Capitolo 6

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Emma sentí il sapore forte della vodka inumidendosi le labbra, era stesa accanto a Maria, con lo sguardo fisso alle luci della strada, che man mano, a causa dell'acool, diventavano sempre più offuscate.

Non riusciva più a distinguere i profili delle case,
le macchine, le persone. Sentiva soltanto la testa scoppiare ed il sangue scorrere nelle vene,
mentre il fegato si ribellava a quella mezza bottiglia scolata a stomaco vuoto.

"Era cosí bello Marco quando dormiva.
Dovevi vederlo, con la bocca semichiusa, spiaccicato contro il mio braccio." parlava a ruota libera,
passando il contenuto rimanente alla sua migliore amica

"effettivamente é bello." la rincuoró, tenendola stretta a se,
con la paura che potesse cadere all'indietro

"Ma no, é bellissimo." la corresse, mordendosi il labbro con i denti, poi il sorriso gli morí sulle labbra, "Ma
non è il mio ragazzo, siamo amici.
Amici, é bello essere amici con qualcuno, ma non con lui,
non voglio essere amica-"

Maria tenne la fronte corrucciata, cercando di ricapitolare con fatica cosa avesse detto Emma, in quelle frasi prive di senso logica, pause, parlava a ruota libera, senza rendersi conto di quanto si stesse sbilanciando, ma ne aveva bisogno. Così la lasció parlare, ascoltando, Emma non si sfogava molto, tendeva a sopprimere dentro tutto, ma arriva al punto in cui l'effetto valanga la trascinava completamente. Ed aveva bisogno di un appiglio, e quell'appiglio era unicamente una persona; Maria.

"Te lo avevo detto.
Non devi spingerlo nelle braccia della sua ragazza, Marco sta praticamente scappando." tenne la bottiglia nelle labbra

"Ormai" Emma si alzò, pulendosi le mani scuotendole, quasi barcollava, così si rimise a terra sbuffando "É felice quando parla di lei, credo."

Prese la bottiglia piena, la stappó e ne bevve qualche sorso. Le stava scoppiando la testa
ma il dolore fisico era inferiore a quello che stava provando interiormente, ci era ricascata in quel circolo vizioso.

"Io l'ho visto oggi, quando ti guardava, é diverso, non è amicizia."

Emma fece spallucce, chiudendo gli occhi e appoggiandosi alle gambe della sua migliore amica, si incollò a lei, come faceva sempre. "Ho lo stomaco ubriacato." quella frase non aveva per niente senso

Maria rise,
poi le diede un bacio sulla guancia. "La te innamorata é uno spettacolo. Mi mancava."

"Uff, non sono innamorata di lui."

Si alzò mettendo le mani sulla pancia, strinse gli occhi cercando di non pensare a nulla, le fitte alla testa aumentavano di minuto in minuto. Sbuffando se la compresse nelle mani, trattenendo le lacrime, ma non riuscendoci, caddero sul viso, bagnandolo. "Vieni qua." Maria l'abbraccio forte, accarezzandole la schiena per tranquillizzarla

Marco tenne l'asciugamano intorno alla vita, scuotendosi i capelli, aprí il frigorifero indeciso su cosa mangiare, sentendo dolore ad ogni parte del corpo.
Prese una bottiglietta d'acqua bevendone un sorso. Poi il telefono squillò, ed al mittente, sorrise sornione.

"Emmita." gli sfuggì dalle labbra, aveva un'espressione felice in faccia, che a Marina diede abbastanza fastidio.

"Ciao M-Marc-o" urló, cercando di urlare al di sopra della musica, lui sentiva silenzio ed una melodia da sotto, una canzone che riconobbe.

"Stai bene?" chiese riferendosi al balbettio

"Si. Devo solo fare pipì ma non so dove farla" rise, mentre lui corrucciò la fronte "Potresti aiutarmi t-tu?"

Spalancò la bocca mettendosi una mano sopra.
Evidentemente aveva bevuto, e anche parecchio a giudicare dalle risate. "Emma dimmi dove sei, ti vengo a prendere"

"Non voglio che tu mi venga a prendere
voglio che tu mi aiuta a fare la pipì." rimarcó, questa volta più decisa.

"Se non mi dici dove sei non posso aiutarti a fare pipì."

Marina fece cadere la forchetta sul tavolo, completamente spiazzata da cosa avesse detto il suo ragazzo.

"Sono al parco. Muoviti, altrimenti me la faccio sotto."
Chiuse la chiamata, lasciando sconvolto Marco.

Corse al piano superiore cercando di non pensare alle occhiate di fuoco della sua ragazza, al momento non gli interessavano.
Sentiva l'esigenza di aiutare Emma, mentre il cuore gli esplodeva nel petto.

Mise la giacca velocemente. "Se vai da quella ragazza, puoi dimenticarti di me per sempre."

Si bloccó per cinque secondi a fissare le chiavi della macchina nelle mani. Le fece girare per un po', non poteva far prevalere ancora la paura, così si diresse dritto verso la porta, chiudendola di scatto.

𝒅𝒐𝒈𝒔𝒊𝒕𝒕𝒆𝒓 ✿ 𝒎𝒂𝒓𝒄𝒐 𝒂𝒔𝒆𝒏𝒔𝒊𝒐Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora