Liam
Home with youLa prima volta che lo vidi lo riconobbi subito, in mezzo a quel gruppo di soldati. Accadde quando ci stavano assegnando ai diversi gruppi, dopo la consegna delle divise e la rasatura.
Lo riconobbi immediatamente, del resto, come si poteva non riconoscere uno come lui...
Mi chiesi fin da subito cosa ci facesse lì, chi mai avrebbe reclutato uno come quello?
uno come lui...Il suo nome mi tornava in mente sempre, quando mi capitava di restare in silenzio, insieme a tutto quello che era successo quella notte.
Eppure...
No, no, non ero innamorato di lui, assolutamente no. Erano tutte cavolate, io ero innamorato della mia ragazza, o meglio, ex ragazza.
Quando, ad un certo punto, si girò di scatto, esattamente dove mi trovavo io, feci finta di non vederlo e mi voltai dall'altra.
Che mi avesse visto?
No, figuriamoci, e poi perchè mai un tipo così dovrebbe voler mai anche solo pensare di guardare uno come me?Però, forse... forse si era girato per guardarmi e forse...
NO!
La dovevo smettere di fare quegli inutili pensieri per uno del genere, anzi, io non li avrei proprio più fatti certi pensieri.
Che poi, pff, quali pensieri che io non ero certamente innamorato di lui!?
Avevo ben altro a cui pensare: la mia famiglia, ad esempio. Quando, prima di arrivare al porto, li salutai mi passò troppe volte per la testa che quella, quella, sarebbe potuta essere l'ultima volta che li avrei visti.
Li salutai cosí in fretta, per non mettermi a piangere, che mi guardarono quasi male, come se non mi riconoscessero in quel momento, ma non volevo che mi vedessero riversare lacrime per questo.
Per mio padre piangere non era da uomini, un uomo non avrebbe dovuto piangere.
Cercò di inculcarlo nella mia mente sin dall'infanzia ma, nonostante ciò, non appena girai l'angolo scoppiai in lacrime, piansi per dieci minuti o più, fino a quando mi ricomposi e mi diressi verso il porto con la mia valigia in mano.Proprio lì, in mezzo a dei ragazzi, tutti più o meno della mia stessa età, ne notai uno che gli somigliava particolarmente, così mi voltai facendo finta di nulla, e lì volli scoppiare a piangere di nuovo, un pianto isterico, liberatorio: lui non poteva essere lì, no. Ovunque ma non in un porto dove la nave salpa per la guerra.
Prima di crollare di nuovo, però, mi tornarono per la mente le parole di mio padre:
"Smettila di piangere per il tuo giocattolo Liam! Tu sei un uomo, e gli uomini non piangono mai." e mi bloccai immediatamente, ricomponendomi.
Da quando me lo disse, quel giorno, non lasciai più cadere una sola lacrima.Da quel giorno, fino a quello della partenza.
*Quando mi trovai, insieme agli altri soldati, al porto, conobbi Harry, un ragazzo alto, dagli occhi verdi, dai capelli castani e ricci.
Riuscii subito a fare amicizia con lui; del resto era proprio come me, anche lui aveva affrontato i miei stessi problemi prima di trovarsi lì, pronto a partire verso il suo destino.
Proveniva da una famiglia ricca, difatti, conoscevo il padre poichè anche la mia era della stessa classe.
Era un uomo tanto influente e potente che non capii perchè Harry stesso -così come me- si trovasse in quella situazione.
STAI LEGGENDO
You Bring Me Home ~ Larry Stylinson
FanficIl primo febbraio 1941 compii 17 anni. Quel giorno ancora non sapevo che da li a poco la mia vita sarebbe cambiata per sempre. Non sapevo che avrei conosciuto delle persone uniche, dedite più all'amore che alla loro stessa esistenza. Non sapevo che...