Capitolo 53.

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T/N's pov

La luce nello sfiorarmi la pelle mi regalò la sensazione più bella del mondo. Quel calore solare, che non percepivo da tempo, riuscì a rincuorarmi, rasserenarmi e consolarmi per la grave perdita subita a causa della malefica donna di nome Gillian.
Assassina di capelli!
Si. Mi aveva imposto di tagliarmeli...
Non per rinnovarmi il taglio, che tra l'altro era venuto osceno...
Per copertura.
E ora mi toccava rimanere con una zazzera di capelli arruffati e supercorti sulla testa.
Mi erano pure allungati in questi mesi...
Oddio! E se Jean non mi riconoscesse?!
Dean mi prenderebbe sicuramente in giro!
Era strano... ogni volta che pensavo a Jean, pensavo a Dean e viceversa.
Boh ... sarà il nome. Si scrivono con le stesse lettere finali...
Più probabilmente era l'affetto immane che provavo per loro.
Mio padre invece non me lo cagavo molto.
Donate monete per il povero Levi dimenticato dalla sua stessa figlia...
Ma tornando alla serial killer di capelli, era stata lei a decidere tutto sul come raggiungere la Caposquadra Zoe. Ripensai con orrore a quel momento...
<<Abbiamo un problema>> si gratta il mento Jack, mentre ci prepariamo nel loro caotico covo.
<<Uhm? Che genere di problema?>>
Lo guardai corrugando le sopracciglia con fare interrogativo e storcendo il labbro.
<<Come diamine ti facciamo arrivare da Hanji senza che ti identifichino? Al momento hai una taglia sulla testa. E un cappuccio in pieno giorno con i gendarmi che cercano i tuoi amici soldati, non è il caso.>>
<<Da quando ho una taglia sulla testa?>> sgrano gli occhi confusa.
<<Da quando hai fatto ''amichevolmente a botte'' con Kenny>> mi citò Jack, l'espressione seccata. In effetti la cosa rendeva la situazione complessa. Non potevo certo mettermi a sfilare nella mia bella tenuta, capelli sciolti al vento e una freccia enorme con su scritto '' la vostra taglia'' puntata su di me. Poi soprattutto a Trost dove la gente sopravviveva a stento. Cioè... solo un pazzo si sarebbe fatto scappare una succulenta taglia come me.
<<Potrei vestirmi da popolana e mettermi un fazzoletto attorno alla testa>> scrollo le spalle, proponendo qualcosa che a mio avviso poteva funzionare.
Ma Gill sembra avere di peggio in mente...
''Come testimonia anche quel suo sorriso inquietante mentre mi guarda... Perché mi guarda così?!'', penso innervosendomi leggermente.
<<Cercano una ragazza...>> ghigna furba.
<<E allora?>> inizio a capire.
<<Non vorrai ...>> spalanca gli occhi Jack.
<<Si fratello!>>
<<Non vorrai cosa?>> continuo inutilmente a chiedere io.
<<È una splendida idea! Ho qualcosa che le andrebbe pure bene!>> esulta il gemello.
Li osservo imbronciata, dato che smbra che non esista al momento per loro.
<<NON VORRAI COSA!?>> esplodo, agitando le braccia.
I due mi scrutano, si scambiano uno sguardo complice e Gill infine fa un passo in avanti: <<Ti travestiremo da uomo!>>
<<... E cosa comporta questo?>>
Cosa comportava?
Che mi costrinse a tagliarmi i capelli corti come quelli di un ragazzo. Più corti di Eren, ma più lunghi di Connie per fortuna.
Neanche Jack era contento della cosa. Quando la sorella aveva proposto un tale sacrificio, aveva iniziato a farfugliare qualcosa come ''è un crimine contro il genere maschile tagliarle quei lucenti capelli!'' oppure ''sacrilegio!'' a ogni centimetro che la rossa tagliava.
Infine mi aveva costretta a indossare dei vecchi vestiti di Jack e mi aveva sporcato la faccia...
