Rose al chiaro di luna, spine all'ombra

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Bull alzò il bicchiere:
"Alla nuova curatrice del museo!"

Tutti brindarono allegramente, e Kara imbarazzata si mise una mano sul viso e chiuse gli occhi arrossendo: aveva sempre amato l'arte, ed ora, dopo anni di duro lavoro, era diventata curatrice di un museo prestigiosissimo.

Eppure nonostante l'immensa felicità che provava in quel momento, Kara sentiva la mancanza della persona che amava, e che avrebbe voluto avere al proprio fianco in quel momento così importante per lei.


Il giardino preso in affitto per la festa era ampio e verdeggiante, pieno di siepi potate minuziosamente ed adornate con splendidi fiori dai colori iridescenti. Mentre gli adulti se ne stavano a brindare ai tavoli, Minerva preferiva rimanere a bordo della larga piscina del posto, intenta ad ammirare i fiori e a bearsi del loro piacevole aroma.


"Tu non stai con gli altri?"

Minerva vide venirle incontro un giovane elegante, a dal viso delicato, con setosi capelli turchini:

"Sto aspettando i miei amici..." - sorrise lei cordiale ma al contempo un po' malinconica, per poi notare il fiore all'occhiello del ragazzo - "Quella rosa... è sorella di queste altre, vero?"

"Un occhio davvero attento." - rispose lui estasiato - "Sì, è una di quelle rose, l'ho presa in prestito per il mio vestito."

"E il padrone del giardino non si arrabbierà?"
"Mia sorella Hana se ne farà una ragione: in fondo, fra un anno questo posto sarà anche mio."

"Oh, quindi ti occupi anche tu del giardino?"

"Già, soprattutto dei fiori."

"Sono davvero belli."

"Ti ringrazio." - il giovane tirò fuori dalla tasca dei pantaloni una piccola cesoia e tagliò delicatamente un bocciolo, per poi porgerglielo - "Siccome hai apprezzato le mie piante, voglio regalarti questa rosa; è piccola, e delicata, ma ha un aroma strepitoso ed è bellissima."

Minerva arrossì e prese il fiore:
"Ti ringrazio; non so neppure il tuo nome..."

"Kypros, al tuo servizio." - rispose lui facendo un lieve inchino.


"Minerva!"

Sentendosi chiamare si voltò, e vide arrivare un ragazzo e una ragazza, entrambi vestiti in maniera elegante, il primo con giacca e pantaloni blu scuro e scarpe nere abbinate, la seconda con un tailleur chiaro e uno foulard turchese.

"O santo cielo..." - disse andando loro incontro - "Violate!"

"Ehilà!" - sorrise allegramente la ragazza per poi abbracciarla - "Ma guardati, sei bellissima..."

"Oh Violate, io sono ancora piccola, tu invece sei praticamente una donna ormai!"

"Ma che dici..." - rispose lei imbarazzata.

Ed era vero: il suo corpo era cresciuto, e le sue nuove forme ben si notavano con quel vestito addosso.

"Scusaci se abbiamo tardato" - disse Leonidas - "Violate è arrivata ieri pomeriggio, e oggi dovevamo assolutamente trovarle un vestito per la festa."

"Oh, avrei potuto aiutarvi!"

I due si guardarono, rendendosi conto di non aver minimamente contemplato la cosa:

"Già, in effetti..."

"Va beh, ormai che possiamo farci Leo?"

Si misero a ridere, e in quel momento Minerva intuì il motivo per cui avevano voluto restare un po' da soli, dopo così tanto tempo.

L-Iconoclast 6: Life on Mars?Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora