Pov's Taehyung
Imparare ogni dettaglio di Haedogje Pa non era l'unica cosa che Taehyung aveva dovuto fare negli ultimi tre mesi. Era stato costretto a frequentare una palestra con Hoseok, incaricato anche lui di disciplinarlo. L'ufficiale aveva avuto un periodo piuttosto movimentato, dove cercava di coinvolgerlo sia fisicamente che mentalmente, per farlo sembrare pronto a servire i militari, prima di lavorare per Lim. Questa era una forza secondo l'informatore, il dovere militare dimostrava che eri un uomo dedito a seguire gli ordini. Taehyung aveva passato tutto il tempo desiderando di mostrare che non era adatto a quel compito. Ma dopo un mese stava iniziando ad abituarsi all'inferno che Hoseok gli faceva passare. Dire che gli piaceva era una bugia, ma almeno si sentiva in condizioni migliori per affrontare il tutto.
Hoseok però non era solo stato incaricato di modellarlo nella giusta forma. No, gli era stata data la responsabilità di insegnargli come usare un'arma da fuoco. Proprio come gli aveva detto Namjoon. Era un'abilità che Taehyung aveva previsto, aveva anche sperato però di non doverlo fare. Sapeva che gli uomini di Haedogje Pa portavano un'arma, non tutti, solo quelli importanti. Aveva bisogno di saperla usare, anche se la vista di una pistola lo spaventava da quando Hoseok gliene aveva messa una in mano. Stava iniziando a capire e accettare le armi da fuoco molto meglio ora.
Taehyung si rese conto che la sua paura iniziale delle armi era solo dovuta alla paura dell'ignoto. Dopo aver maneggiato una pistola, dopo aver imparato a smontarla e pulirla, far scattare il dorso di sicurezza e sostituire le cartucce, aveva scoperto di aver sbagliato nella sua paura. Non è la pistola la cosa di cui avere paura, ma piuttosto dell'uomo che la maneggia.
Tuttavia, Haedogje Pa non era come Hoseok, di cui si stava abituando alla vista con una pistola in mano, non era la stessa cosa della realtà. Taehyung li avrebbe visti con una fondina nascosta nel pantalone. Avrebbe visto pistole piazzate sui tavoli come posate. Se ne vedeva una disegnata era abbastanza sicuro che sarebbe comunque morto, significava che non avrebbe mai voluto trovarsi all'estremità ricevente della canna.
Molto simile a quando Lim gridava continuamente per assicurarsi che ricordasse nomi e volti, anche Hoseok ha dovuto farlo andare oltre i meccanismi di una pistola ogni volta che entravano in un poligono di tiro. Non uno di polizia, ma piuttosto una gamma privata di proprietà di un'azienda per la sicurezza. Taehyung sapeva già tutto sulle parti, aveva dissimulato e rimontato pistole quasi ogni giorno da tre mesi a quel momento. Eppure Hoseok gli diceva di farlo ancora e ancora, come una procedura standard. Taehyung sapeva che alla fine le avrebbe maneggiare con disinvoltura grazie alla memoria muscolare. Sarebbe in grado di lavorare sulla propria sicurezza e ricordare nient'altro che lanciare una rapida occhiata con movimenti abili delle dita. Hoseok lo aveva programmato per ricaricare in tre secondi. Ma quello era troppo lento per Taehyung. Trascorse quasi tre secondi trattenendo il respiro e immaginando quanti altri proiettili sarebbero potuti volare in quel momento.
Il poligono di tiro era attualmente vuoto fatta eccezione per loro. Erano in piedi nella cabina. Il più lontano possibile dall'entrata. Le cabine erano lontane dalla sagoma per un tratto di parecchi piedi, ogni cabina separata dalla successiva da un leggero muro di cemento. Sul soffitto sopra le sagome c'erano pulegge controllate da un pulsante sul muro, davanti le sagome, un bersaglio di carta.
"Guarda. Cos'è questo?" Chiese Hoseok indicando il meccanismo scorrevole appena sopra il grilletto a lato della canna. Sul bancone accanto a loro c'erano diverse riviste vuote e attrezzature per la pulizia. Taehyung studiò la pistola per un momento.
"Sicura per i pollici," e prima che potesse fargli un altra domanda aggiunse, "se la sicura è giù, è attiva, se è dentro, è disattivata. Inoltre si dovrebbe vedere un leggero lampo rosso, come se avessi il cazzo di tempo per guardarci."
"Divertente," disse Hoseok con un ghigno. "Dovrei essere spaventato da quanto sei impassibile di fronte alle armi? O preoccupato?"
"Sono ancora fottutamente terrificato da loro," sostenne Taehyung mentre guardava la pistola. "Ma la pratica sul bersaglio è una cosa, sparare a delle persone reali è un'altra. Non puoi insegnarlo. Non puoi insegnarmi a non esserne influenzato."
