(M)
Era il 23 Dicembre, e il momento della verità era finalmente arrivato, e in attesa che arrivasse, con Diana cercai di essere il più sereno possibile, per non lasciar pensare che avessi in mente un piano a sua insaputa.
Eravamo in camera ed entrambi ci stavamo preparando la borsa per l'ultimo allenamento prima della pausa natalizia quando a Diana squillò il telefono e per fortuna era il mio amico, che dava inizio allo svolgimento del piano.
"Come dici?....Aspetta parla più piano...Sei serio?....Si va bene ma quando?...Adesso?...Avrei l'allenamento in realtà...Davvero è così grave?...Oh, ok va bene allora arrivo ma, vuoi che venga anche Mario?....Beh..in effetti...Ok, sto arrivando a dopo." E attacca.
"Cosa è successo?" Le chiesi io mostrandomi stupito.
"Dice che sua sorella ha avuto le mestruazioni per la prima volta e sta nel panico, la mamma non è a casa e non sapendo a chi riferirsi ha chiamato me per andare a darle una mano."
"Oh beh ti conviene correre allora." Mi finsi preoccupato ma in realtà tra me e me pensai: "che razza di genio."
Diana posò il borsone ormai pronto ed uscì di corsa di casa, io presi il mio e mi diressi in palestra, in un primo momento cercai di svagare e iniziai a fare un pò di sacco ma non appena Damiano rimase solo gli andai incontro prendendolo in contropiede.
"Non fare domande, seguimi nello spogliatoio e basta." Gli sussurrai alle spalle.
Era decisamente più grosso di me fisicamente, ed era anche più grande di età, ma non c'era niente che mi spaventasse quando in ballo c'era la sicurezza di mia sorella, così mi armai di coraggio e uscimmo entrambi.
"A cosa devo l'onore?" Mi disse strafottente.
Io chiusi la porta a chiave e lentamente mi avvicinai, con gli occhi fissi sui suoi e l'espressione più minacciosa che riuscissi a mostrare.
"Cosa vuoi da mia sorella?"
"Non so neanche di chi tu stia parlando."
"Secondo me lo sai."
"Amico, ne passano tante di ragazze qui, non crederai mica che io conosca tutte le parentele di ognuna.."
"Sto parlando di Diana."
"Aaaah, quella sorella, ora si che capisco."
"Allora? Perché le stai sempre attorno?"
"Senti, tizio che non so neanche come si chiama, non so cosa ti sia passato per la testa chiudendomi qua dentro ma ti conviene non immischiarti in cose che non sono roba tua."
"Invece si, perché stai parlando di mia sorella, e mia sorella è roba mia."
"Cavolo se non mi avessi detto che eri il fratello ti avrei quasi preso per un ex fidanzato geloso e stalker"
"Non portiamo la discussione su un fronte che non c'entra niente e rispondimi."
"Ascoltami.."
Mi mise una mano sulla spalla ma io gliela tirai subito via senza dire una parola, così lui alzò le braccia e si allontanò di un passo.
"Tua sorella mi piace e, da uomo a uomo, sappiamo come funziona no? Ma stai tranquillo che l'ultima volta mi ha dato il palo per sempre quindi puoi calmare gli animi."
"Quindi mi auguro che le prossime volte non ti vedrò più ronzarle intorno, giusto?"
"Stai calmo tigre, non l'ho mica violentata."
"Anche perché a questo punto saresti morto."
"Pensi che le tue minacce mi spaventino?"
"Non è una minaccia è un avvertimento."
"Ti conviene abbassare la cresta scimmietta."
"E a te conviene non stuzzicarmi perché la tua corporatura non mi smuove neanche un pò."
Lui non rispose, ma non sembrava arrabbiato, più che altro sembrava divertito dalla situazione, la sua strafottenza mi dava ai matti, con tutto il veleno che avevo in corpo avrei potuto stenderlo con un colpo.
"Senti scimmietta, io prima di venire qui avrei fatto la ramanzina ad un'altra persona."
"Cosa intendi dire?"
"Intendo dire che se tua sorella mi lascia avvicinare c'è un motivo."
"Sii più chiaro."
"Come non lo sai? Diana mi chiede da fumare.. non te l'ha mai detto?"
Sta volta rimasi io senza parole, era un sospetto che già avevo e non ne rimasi colpito, ma ad avermi lasciato in quello stato fu il fatto che avevo avuto ragione, su tutto, sia su Damiano che sul fatto che Diana mi nascondesse le cose.
Lui mi scavalcò con un paio di passi, girò la chiave e se ne andò, senza aggiungere dell'altro, io rimasi nello spogliatoio per un paio di minuti rimuginando sulla nostra conversazione e poi tornai a casa.
Quando arrivai mi feci una doccia veloce e mi vestì, Diana non era ancora tornata così le scrissi un messaggio e riuscì di corsa verso casa di Diego, dove ci saremmo visti tutti e tre e avremmo parlato una volta per tutte.
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«Come siamesi»
FanfictionNessuno parlava più di lei. Quasi non se la ricordavano nemmeno. Diana non l'avrebbe voluto. Era marcia, lei, era sporca dentro, e non avrebbe mai voluto infettare la vita di suo fratello e quella dei suoi amici. Mario però se la ricordava, se la ri...