Non chiedetemi perché...
... e applicato dei baffetti finti.
Il suo ''perfetto'' esclamato con tanta soddisfazione mi fece impallidire. La mia immagine riflessa rimandava un ragazzo lacero, sporco e sconvolto.
Jack era stato il più tragico: <<Sorella... tu rovini la mia esistenza. Era una giovane bella donna e ora è... >> guardandomi schifato e indicandomi con entrambe le braccia tese <<..''questo''!>>
Jack?! Ma che?!
E si, adesso ero ''questo''.
Conciato così male neanche le ragazze mi guarderebbero...
Non c'erano ormai dubbi che Gill fosse un dannato genio del male. Anche ora mi fissava con soddisfazione, come se fossi la sua più grande creazione.
Avanzava al mio fianco, ma a un metro di distanza, vestita come una semplice popolana di una bassa estrazione sociale, i capelli rossi sciolti e lo sguardo dolce.
Lo sguardo dolce lei? 
Lei?! E le sta pure bene!
Jack stava dietro di me, quasi appiccicato, assicurandosi di essere pronto a intervenire ad una mia eventuale caduta e a scacciare un possibile assalto, non dei gendarmi, ma dei pretendenti alla mano della sorella.
Si, l'abito scelto era semplice, ma studiato a pennello per metterle in mostra le forme. In più rivolgeva un sorriso spiazzante e sbatteva la ciglia a chiunque ci fissasse troppo.
Ovviamente attirava più sguardi maschili che femminili, ma anche le donne non riuscivano a trattenersi dallo scrutarla.
La sua presenza serviva a distogliere lo sguardo dal lacero ragazzino zoppicante che ero io.
Il corsetto sgargiante ne era la prova.
Jack era il solito: cappello in testa per rendere meno evidente la sua chioma scarlatta raccolta in un codino, una casacca larga, il passo disinteressato.
Avevamo scelto l'ora più trafficata del giorno per utilizzare la folla, riversata per Trost, come nascondiglio.
Un nascondiglio vivo e in moto, ma utile per celarsi al meglio.
<<Giuro che se quel verme guarda un'altra volta con quella faccia da maniaco mia sorella, lo uccido.>> sibilò ad un certo punto il mio ''accompagnatore'' con una leggera inflessione irata in bocca.
<<Stai tranquillo, Giff se la sa cavare. Non ha mica te intorno nel sottosuolo quando cerca informazioni da rivendere.>> cercai di placarlo.
<<Hai ragione, ma mi danno sui nervi quelle occhiate da ''predatore'' che le rivolgono.>> brontolò lui.
Mi faceva sorridere questo suo lato iperprotettivo e il fastidio provato, ben evidente nella sua espressione, nei confronti degli sguardi lascivi sul corpo formoso e minuto della sorella.
Ha un viso così virile e scultoreo..., commentai fra me e me, spiandolo senza che se ne accorgesse.
''Non è che hai intenzione di tradire Jean con questo criminale da quattro soldi?'' mi sibilò la voce di Dean nella testa.
Ah eccoti, mi sembrava strano che fossi scomparso...
''Ovviamente non lo sono''.
E io che pensavo di essere tornata sana di mente...
<<Vorrei semplicemente ricordarti che non sono in condizioni né di partecipare a scazzottate, nè di reggermi in piedi. Non penso nemmeno di essere in grado di raggiungere Hanji rotolando, per quanto simulare un bruco o una palla sia avvincente. Quindi evita di farti arrestare per omicidio...>>
<<Ma come posso stare tranquillo?! E... un attimo.... cosa>> sgranò improvvisamente gli occhi: <<Quel bastardo figlio di...>> ringhiò vari improperi impronunciabili  <<sta osando avvicinarsi a Gill?! Io lo ammazzo!>> 
Alzai gli occhi al cielo.
<<Jack! Se la cava da sola, per l'amor del Wall Rose! Piuttosto...>> feci  un cenno del capo indicando un gruppetto di gendarmi diretto nella nostra direzione.
