cuore vedere la sua magnifica capigliatura scempiata in quel modo, e subito dopo, una volta sulla moto, porta le mani di lei sui suoi stessi fianchi.

Hestia, ti prego, resisti a questo mondo crudele ancora per un po' e non farmi fare la figura dell'imbranata.

Non voglio essere testimone della rovina della mia reputazione, perciò, quando lei si aggrappa impacciatamente a lui, io scosto gli occhi da loro e li punto davanti a me. E poi con la mano saluto la vera vecchietta di paese, la signora Adeli, che, da buona telecamera di video sorveglianza, si assicura che il dio greco in motocicletta sia un tipo a posto.

Oppure sta fantasticando su di lui come ogni altro essere respirante, ma chi sono io per giudicare?

Una volta partiti, tiro un sospiro di sollievo e vado a sedermi al tavolo, seguita dai miei due fedeli compagni. "Ste, un bicchiere d'acqua, per piacere."

"Subito." Obbedisce lui, e quasi mi sento in colpa a sfruttarlo così. Ma questa è una situazione a rischio, perciò rimando il senso di colpa a più tardi e posiziono invece il mio cellulare sul tavolo. Lo osserviamo simultaneamente in supporto alla mia gemella, a cui abbiamo promesso il famoso aiuto da casa.

Bevo un po' di liquido fresco e congiungo le mani in preghiera. Io non voglio davvero emigrare in Honduras. Ho la pelle troppo delicata per un sole così forte. C'è il sole in Honduras, giusto? Più tardi farò qualche ricerca.

Passano diversi minuti di silenzio, minuti in cui io, Doppia G e Ste teniamo una veloce seduta spiritica affinché il piccolo Cuzco, dall'aldilà, protegga le nostre povere anime.

"Cosa state facendo? Dov'è Hestia?" Mamma entra in cucina e provoca un mini infarto a ognuno di noi. I miei due amici si limitano a salutarla e io, invece, mi trovo ad essere la persona designata a dare delle spiegazioni.

"È uscita con..." No, non crederà mai alla storia che Hestia sia uscita, con un ragazzo per giunta, nonostante sia la verità. "Non lo so, sarà in qualche bosco a fare un sacrificio umano o qualcosa del genere. Ha detto che torna dopo cena."

Questo mi sembra più che credibile.

All'improvviso lo schermo del cellulare si illumina e Giulia lo afferra d'istinto. Se lo porta in salotto, sul divano, e noi siamo costretti a seguirla. Ha la mia vita nel palmo della sua mano, letteralmente.

"Dice che sta per morire." Ci riferisce senza alzare troppo la voce.

"Oh, quindi sta bene." Concludo io, senza troppi giri di parole. Conosco mia sorella. Probabilmente è il suo modo per dirci che va tutto alla grande.

"Chiedile se lui le ha fatto complimenti per l'outfit." Suggerisce Stefano con così tanta urgenza nella voce che temo ne possa andare della sua santità mentale se non riceve un'immediata risposta.

"Outfit?" Ripete Doppia G, stringendo le labbra per trattenere una risatina di scherno. "Ma come parli?"

Mentre Ste fissa Doppia G in cagnesco, io mi riapproprio del telefono e leggo il nuovo messaggio di Hes.

Una ragazza come teDove le storie prendono vita. Scoprilo ora