Era la prima volta a distanza di anni che Merope si trovava sola a passare la notte. Il suo pensiero era continuamente rivolto a Tom. La notte calava e avvolgeva con il suo buio qualsiasi cosa riusciva ad abbracciare – Ero sicura avesse capito- si disse Merope con ancora il viso segnato dalle lacrime,mentre si dirigeva verso la camera da letto.
La mattina seguente, la giovane strega decise di lasciare quella casa in periferia di Londra. Si rese conto che ogni singolo angolo le ricordava il suo amore appena svanito: i suoi vestiti erano ancora quasi tutti nell' armadio, sul tavolo in cucina era ancora appoggiata la sua pipa preferita,che dava alla casa quell'odore affumicato che a lei piaceva tanto, in bagno erano presenti ancora il suo spazzolino e il suo pigiama. I muri di quasi tutte le stanze erano pieni di ritratti loro mentre erano felici, anche se una felicità illusoria. Quanto teneva ai suoi ritratti Merope. Li aveva sempre definiti come il suo velo di Maya, erano quegli oggetti che rappresentavano la realtà per come appariva, e non la realtà com'era realmente.
Uscì di casa con una valigia contenente lo stretto necessario per riuscire a sopravvivere: qualche provvista di cibo, vestiti puliti e gli ultimi galeoni che le erano rimasti, erano veramente pochi. Al collo il simbolo della dinastia con Salazar Serpeverde, il medaglione. Cosi Merope si ritrovò a girare completamente sola, incinta, senza soldi e senza una meta nel freddo inverno londinese.
Arrivata a Charing Cross Road notò un locale dall'aspetto dimenticato da tutti. L'insegna era rovinata e dalla finestra si poteva intravedere che il locale all'interno era buio e disordinato. – "Paiolo Magico" ... non sembra molto costoso. Penso mi fermerò qui per una tazza di the caldo. –Entrata dentro si rese conto che quel locale non era come tutti gli altri. Gente che girava il proprio caffè solamente muovendo il dito, quadri che si muovevano e anziani che leggevano un curioso quotidiano "La Gazzetta del profeta " tutto in bianco e nero, con alcune immagini, forse disegni, era troppo lontana per riuscire a vedere bene. Notava solo che anche questi ultimi si muovevano. All' interno del locale inoltre Merope riconobbe subito un signore sulla cinquantina dai lunghi capelli biondo platino, caratteristica di tutta la sua famiglia, seduto ad un tavolo da solo mentre sorseggiava una burrobirra e leggeva il quotidiano. – Septimus Malfoy, quanto tempo. – Il signor Malfoy era molto amico con Marvolo, il padre di Merope. I due condividevano lo stesso pensiero per quanto riguardava il dominio dei maghi sui babbani. Il loro credo era quello di portare la razza dei babbani e dei mezzosangue (coloro nati dall'unione di un babbano e quella di un mago) all'estinzione o alla schiavitù cosicché potessero rimanere solamente coloro che appartenevano ad una razza purosangue.
-Merope, ragazza mia, che piacevole sorpresa. È veramente molto tempo che non faccio un giro dalle parti Little Hangletown a visitare il signor Gaunt. Come sta?-
-Diciamo non molto bene signor Malfoy – rispose cortesemente Merope – è stato rinchiuso ad Azkaban per tentato omicidio al ministro della magia Ogden dopo che egli aveva preso le difese di un babbano, aggredito da mio fratello Morfin- concluse Merope non raccontando tutta la verità. Infatti il padre cercò di uccidere il ministro Ogden, non solo per la difesa del babbano, ma anche perché aveva salvato la vita di Merope, mentre veniva strangolata dal padre stesso alla scoperta del suo amore per Tom Riddle. Merope se ne vergognava troppo per parlarne, e sapeva di certo che parlarne con gente del calibro di Septimus Malfoy non avrebbe migliorato la cosa.
-Feccia, traditore del suo sangue. Ho sempre pensato che Ogden non fosse adatto al ruolo di ministro della magia. – disse Septimus con un tono elevatamente spregevole.- Tuo padre ha fatto bene, peccato che non sia riuscito nell'intento ... - continuò. Non volendo ricordare l'accaduto,( non aveva mai avuto un buon rapporto con il padre che la trattava come una schiava) la strega deviò il discorso sul Paiolo Magico. – Lei signor Malfoy invece? Come mai da queste parti, in questa squallida locanda. – Ero in giro per Londra e avevo bisogno di arrivare in fretta da " Magia Sinister" a Nocturn Alley. Il "Paiolo Magico" è il passaggio più veloce per poter raggiungere Diagon Alley, che si trova attaccato a Notturn.
-Magia Sinister... - pensò Merope – ma come ho fatto a non pensarci subito. Il mio medaglione vale una fortuna, sicuramente lì riuscirò a venderlo per poter guadagnare tanti galeoni.
