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"Ed era così facile prima,
ti serviva solo il sorriso per
essere perdonato.
Ma ora?
Ora anche se sei qui.
Mi fa male il cuore.
Ma non riesco a perdonarti"

Capitolo forty- two

Non è strano forse?

O è tutto normale?

Pensare, che in realtà, ciò che ci fa sentire vivi siano le emozioni, e non un cuore che batte.

Eppure, perchè, in certi momenti pensiamo al fatto che se il cuore smette di battere, il nostro primo pensiero è quello di disperarci e di pensare al fatto che non ci saranno più?

Loro ci sono.
Sono morti fisicamente.
Ma sono vivi.

Saranno morti, solo quando smetteranno di farci provare qualcosa.

Lo osservo, rimanendo immobile.
I medici sono entrati in stanza e più lo guardo, e non sento nulla. Se non sollievo. Sollievo che lui stia bene.

Sta bene.

E forse aveva ragione, la mia era solo una cotta. Forse in realtà ero solo, talmente convinta che lui fosse il mio amore. E che quindi avrebbe dovuto stare con me, è amarmi.

E se fosse questo non è amore?
E se avesse sempre avuto ragione lui?

Si gira verso di me e mi fa un sorriso. Il mio cuore prende a battere forte, e abbasso la mano sulla mia pancia. Poi alzo lo sguardo e ricambio lentamente.

Impossibile. Se non fosse amore, non avrei mai sofferto così tanto.
Se non fosse il mio bellissimo, stronzo e rompicoglioni Dimitri il mio stomaco non sarebbe messo così male.

Lui osserva il mio gesto, ed io sospiro.

"Possiamo parlare dopo che se ne sono andati tutti?" Mi chiede.

"Certo" mormoro e mi mordo il labbro. Ho già la tachicardia a stare da sola con lui.

Spero di andarmene prima che arriveranno gli altri. Perchè non voglio vedere nessuno di loro.

Sto meglio.

"Ora però ti devo lasciare a fare le tue visite e le tue deposizioni, un poliziotto è qui fuori" gli sorrido.

Mi alzo e lui mi afferra la mano.

"Non andartene"

Non riesco a rimanere.

Guardo il mio migliore amico in cerca di aiuto. Ma Xavier scuote la testa e abbasso lo sguardo. Si avvicina a me. E saluta suo cugino.

"Dovete parlare, piccolina" sussurra.

"Lo so, benissimo" mormoro piano.

Mi giro verso di lui. Il mio lui. E mi vado a sedere nel suo letto e la presa della sua mano nella mia, non si è mai sciolta.

Faccio un respiro profondo. E premo la mano sulla mia pancia.

"Sei incinta?" Sbotta d' un tratto.

The Bad Boy' s rulesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora