Chapter IV: dio è Donna

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P.O.V LUCY

" Tu, umana,
conosci un unico Dio,
e quel Dio,
è Donna."



È la mattina del primo gennaio e sono davanti allo specchio, osservo il mio riflesso, mentre un raggio di sole attraversa la finestra riscaldando l'ambiente, quello che vedo mi piace, ne vado fiera: lunghi capelli biondo miele, luminosi come il sole, ciglia nere, occhi grandi color nocciola, il mio sguardo fermo, sempre inespressivo ma deciso, concentrato; Il naso piccolo, le guance rosee come la bocca, socchiusa mentre mi guardo. Passo le mani sui miei tatuaggi, un bel seno tondo, le curve al punto giusto. Tutto incorniciato da una cicatrice al centro del petto, segno delle mie vittorie, esperienze, marchio rappresentante la mia sopravvivenza.

Questa bellezza, audacia, sicurezza, serve solo a nascondere tutto ciò che di marcio c'è sotto.
Il ricordo della me da bambina, generosa, dolce, amorevole, sempre gentile e rispettosa, ha ormai lasciato il posto ad un assassina senza pietà, fredda, distaccata, irremovibile, irrimediabilmente perfida, apatia pura.
Sono sempre calma, mantenendo il sangue freddo in ogni situazione, come fossi morta.



Sposto lo sguardo sull'altoparlante impiantato in ogni area e stanza del palazzo oscuro non appena inizia ad emettere suono.
Serve ad inviare comunicazioni generali o singolari, per quando veniamo chiamati personalmente per delle missioni, per novità importanti od emergenze.

In questo caso la chiamata è per me, infatti l'altoparlante si è attivato solo nella mia stanza.

<< Balck coat è attesa in segretaria, si prega l'interessata di raggiungere il luogo immediatamente.>> questo è ciò che ha comunicato.

Metto la solita divisa, una semplice tuta nera aderente, prendo il mantello, mio fedele compare, e scendo, so cosa mi attende.

Giungo al piano meno due, dove si trova la segreteria, ovvero la stanza di assegnazione delle missioni.

<< Buongiorno Mariana, cosa devo fare?>> chiedo poggiandomi sul bancone, tutto in questo palazzo è bianco, come le divise del personale assistente. Il personale assistente, come la segretaria, viene chiamato per nome anziché usare i nomi in codice.
Quello è riservato a chi fa il lavoro sporco.

Come sempre mi fa un occhiolino assegnandomi una busta bianca chiusa, ringrazio e saluto.

Per ogni criminale del palazzo all'interno della busta c'è un foglio riguardante la missione, il suo obiettivo, i dettagli, a chi, dove e come rivolgersi per la retribuzione a compito finito.

Per me all'interno c'è la falsa carta di credito che mi da accesso all'ultimo piano interrato, l'ufficio di Zeref.

Lui mi assegna le missioni personalmente, dato che sono l'unica a sapere della sua identità e non solo.

Tutti in questo posto pensano che il Signore Oscuro gestisca le cose da un altro posto, nessuno a parte me e una manciata di imbecilli sa che lui si trova qui. È un informazione riservata ai più fidati, questioni di copertura, sicurezza.

Quella manciata di imbecilli di cui parlo sono:  Minerva, assassina professionista dall'età di sedici anni, ora ne ventidue, è stata assegnata anche al reparto riservato al personale speciale, che si occupa di coperture e quant'altro.
Lei si è occupata del mio allenamento fisico, inoltre mi ha insegnato ad usare qualunque tipo di arma.
Rogue, ladro esperto e molto astuto, ha ventitré anni ed è il ragazzo di Minerva, stanno insieme da quando si conoscono. Lui si è occupato del mio allenamento per quanto riguarda tattica e strategia.
Sting, esperto di arti marziali, ha un intelligenza particolare, Zeref lo usa per rubare informazioni in quanto sua più grande abilità.

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