Prologo

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Il camion dei traslochi è parcheggiato da ore davanti all'abitazione accanto alla nostra. È da questa mattina presto che robusti uomini caricano scatoloni e mobili. Io sto qui, rintanato nella mia stanza, a spiare da dietro una tenda, mentre immagino il mio migliore amico – forse l'unico vero – fare i bagagli per andarsene via, lontano da me. Dovrei scendere, uscire di casa e passare il poco tempo rimasto con lui, ma non ci riesco. Il solo pensiero che d'ora in poi non potrò più attraversare il cortile e vedere Peter, che lui non ci sarà più a consigliarmi, a stare sempre dalla mia parte, a ridere delle mie stupide battute... ecco, tutto questo mi paralizza. Lo conosco da nove anni. Si è trasferito con i suoi genitori nella casa accanto alla nostra quando ne avevo sei. Non ho mai avuto tanti amici, perché ho un carattere un po' chiuso e insicuro, ma con lui sono entrato in sintonia fin da subito, malgrado fosse più grande di tre anni. Non sono mai riuscito a capire cosa ci trovasse in me, però l'ho visto rinunciare a più di un'uscita con i suoi amici di scuola per restare in mia compagnia, negli ultimi anni. Ora Peter sta partendo per l'università e tutta la sua famiglia ha deciso di trasferirsi con lui. Chi può biasimarli? Da Suffork, nello Stato della Virginia, dove abitiamo, ci sono più di millequattrocento chilometri per arrivare a Chicago, dove risiede l'università in cui è stato accettato. Non ho neppure la più piccola speranza di poterlo rivedere anche solo per le vacanze primaverili o in estate, o ancora per il Ringraziamento o per Natale! Sono perso in questi pensieri, quando sento bussare alla porta della mia stanza. 

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You and me againWhere stories live. Discover now