Il giovane esaminò la situazione con una improvvisa ritrovata calma, per nulla intimorito dalla situazione.
Anzi continuò imperterrito a ostentare una espressione serena, come se non fosse imminente l'incontro col nemico.
<<Non c'è nulla da preoccuparsi. Se dovessero parlarti, tu sta zitta. Fingeremo che sei muto>> mi raccomandò, marcando la lettera ''o''.
Beh... Sono abile a mentire...
Questa semplice constatazione mi costò un sentimento di oppressione al petto.
Perché?
Ero effettivamente brava nel mentire, così brava da  ingannare persino le persone a me più care.
Mentire però poteva rivelarsi utile... Fingerò di non notarli, così desterò meno sospetti.
Potevo essere anche la personificazione della faccia da Poker, ma il cuore, mentre sfilavamo  accanto al drappello gendarma, parve quasi uscirmi dal petto.
Brividi di gelo attraversarono la mia schiena in quei brevi lunghi secondi carichi di angoscia.
Erano troppo numerosi per Jack, di conseguenza non dovevano accorgersi per nessun motivo del mio travestimento.
Stavo per tirare un sospiro di profondo sollievo, quando una voce burbera mi paralizzò sul posto: <<Ehi tu!>> 
Vabbè non dirà mica a me?
<<Dico a te ragazzo storpio!>>
Addirittura storpio. Alla faccia!
Mi voltai verso la fonte  di cotanta raffinatezza, osteggiando uno sguardo ingenuamente sorpreso.
Mai una gioia nella vita! Mai una cosa che fili liscia!
<<Che diamine ti è successo?>> corrugò le sopracciglia uno di due gendarmi, rimasti indietro per osservarmi, incuriositi e forse anche divertiti dal mio arrancare.
Evidentemente saranno un tantino sadici...
Spalancai la bocca come per parlare, ma senza emettere verbo.
''Mutizzazione'' effettuata con successo.
Anche se non credo esista questo termine.
<<Ehi, vedi di parlare!>> mi punzecchiò con forza il braccio.
Non so come riuscii a non imprecare in risposta alla fitta di dolore che sentii propagarsi sotto la pelle.
Mentalmente stavo maledicendo quell'uomo in ogni lingua conosciuta.
Il gemello Miller si decise finalmente ad intervenire. Mi afferrò con foga il braccio e mi tirò verso di sé , con fare nervoso e malgrazia, frapponendosi fra me e i gendarmi.
Mi schiantai contro il suo busto e un'altra comitiva di dolori mi infestò il corpo nuovamente.
<<E piantatela, non vedete che mio fratello è un fottuto muto?>> sbuffò rudemente e con aria vagamente annoiata Jack.
Sembrava quasi più infastidito dal fatto che  fossi ''muto''piuttosto che dai gendarmi.
I due soldati ci squadrarono dalla testa ai piedi, non molto convinti.
<<E voi sareste fratelli?  Non vi somigliate per nulla>> manifestarono i loro legittimi sospetti.
Insomma ci somigliamo quanto una pianta e un pollo...
...quanto Armin e Mikasa...
Quanto Ymir e Historia...
Come Levi e Hanji.
Insomma...'na mazza.
Dato il mio presunto mutismo, la mia vita era tutta in mano al contrabbandiere.
Non molto rassicurante devo dire...
E poi...
La sola idea di ulteriore sangue versato, che fosse di Jack o dei gendarmi o mio non aveva importanza, in quel momento mi fece aggrovigliare le viscere.
Un flash mi riportò alla mente gli occhi spenti della mia prima vittima e quelli delle successive.
Privi di vita...
Occhi vuoti.
Ebbi un  sussulto, per fortuna non notato dai due soldati.
Speravo quindi con tutto il mio cuore che riuscisse a trovare delle bugie convincenti.
La bocca di Jack si animò di una piega quasi sadica e divertita: <<Tsk, ci mancherebbe. È figlio della puttana di mio padre. Neanche so se è effettivamente mio fratello...>>
Ma ste cosa da dove le tira fuori?
