Hera
A volte, la vita ti mette di fronte a situazioni assurde, situazioni che non avresti mai pensato potessero capitare, o almeno non a te. Come quando, guardando il telegiornale mentre ceni, ascolti una notizia così lontana dal tuo piccolo e personale ecosistema, che te ne dimentichi dopo pochi minuti.
Ebbene, il mio piccolo e personale ecosistema è appena stato messo a dura prova da un individuo di dubbia provenienza che ora è in piedi davanti alla porta di casa mia e mi chiede di entrare.
"Chi saresti, scusa?" Gli domando a braccia incrociate, in piedi a sbarrargli l'ingresso. "Nel caso volessi propormi di entrare in una setta, puoi star certo che la risposta è no."
Lui scoppia a ridere. Come se quella irragionevole qui fossi io.
Ditemi, dareste libero accesso a un tizio con la cresta fucsia così alta da fare l'occhiolino a Marte e con delle spesse righe nere nella rima inferiore degli occhi? Per non parlare delle catene saldamente attaccate ai passanti dei jeans neri, così stretti da fermargli probabilmente la circolazione del sangue.
"Sto cercando Hestia, dovevamo vederci per il corso extrascolastico di scienze. Sei sua sorella?"
Ora è tutto chiaro. Che stupida. Era ovvio che cercasse la lontana cugina di Dracula.
"Non si vede?" Gli chiedo di rimando. Oltre a essere vestito di dubbio gusto, è anche poco sveglio. "Oh, giusto, probabilmente non l'hai mai vista senza quella robaccia nera sulla faccia. Comprensibile."
"Hestia è in casa?" I suoi occhi cercano disperatamente il viso cadaverico di mia sorella, alle mie spalle. Okay, forse sono stata un po' troppo brusca. "Dovevamo..." Non riesce a reggere il mio sguardo, così lo punta sui propri anfibi neri. "...studiare."
E quella creatura del demonio di mia sorella, invece di avere la decenza di avvisarmi che il suo amico psicopatico sarebbe arrivato a casa, è uscita con Tommaso D'Angelo.
Bel lavoro, Hestia, bel lavoro.
Ora, potrei semplicemente dire a Punkie - ho deciso che questo è il suo nome, visto che non si è nemmeno presentato - che mia sorella, da brava incapace a gestire qualunque tipo di relazione sociale, si è dimenticata del loro appuntamento ed è uscita con un pino silvestre dagli occhi azzurri fingendosi la sottoscritta, ma per una sola e irripetibile volta, decido di fingermi una buona sorella. Diciamo che le devo il favore di un 8 in storia che mi ha fatto prendere stamane, mentre era travestita da me.
"Deve essere in camera sua, vado a chiamarla." Mento. Lo lascio passare e gli indico il divano. "Siediti lì e non muoverti. Hestia arriva subito." Gli ordino, e subito noto la sua espressione diventare più tesa. Annuisce più volte e obbedisce senza fiatare.
Cammino fino alla stanza di mia sorella con molta calma, per impazzire solo quando ho chiuso la porta dietro di me.
Spalanco le ante del suo armadio e mi trovo di fronte a un buco nero. Se ci saltassi dentro, con molte probabilità finirei a Narnia.
Potrei prenderla in considerazione, nel caso il viaggio in Honduras non andasse a buon fine.
Mi infilo una felpa nera sopra alla canotta rosa e cambio i miei pantaloni bianchi con dei leggings di cui non menzionerò il colore per non essere ripetitiva. Infine, aggiungo l'essenziale tocco pugno sugli occhi con una qualunque matita nera presa dal cassetto di Hestia. Sono così fuori di me, che devo solo sperare di aver effettivamente usato un cosmetico e non un carboncino da disegno.
Mi guardo velocemente allo specchio, cancello qualunque traccia di gioia di vivere dalla faccia, e vado in salotto. Punkie è esattamente dove lo avevo lasciato.
STAI LEGGENDO
Una ragazza come te
Teen Fiction[COMPLETA] Hera ed Hestia. Con la H. Due gemelle così diverse da poter essere paragonate al diavolo e l'acqua santa. Diverse, sì, ma le differenze possono essere facilmente superate quando nel quadro generale entra anche lui. Lui... che è innamorato...