Ruby's rules

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⚠️AVVISO⚠️
Con questo capitolo ho scoperto che nessuno fa fanart di Ruby.
Si prega la componente artistica del fandom di rimediare.
Grazia per l'attenzione e buona lettura.
-le autrici di ff su awae♥️


"Ragazzi, fate un po' di silenzio! Dovrei fare un brindisi qui!" Urlò Anna, salendo sul tavolo.
Tutti si zittirono, la musica si abbassò, e la sala si voltò verso di lei.
"Bene...allora, la prima cosa da fare è augurare a Gilbert uno strabiliante compleanno!" Esordì la rossa, scatenando i consensi dei presenti e l'amorevole sorriso del ricciolo.
"Ok, ora arriva la parte difficile...oltre al regalo che ho già comprato...ho un'altro regalo per te." Continuò lei, estraendo un foglietto dalla giacca e aprendolo, tremante e agitata.
"Uh, sono più nervosa di quanto mi aspettassi..."Borbottò, mentre dal fondo della sala Billy le urlava di svegliarsi.
"Gil, scusa se ti ho obbligato a tenere il segreto e sono mortificata per tutti i litigi che abbiamo avuto...ma stasera voglio ribadire a te e dire a tutti quanto ti amo.
Ti amo quando sorridi, quando ti arrabbi, quando mi rincorri, quando ti fai desiderare, quando leggi...sei meraviglioso quando leggi...e ti amo quando cerchi di farmi starnutire con le piume, quando cuciniamo insieme, quando mi distrai mentre guardiamo un film, quando mi lanci occhiatine in classe, quando mi sfidi a trivial, quando sei giù e non me lo vuoi far vedere, quando provi a suonare la chitarra ma non sei capace.
Ti amo da morire quando siamo a cena con le nostre famiglie, quando mi tiri nelle stanze per qualche bacio rubato, quando ti fermi a Green Gables durante le tue uscite per correre, quando mi lasci offrire qualcosa, quando ascolti i miei sproloqui, quando balliamo in salotto, quando fai il duro e quando fai il bambino.
Amo, amo e amo quando mi sorprendi...e tu mi sorprendi sempre.
Amo anche quando i nostri appuntamenti consistono in una partita a scacchi, il che è grave...
Non amo quando ordini al posto mio o quando sei talmente concentrato sullo studio da dimenticare le faccende domestiche e i tuoi cari, ma la tua espressione concentrata e gli scleri per le parti difficili sono adorabili!
Ti amo Gilbert Blythe!
Stiamo segretamente insieme da otto mesi e continuo ad amarti come prima che tutto questo accadesse, forse di più...quindi è ora di prendere anche le conseguenze e uscire allo scoperto...
Buon compleanno Slateface." Lesse Anna, lasciandosi sfuggire anche un paio di lacrime nel mentre.
"Ti amo anch'io Carotina!" Esclamò lui, raggiungendola per baciarla, mentre la sala scoppiava in un boato di cori entusiasti.
Qualche ragazza si asciugava le lacrime di commozione, qualcuna imprecava a bassa voce, qualcun'altra riscattava vecchie ragioni e scommesse...mentre una correva via, asciugandosi copiose lacrime, mentre una voce dolce le sussurrava perfide parole.

Ruby non poteva che sentirsi tradita...forse la sua cotta non era più forte come un tempo, ma come aveva potuto una delle sue migliori amiche agire così alle sue spalle?

"È proprio una puttana...vedrai che alla fine lui sceglierà te! Sei molto meglio di lei, tutt'altro livello! Adesso è solo attratto dal suo spirito crocerossino che gli dice di salvarla, ma presto si stancherà e capirà che tu sei molto più adatta e che ti meriti il suo amore." La incitava intanto Josie, ripetendole vecchie malignità che aveva sempre raccontato per chissà quale motivo.
"No! Anna lo sa: non amo più Gilbert come una volta, a volte credo di non ammetterlo solo per paura...ma non so più se è amore...
Comunque quello che mi ha ferita è il fatto che ha agito alle mie spalle! Per otto mesi! Non la perdonerò mai! Doveva dirmelo subito, non aspettare che cedessi alla realtà sulla mia non cotta!" Sbraitò la biondina, macchiando per la prima volta il suo dolce candore con il risentimento espresso.
"Non volevamo tradirti, Ruby. È stata una cosa davvero difficile per noi: ora ci vedi insieme, bugiardi e infimi...ma c'è molto altro, soprattutto per Anna." Affermò Gilbert, varcando la soglia della porta con la sua ragazza stretta tra le braccia.
"Ti giuro che ho fatto di tutto per non ferirti...ho cercato di resistere, di dirtelo, di non farti stare male...alla fine ho perso la bussola e ho deciso di agire così, da codarda.
Sono mortificata." Ammise la rossa.
"Dovevi parlarmene! L'avremmo affrontato insieme, da amiche e alleate quali siamo!" La biasimò la dolce biondina.
"Non sprecare le parole, cara Ruby...loro non se le meritano. Se davvero gli fosse importato di te non l'avrebbero detto pubblicamente così, non te lo avrebbero fatto scoprire in questo modo ignobile. Lei è solo un'arpia che non ha ancora capito quale sia il luogo a cui appartiene...perché non appartiene a nessun luogo. È corrotta nell'animo, come tutti gli altri disgraziati che hanno solo un destino davanti a se: la strada. È lì che dovrebbe esser-" blaterò Josie, interrotta dal fragoroso suono di uno schiaffo.