<<...Mio padre è convinto di si. Ma io penso che sia così invaghito di quella stronza, da bersi la qualunque. E quindi mi tocca sopportare questo coglione...>> spiegó svogliatamente <<Ma almeno è silenzioso.>> concluse con una battuta idiota, capace di fare ridere solo un gendarma predisposto allo sfottimento.
Li vidi ridacchiare fra loro, neanche avessero ascoltato la battuta del secolo, e istintivamente lo guardai male, scatenando ultetiori scoppi di risa.
E Marco voleva entrare in sto corpo di teste di caz-ehm...
Sono fatta troppo volgare, dovrei usare meno parolacce...
<<E perché è così conciato?>> mi riportò alla realtà un'ulteriore pericolosa domanda.
Jack non parve nemmeno doverci pensare più di tanto.
<<L'idiota si è fatto pestare a sangue. Gli dico sempre che è troppo gracile, ma non mi ascolta e da pretesti a persone poco raccomandabili di ucciderlo.>>spiega con estrema calma <<Se non fossi intervenuto, ora sarebbe morto in qualche vicolo. Io lo dico che è coglione. E sapete perché lo ha fatto? Il farsi pestare?>> indugiò nel proseguire per creare una certa suspance <<Per una ragazza brutta quanto il culo di una vacca. Ma brutta vi dico che manco un ceco se la farebbe!  E a lui le piace. Ha dei gusti di merda..>>
Io a quelle parole mi finsi indignato e arrabbiato. Traballai per la foga con cui agitai il braccio contro il petto di Jack, scatenando le risatine dei gendarmi.
Tanto per cambiare...
<<Pff io  farei a pugni solo per una ragazza come quella!>> esclamò con enfasi e indicò la sorella <<Wall  Rose! Ma lo vedete che fondoschiena che ha?  E che tette poi!  Me la scoperei volentieri!>>
Aspetta... Che?!
Lo guardai stralunata, non riuscendo a fan coincidere il fratello geloso con il tizio burbero che stava impersonando.
Anche i soldati seguirono lo sguardo del giovane e si misero a scrutare le forme di Gillian.
Aggiungerei a ''scrutare un po' troppo''.
Mi facevano ribrezzo.
<<È veramente una bellezza! Gomez, guarda come si muove!>> partecipò nei commenti anche uno dei gendarmi, tirando verso di sé il collega.
<<Sono sposato, vorrei ricordarti>> sbuffò quello che doveva essere Gomez, ma senza distogliere lo sguardo dai glutei di una certa assassina di capelli.
Percepì il mio amico prendere un grosso respiro, mentre i due potenziali nemici dibattevano sulla bellezza di Gill. Per un attimo nei suoi occhi saettò un lampo omicida.
<<Ah signori, avete pienamente ragione>> sorrise <<E mi piacerebbe parlare ancora con dei gentiluomini come voi, tuttavia devo congedarmi. Purtroppo non ho tempo di provarci con quella donna, devo portare questo cretino dal dottore>> sbuffò Jack  <<Se volete scusarmi>>
Agitò in segno di saluto una mano.
Fece per superarli e i due, decisi a osservare imperterriti la rossa, non opposero resistenza.
Mentre ci allotanavamo percepii il braccio di Jack, sulla mia schiena, farsi più rigido.
<<Ho spinto dei maniaci a guardare il sedere di mia sorella... Che nervoso.>>
La rabbia straripava dalla sua voce.
<<E non osare dirlo a Gill, quella userà il mio senso di colpa contro di me alla prima occasione>> aggiunse poi, continuando a gettare occhiate furtive alla ventenne.
<<Jack...>> mormorai.
<<Mh?>>
<<Scusami per avervi coinvolto nella faccenda.>>
<<Ma che dici, ci siamo coinvolti di nostra spontanea iniziativa. Ora svolta a destra. Dobbiamo addentrarci nella zone distrutte meno trafficate. Siamo vicini ormai>>

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