[forever rain- RM]
"I don't live because I can't die
But I'm chained to something"Mio blu - dicevi -
mio blu.
Lo sono.
E anche più del cielo.
Ovunque tu sia
io ti circondo.
(Ghiannis Ritsos)Park Jimin
-Blu CieloChe senso ha? Questo ciclo infinito che si ripete ogni giorno, che senso ha? L'aria pungente che entra dentro i polmoni e li minaccia di spezzargli le costole, la luce che si espande , che s'intesifica e che aumenta la tristezza negli occhi di Park Jimin. Vivere una vita dove non appartieni a niente e niente appartiene a te,è un po' come stare sempre in bilico dinnanzi alle porte della felicità e per paura di cadere non raggiungerle mai. Dov'è il mio posto? Voglio tornare a casa, i termosifoni a scuola sono troppo caldi ma le mani tremano lo stesso, Jimin lancia un'occhiata disperata verso la porta dell'aula e poi sulle macchie di tempera sparse sul pavimento: sente il rumore del suo respiro, è rapido e intenso ed è come se qualcuno gli abbia appena strappato il corpo in due e lo avrebbe lasciato lì: con i suoi colori, in mezzo a tutta quella gente che non avrebbe mai capito e con la segreta consapevolezza di essere sempre stato diverso.
Ha gli occhi di tutti puntati addosso, sente le loro unghie attaccate al cuore, restringe le labbra, le morde, cerca di contenere i tremori ma non basta.I loro schiamazzi lo stanno dilaniando e il loro giudizio adesso lo impaurisce: e se osservandolo troppo a fondo potrebbero venire a conoscenza del suo segreto? della determinazione quasi ossessiva che aveva usato per entrare nella vita di Min Yoongi? Delle giornate che avevano passato insieme? Delle cose che si erano detti?
Quella mattina le stalattiti sul cuore di Yoongi erano crollate, schiantandosi con violenza sul terreno e ricoprendo di gelo chiunque.
«Jimin, ti senti bene?Vuoi essere accompagnato in infermieria?»
«No, Posso fare da solo. Mi basterà mangiare qualcosa per riprendermi»
Non aveva mai ricevuto una lettera d'amore,lui,non di quelle dolci come la lettera che aveva scritto Hanbin a Yoongi. Non aveva mai letto così tante parole tenere dedicate a lui, mai. Fin dal principio, Jimin non era stato il narratore, quella terza persona che racconta la storia dei due innamorati e che soffre di gelosia dietro un vetro sottile. La prima volta che li aveva visti insieme, mentre si lasciavano dei baci nascosti nell'ombra violetta e si abbandonavano allo scambio di dolci carezze, aveva sentito una catena spessa intorno al collo: mai aveva desiderato essere qualcun altro nella sua vita tanto quanto in quel preciso momento, desiderava baciare l'angolo di quelle labbra dischiuse e mandare al diavolo la codardia che meschina non lo abbandonava mai.
Yoongi lo aveva capito ancor prima di averci parlato, c'erano cose che non diceva a nessuno e glielo leggevi negli occhi quando sorrideva in modo stentato alle sue stesse feste e stringeva le mani dentro le tasche della felpa. In quella festa Jimin aspettava che le luci diventassero blu per poterlo osservare meglio senza farsi notare, studiare i suoi occhi taglienti come lame e rubare l'espressione triste che aveva sul volto per poterla disegnare sul suo taccuino. Aveva già notato la malinconia alle sue spalle, come aveva notato gli sguardi che si scambiava con Hanbin nei corridoi della scuola, ed era tutto così sbagliato. Era sicuro che se ci fosse stata un'altra linea temporale, un mondo parallelo, lui aveva già preso il posto di Hanbin. In un'altro mondo c'era lui dentro quella stanza buia a farsi accarezzare, a farsi raccontare segreti, a diventare anch'esso un segreto, e a causa di questo desiderio successivamente fece l'errore più grande della sua vita: sfidare il destino, cercare un modo per trovare quella linea temporale e entrarci dentro con la forza.
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RESILIENZA
Fanfiction[yoonmin]❝Jimin era Gennaio, Yoongi era Giugno.❞ title cred: © blackhairblackdress