Il giorno della festa si stava avvicinando. Era passata quasi una settimana da quando Sirius aveva proposto quella insensata idea che Remus odiava ma che tra gli altri loro amici aveva riscosso tanto successo. Stavano passando tutti un periodo orribile, solo che nessuno voleva darlo a vedere. Con la guerra che stava pian piano distruggendo il mondo esterno, i ragazzi che nel 1977 avevano 17 anni, che stavano per diventare degli adulti, non si sentivano pronti ad affrontare la realtà. Erano cresciuti per sette anni ad Hogwarts, che ormai era diventata la loro casa. Lo consideravano il posto più sicuro del mondo, dove si poteva ancora ridere e scherzare senza preoccuparsi delle conseguenze. Dove si poteva studiare quello che gli appassionava, dove potevano per la prima volta provare emozioni fortissime come l' amore. Ma la realtà era molto diversa, e i ragazzi lo sapevano, anche se lo negavano continuamente a loro stessi. Lily Evans era sempre preoccupata per la storte dei suoi genitori e di sua sorella, in balia dei Mangiamorte e che ogni giorno rischiavano di essere attaccati per il loro stato di sangue. Anche Remus Lupin si interrogava di come sarebbe stata la sua vita al di fuori da quelle mura sicure, con la sua situazione sarebbe stato difficile trovare un buon lavoro per mantenersi. Sirius Black aveva solo paura di perdere le persone che amava, di vedere Regulus morto a causa della sua cattiva decisione che lo aveva separato dal fratello, non voleva vedere soffrire James o Remus o Peter, e nemmeno Lily o Marlene. Anche gli altri ragazzi avevano le loro frustrazioni e i loro brutti pensieri, ma nessuno diceva niente a nessuno. Si tenevano tutto dentro, sapendo che nonostante tutti gli sforzi probabilmente prima o poi sarebbero scoppiati.
Forse era anche per questo, pensó Remus mentre si dirigeva in Sala Comune, che i suoi amici avevano accettato con tanto entusiasmo l'idea di una festa. Ne avevano tutti bisogno, per distrarsi un po'. Anche Remus avrebbe dovuto accettare l'idea e farsi avanti con Kate. Proprio a questo proposito, una volta arrivato davanti al quadro della Signora Grassa, si fermò. Voleva davvero invitarla alla festa. Voleva davvero poterla sentire vicino a lui, vederla sorridere ad una sua carezza. Strinse le mani a pugno, e prima che potesse avere anche solo il tempo per pensarci due volte, si girò e inzió a correre a perdi fiato verso la Torre di Astronomia. Sapeva che l'avrebbe trovata lí, Kate ci andava ogni sera per guardare il tramonto, e molte altre volte Remus era lí con lei, perché Kate ci teneva alla sua compagnia. Remus sorpasso vari studenti che, assonnati e stanchi, stavano tornando alle loro rispettive camere dopo una lunga giornata. Fece altre due rampe di scale e finalmente, con il fiatone, arrivó davanti alla porta della Torre. Si prese qualche secondo per riprendere fiato e riorganizzare le idee. Si rese conto che non aveva la minima idea di come chiedere una cosa del genere a Kate, non aveva avuto il tempo di trovare le parole adatte. Non era particolarmente pratico di questo genere di cose, di solito era Sirius l'esperto. Lui aveva avuto tante ragazze e sarebbe stata una cosa semplicissima per lui invitarne una ad una festa, mentre Remus era completamente l'opposto dell' amico. Nonostante le sue paure, allungò la mano e girò la maniglia della porta. Quando entrò la prima cosa che vide fu Kate, era seduta con la schiena appoggiata al grosso telescopio che tenevano sulla Torre. Era concentratissima ad osservare il tramonto che non si accorse neanche di Remus. Lui le si avicino e si sedette accanto a lei.-Ciao- disse semplicemente, lei non ebbe bisogno di girarsi perchè lo aveva ricontosciuto
-Ciao- gli rispose lei
-Credo che questo sia uno dei migliori in assoluto- disse qualche secondo dopo Remus, alludendo al tramonto
-Hai ragione- disse Kate. Non c'era bisogno di tante parole quando era con Remus, loro due si capivano al volo, anche solo con gli occhi. Era così il loro rapporto, un gioco di sguardi. Era un piccolo stratagemma che avevano imparato per poter comunicare anche distanti, visto che non si vedevano spesso per il fatto che appartenessero a due case diverse. Per esempio, in Sala Grande si scambiavano continue occhiate per comunicarsi qualcosa, così solo loro potevano capire cosa si dicevano.
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Nosce te ipsum
FanfictionDalla storia: -Le persone non ne parlano mai, del dolore, intendo, ma anche dei ricordi che provocano in loro dolore...e invece dovrebbero semplicemente sfogarsi perché tenersi tutto dentro, non risolve niente.- Remus la guardò con gli occhi umidi e...