It doesn't hurt anymore.

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"Sei proprio un idiota."

Keith emise un rantolo basso, simile ad un ringhio e sussultò quando le mani del cubano toccarono un punto sensibile. 

"Porca puttana, Lance. Fa male..."

"È la punizione che ti meriti per aver fatto una tale stronzata."

Keith strinse i denti e Lance lo guardò, leggermente preoccupato, continuando però a passare la mano lungo il torace magro del corvino, che sibilava e rivolgeva a Lance epiteti tutt'altro che carini.

"Giuro che se non la smetti io-"

"Tu cosa, sentiamo?" Chiese Lance dall'alto della sua posizione, con un sorrisetto ironico.

"Non sei nella posizione ideale per fare minacce, Mullet." Dichiarò, finendo di spalmare l'unguento sul brutto taglio di Keith, che gemette nuovamente e cercò di sottrarsi.

Erano entrambi nell'infermeria del castello: Keith seduto su di un vecchio lettino e Lance chino verso di lui, intento a medicarlo alla ben e meglio.

"Cerca almeno di essere gentile. Non capisco perchè proprio tu debba occuparti di questo."

Lance sospirò, chiudendo il barattolo di quella strana sostanza bluastra che Coran gli aveva dato per curare la ferita del corvino, prima di prendere fra le mani un rotolo di garza ed iniziare a medicarlo con cura, cercando di non premere troppo sulla parte ferita.

"È il minimo che possa fare, dopo che ti sei preso quel brutto colpo solo per pararmi il culo."

Keith guardò Lance di sottecchi, che ancora era impegnato nel fasciare il corvino, ed arrossì quando gli occhi del cubano incontrarono i suoi, distogliendo velocemente lo sguardo.

"Lo avrei fatto per chiunque, Lance, lo sai. Non farne una grande cosa.
Infondo siamo una squadra."

Lance non rispose, ma si premunì di finire il suo lavoro prima che Keith potesse aggiungere dell'altro e, quando tutto il busto del corvino fù coperto da un sottile strato di garza bianca, passò ad occuparsi della mano.

"Per questa posso fare anche da solo." Gli fece notare il corvino ma Lance scosse la testa.

"No, lascia. Faccio io."

Prese la mano di Keith fra le sue, fasciandogli anche quella e completando il lavoro aggiungendo qualche cerotto qui e lì fra le dita ricoperte di tagli.

Keith lo guardò attentamente, con la fronte aggrottata e l'espressione di chi è davvero concentrato in quello che sta facendo.

Notò come le sue mani si muovessero abili ma leggiadre allo stesso tempo, come si stesse impegnando nel non ferire il corvino e come la sua lingua si bagnava il labbro di tanto in tanto, quando la concentrazione aumentava, quasi senza accorgersene.

Poi, quando ebbe terminato, il corvino lasciò che Lance si portasse la mano alle labbra, baciando piano ogni punto in cui aveva lasciato un cerotto.

Il sangue fluì velocemente fino alle guance del corvino che, imbarazzato ed improvvisamente colto dal panico, scostò bruscamente la mano e se la portò al petto.

"C-che stai facendo?" Chiese, con evidente sorpresa nella voce ed il battito decisamente più veloce del normale.

Lance gli sorrise, come se avesse appena fatto la cosa più normale di questo mondo e la testa del corvino esplose, così come il suo cuore.

Keith si disse che non avrebbe retto lo sguardo di Lance un secondo di più, così semplicemente voltò il viso, cercando di nascondere alla ben e meglio quel rossore che proprio non ne voleva sapere di abbandonare le sue guance.

"È una cosa che faccio sempre con i miei nipoti, quando giocando si fanno male e sono costretto a medicarli. Fa passare più in fretta il dolore, sai?"

Keith tornò a guardare il cubano, torvo.

"Mi stai prendendo per il culo? Ti sembro forse un bambino?"

Lance rise ancora.
"Giusto un pò."

Lance, si disse, sarebbe stata la sua morte.
E di questo Keith ne era convinto.

"Molto, molto, divertente, Lance.
Cos'è, una nuova tattica per rimorchiare? Usi questa tattica ogni volta che incontri una ragazza ferita?"

"Di solito solo con le più carine, e funziona sempre." Gli rivelò, con un occhiolino.

Keith fece per alzarsi dalla sua posizione, improvvisamente conscio di quella presa in giro ma Lance lo fermò, avvicinandosi contro il suo corpo ed impedendo al corvino di muoversi.

"Hey, un secondo.
Hai ancora un taglietto lì, proprio sotto il mento." Gli fece notare, posando la sua mano sul volto del corvino e costringendolo ad alzare leggermente la testa.

"Ti farà male, direi che un bacio lì non possa che farti bene."

"Starai scherzando, spero." Sbottò Keith, con una nota di panico intrisa nella voce.

"Affatto." Rispose quindi il cubano, chinandosi per baciare la pelle di Keith, che rabbrividì al contatto delle labbra di Lance contro di lui ma non si oppose.

Lance posizionò un ginocchio fra le gambe aperte di Keith, per avere un accesso migliore al suo volto ed arrivare nuovamente al suo mento, ora adornato dall'ennesimo piccolo cerotto che Lance si era premunito di lasciargli.

Il corpo del cubano premeva contro quello si Keith, ed il suo volto era talmente vicino a quello del corvino che Keith credette di poter avere un mancamento da un momento all'altro.

Ti sta solo medicando, Keith, calma.
Finirà tutto a momenti.

Ma Lance non era intenzionato a cambiare posizione ed anzi, si avvicinò ulteriormente al viso del corvino, con ancora una mano posizionata sotto il suo mento e che ora era intenta ad accarezzare piano la guancia di Keith con le dita.

Keith chiuse gli occhi, beandosi del tocco di Lance e sperò che quella sensazione non svanisse mai.

"Che cosa stai facendo?" Chiese quindi il corvino, quasi in un sussurro, notando come lo sguardo di Lance si fosse improvvisamente fossilizzato sulle sue labbra.

Vide Lance deglutire, il suo pomo d'Adamo fare su e giù ma senza mai distogliere lo sguardo dalle labbra rosse e piene del corvino.

Keith aveva improvvisamente caldo, come se la temperatura della stanza fosse aumentata di colpo e Lance che lo guardava in quel modo sicuramente non aiutava l'andamento generale della cosa.

"Hai un ultimo taglio, Keith, proprio qui." Annunciò, indicandogli le labbra.

Keith vi passò sopra la lingua, piano, cercando anche la più piccola traccia di sangue e, alla fine, percepì un piccolo taglio proprio sul labbro inferiore ed il suo respiro si fece improvvisamente più pesante.

"Credo che ti faccia piuttosto male."

Il naso di Keith sfiorò quello di Lance, goffamente, ed i loro respiri si unirono in uno solo tanto erano vicini.

Keith intrecciò le mani dietro la nuca di Lance, che quasi si ritrovò seduto sul grembo del corvino, prima che Lance potesse premere le sue labbra contro quelle di Keith, che sospirò di sollievo e sussultò allo stesso tempo per l'impatto.

E Lance lo baciò, piano. Muovendo le sue labbra contro quelle di Keith, che si staccò solo quando entrambi erano ormai a corto di fiato.

Lance guardò Keith, con le labbra rosse ed un rivolo di sangue che colava lungo il piccolo taglio sul suo labbro.

Keith guardò Lance, ansante, con le guance rosse e le mani ancora posate contro il viso del corvino

E così gli sorrise, grato.

"Avevi ragione, sai? Non fa più male."

A kiss between us -KlanceDove le storie prendono vita. Scoprilo ora