La delicata mano di Ruby Gillis era ancora sospesa in aria, mentre il volto della bionda era ruotato brutalmente, gli occhi azzurri erano diventati vitrei e la mano tremante si accingeva a raggiungere il viso fiammante.

"Vattene, non è la tua battaglia. Mi fanno schifo gli insulti gratuiti." Disse piano la più piccola, ricomponendosi e sfoggiando una freddezza che non le era mai appartenuta, seppur copiose lacrime le rigavano il viso, contraddicendo la sua rudezza.

Lo sgomento nei presenti non sembrava avere filtri, tanto che sentivano di non riuscire a muoversi o parlare.

Fu Josie, forse per orgoglio, la prima a ricomporsi, sibilando un "stronza" e scappando dalla stanza.

"Ruby..."Sussurrò Gilbert in un tentativo disperato di muovere l'aria, stringendo maggiormente la rossa a se.
"Sedetevi." Ordinò la bionda, e così loro eseguirono.
"Raccontatemi tutto, tutta la storia. Perché non dirmelo?" Chiese lei.
"Tutta la storia è un po' lunga..."Commentò il ricciolo, con un veloce ghigno per il disagio.
"Abbiamo tempo." Rispose lei.
"Esatto...beh, é tutto iniziato quando Gil è tornato a scuola, quando ho scoperto che tu avevi una cotta per lui, quando l'ho colpito con il quaderno...siamo stati nemici per anni, restando segretamente alleati; non che ci aiutassimo, ma c'era come un'attrazione magnetica.
Due anni fa, però, abbiamo fatto un progetto scolastico insieme e mentre lavoravano ci siamo addormentati. Al risveglio i nostri corpi si erano avvinghiati e per la fretta di staccarmi siamo caduti.
Sul pavimento, a quel punto, siamo scoppiati a ridere. Gilbert mi ha spostato una ciocca di capelli ed eravamo così vicini...ci siamo sussurrati qualcosa, io sul fatto che fosse sbaglio, lui sul fatto che fossi bellissima...ma sono riuscita ad allontanarmi.
Da quel giorno sapevamo entrambi che ci piacevamo, ma eravamo inermi e così abbiamo iniziato a essere amici, a vedere altre persone, a controllare di non essere mai troppo vicini."iniziò Anna, ridacchiando e facendo qualche grugnito per quei momenti infinitamente turbolenti.
"Otto mesi fa, però, ho fatto un'incidente.
Una gamba rotta e uno svenimento. Quando sono arrivati Bash e Mary c'era anche lei: sapevano che sarebbe stata l'unica persona che avrei voluto vedere. All'inizio le infermiere non volevano farla entrare, ma quando ha detto che era la mia ragazza è corsa ad abbracciarmi e mi ha baciato.
Piangeva e sembrava che avessero investito lei, ma poco importa...era bellissima ed ero solo felice di vederla.
Quello spavento ha cambiato le carte in tavola, così abbiamo deciso di stare segretamente insieme." Continuò Gilbert, sorridendo teneramente a quei ricordi.
"Ma ancora non sapevo come parlarne con te: il piano era sperare che passasse, che ci saremmo disinnamorati o lasciati prima di doverti affrontare, o aspettare che fossi tu a metterti con qualcuno...sono stata una tale vigliacca, ma il terrore di perderti, si farti un torto così spudorato e crudele mi uccideva...sembrava la cosa giusta, era la cosa comoda.
Poi, però, hai detto che non eri più sicura, lo hai fatto mentre cercavamo il suo regalo. Sembrava un segno del destino...e comunque avevo già rotto le uova nel paniere dopo il primo mese di omissioni e bugie. Scusa, davvero, pensavo di star arginando i danni." Concluse Anna.
Ruby rimase in silenzio per qualche secondo, riflessiva e impassibile, con lo sguardo vuoto fisso verso il pavimento.
"Siete stati stronzi, infami, sleali, traditori e cattivi, di certo non riavrete la mia fiducia molto presto. Non vi posso perdonare, non oggi, ma non vi dico che smetterò di essere vostra amica.
Non è mai servito un genio, sapevo che vi guardate in un modo unico...ma non vi giustifica: avreste dovuto affrontarmi, combattere per voi! Non nascondervi come dei ratti!
Vi chiedo almeno un mese per abituarmi a questo...poi deciderò definitivamente cosa fare. Che sia chiaro: qui non sono io la carnefice e non ho ragioni di sentirmi in colpa.
Ti conosco, Anna, so che ti starai torturando da sola, che sei severa con te stessa...ma questo giro devi pagare, mi avete ferita perché non avete avuto fiducia in me, in una persona che vi vuole bene e che vi affiderebbe ciò che ha di più prezioso!
Non smetto di amarvi, ma per molto tempo le cose saranno diverse e dovete accettarlo." Dichiarò Ruby, con un tono stranamente calmo, alternato con piccoli picchi di ira.
Anna e Gilbert non ebbero il coraggio di replicare, ne di guardarla negli occhi.
Rimasero lì: giudicati e biasimati.
"Sono felice che siate finalmente liberi di essere felici." Concluse in un sussurro la bionda, prima di uscire dalla stanza e chiudersi la porta alle spalle.

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