"Beh, posso dirti che ho già sparato a delle persone prima. Puoi disabilitare i colpi, non uccidere più, ma ci si sente ancora cattivi Tae. Quello che devi ricordare è che ti viene insegnato questo per autodifesa. Se devi sparare a qualcuno, allora fallo." Hoseok scivolò in salvo di nuovo con la pistola scarica. "Non si fermeranno. O lo farai tu per loro."
"Pensi che riuscirò a mettere le mani su una pistola?" Chiese Taehyung mentre si allungava con la pistola tra le mani. Hoseok lo osservò giocherellare con essa, facendo scattare indietro il blocco del caricatore in modo da far scivolare un altro giro di spazi vuoti fuori. La cartuccia scivolò dentro con uno scatto secco. "Pensi che si fideranno abbastanza di me da darmi una pistola?"
"Penso che se ti avvicinerai abbastanza a The Boy ne otterrai una." Spiegò Hoseok con le braccia incrociate al petto. "Non ti sarà permesso entrare in certi edifici senza. Più ti avvicinerà alla cima, più la merda sarà pericolosa. Tutti i suoi uomini che vedi con lui lo sono. Hanno dei permessi per portarle, come personale della sicurezza. Non si possono fermare, lo so. Posso dirlo dal modo in cui camminano, dal modo in cui si comportano."
"Tu e Namjoon, cazzo, tutti pensate che mi avvicinerò a lui. Cosa succede se non lo faccio, eh? Che faccio se cado al primo cazzo di ostacolo?"
"Non cadrai Tae, smettila di comportarti come una fottuta fighetta," mormorò Hoseok mentre allungava la mano per rimettere a posto le cuffie. Taehyung lo guardò per un momento e vide che la sua espressione era del tutto seria. Non stava ridendo o scherzando. No, guardandolo era abbastanza facile crede che stesse dicendo la verità. Se solo lui potesse crederci. "Mira ad uccidere questa volta, ok?!"
"Si, certo," disse mentre allungava la mano e si aggiusta a le cuffie. Era strano, l'udito improvvisamente si attutì, facendo scendere il suono ad un livello ragionevole senza bloccarlo completamente. Quindi fece scivolare il pollice e sollevò la pistola. Hoseok agganciò il foglio di carta sulla sagoma e premette poi il pulsante sul muro. Il meccanismo entrò in azione con un debole suono vibrante mentre riportava l'obiettivo nel posto designato; quel bersaglio ora spettava solo di diventare un occhio di bue.
Taehyung fece un respiro profondo, come gli era stato insegnato, prima di premere il grilletto. La pistola gli balzò in mano come sempre, il colpo sordo del rinculo. Ma stava migliorando. Forse era uno sciocco ottimismo, ma ne era certo. Dopotutto era riuscito a tenere le braccia tese e ferme ad ogni spinta del grilletto, non aveva nemmeno più la spalla dolorante quando l'allenamento finiva. Ciò significava che stava in qualche modo migliorando.
Quando non c'era altro che un secco click per segnalare che la cartuccia era vuota, abbassò il braccio e tornò a respirare. Poi allungò la mano a sfilarsi le cuffie mentre Hoseok premeva il pulsante per recuperare il foglio. Taehyung appoggiò la pistola sul bancone e flettè le dita.
"Vediamo..." Hoseok tirò fuori il foglio e lo sollevò. Si potevano vedere i fori in modo limpido. "Stomaco, due colpi. Paralizzante. Forse abbastanza da far cadere un uomo ma dobbiamo lavorarci su. Colpo al petto, buono, proprio nel mezzo." Taehyung si morse il labbro mentre guardava il buco sopra le spalle, sapeva che era un errore. "Foro abbastanza vicino ad un arteria, va bene, ma i colpi alle spalle sono per disarmare, non uccidere." Hoseok smise di parlare ed entrambi fissarono i buchi perfetti nella testa del bersaglio. "Entrambi gli spari sono eccellenti, ma ricorda-"
"I colpi alla testa sono difficili sui bersagli mobili, essendo una piccola area," disse Taehyung, ripetendo le parole come fa un bambino delle elementari.
"Esattamente, quindi dobbiamo aggiustare i colpi allo stomaco." Disse Hoseok mentre metteva giù il foglio rovinato. "Voglio vedere almeno cinque colpi al petto prima di finire oggi."
"Merda," gemette Taehyung mentre l'altro appendeva un nuovo bersaglio sulla sagoma. "Hoseok, fai un favore a Haedogje Pa e uccidimi subito."
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HOUSE OF CARDS| Vkook 『traduzione ITA.』
Fiksi PenggemarJUNGKOOK è l'erede di un impero di massa, il più famoso di Seoul. TAEHYUNG é un debuttante di una squadra selezionata inviato per infiltrarsi e far crollare l'impero. "CONOSCEVI IL GIOCO E HAI GIOCATO, UCCIDI PER SAPERE CHE SEI STATO SCONFITTO" |CON...