Salutato Septimus Malfoy, marciò subito verso il passaggio per Diagon Alley. Il passaggio segreto non era altro che un grande muro di mattoni situato vicino il bancone. – Fa un galeone.- Dietro di lei un uomo basso, curvo e pelato era apparso, il cartellino portato visivamente sul petto diceva " MOT, proprietario."
Pagato il passaggio e attraversata Diagon Alley finalmente entrò nel negozio che stava cercando. "Magia SInister" era il negozio più famoso specializzato in artefatti pericolosi e potenti, gestito dal Signore Burke, un uomo di media statura, capelli neri e unti con piccoli denti ingialliti, abilissimo in affari.
-Buongiorno signora, come posso aiutarla? Chiese il signor Burke sfoggiando subito il suo bel sorriso.
Merope non ci badò ma con disperazione speranzosa mostrò a Burke il suo medaglione –Questo, quanto me lo valuta? È il medaglione originale di Salazar Serpeverde.- Burke che interiormente era incredulo a quello che stava vedendo (non era roba di tutti i giorni poter ammirare da vicino un oggetto così antico appartenuto a uno dei quattro fondatori di Hogwarts) appariva totalmente indifferente esteriormente e con un tono di chi non ha tempo da perdere disse lanciando occhiate continue al medaglione e poi alla strega – dieci galeoni è il massimo che posso offrire per questo medaglione. Seppur ben fatto si capisce subito che si tratta di un falso mia cara signora. Questa è la mia offerta, prendere o lasciare. - Merope sapeva che il suo medaglione non poteva essere un falso né che valeva solamente dieci galeoni, ma la sua urgenza di denaro e la sua disperazione la portarono ad accettare l'offerta dell'abile compratore.
Decise di tornare a Londra,era buio ormai e il freddo dicembre londinese penetrava nelle sue ossa. Si trovava di nuovo sulla Charing cross road. Non aveva dato conto ormai al tempo che passava. Sembrava trascorsa una mezz'ora da quando entrò al "Paiolo Magico" invece era già mezzanotte passata. Cominciò a girare senza una meta e non molto lontano da dove si trovava, aveva camminato appena dieci minuti, si ritrovò su una lunga strada dove un cartello verde precisava " Shaftersbury Ave". Guardandosi intorno si rese conto che in quella via non vi era molto dove alloggiare per la notte. La via era piena di case, negozi, numerosi teatri, un po' di bar, un paio farmacie e un orfanotrofio. Quest'ultimo sembrava risaltare nella mente di Merope. Il freddo era sempre più congelante e la strega percepì uno strano liquido trasparente e inodore uscire, le si erano rotte le acque. Cercò un luogo caldo per poter partorire, in genere dopo la rottura si hanno circa ventiquattro ore dal travaglio, ma non c'erano ospedali in quella via. Il dolore era atroce e il freddo non aiutava. Sapeva che di li a poco avrebbe partorito, e non aveva intenzione di farlo in mezzo alla strada. Optò dunque per l'orfanotrofio, sapeva che se avesse bussato qualcuno sveglio ci sarebbe stato per forza. Con le ultime forze rimaste si avvicinò al portone dell'orfanotrofio che si trovava in cima a quattro gradini. Merope salì il primo e il secondo, ma arrivata al terzo non riuscì più a trattenere e accadde l'impensabile. Si buttò a terra, tutta sudata e urlante,piangeva, e diceva parole strane in una lingua non conosciuta,mentre con lo sguardo cercava qualcuno che potesse aiutarla. Improvvisamente la porta principale dell'orfanotrofio si spalancò. La Signora Cole una donna scarna dall'aria tormentata e dal viso affilato notando subito la figura di Merope sulle scale chiamò a gran voce aiuto a qualche altra maestra presente all'orfanotrofio, ma ormai era troppo tardi. Merope teneva tra le braccia un piccolo bambino,un fenomeno della natura. A differenza di tutti gli altri bambini nacque subito dopo la rottura delle acque e ancora più sorprendente non pianse appena uscito, sembrava non provare emozioni. – Chiamatelo Tom come suo padre e Marvolo come il mio. Il cognome è Riddle. – le ultime forze della neo mamma furono usate per far sapere alle donne come si chiamava suo figlio. Finite queste parole la testa di Merope si chinò verso destra e i suoi occhi lentamente si spensero. -È morta ... - mormorò in maniera affranta la signora Cole – presto, portiamo il bambino al caldo. Tu, Alene, chiama qualcuno per il corpo della madre.
Il trentuno dicembre millenovecentoventisei, a Londra in un orfanotrofio nasceva Tom Marvolo Riddle, figlio di Merope Gaunt, strega, e Tom Riddle , babbano. Il mondo magico da quel giorno non sarebbe più stato lo stesso, ma ancora non lo sapeva ...
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L'oscuro passato del Signore oscuro
FantasyTom, Lord Voldemort, colui che non deve essere nominato. Chiamatelo come preferite ma è sicuramente uno dei personaggi più interessanti della saga di Harry Potter. Con questo racconto scaveremo a fondo nella sua vita, passando dalla sua infanzia all...