Prologo.

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I raggi del sole bussarono contro le palpebre di Eryn. Era caldo, cocente e insistente, ma lei non aveva nessuna intenzione di aprire gli occhi e fare i conti con la realtà. Non ancora. Voleva semplicemente starsene lì, in quel grande letto, per metabolizzare gli avvenimenti della notte appena trascorsa.

Era successo tutto così velocemente. Lui era piombato a casa sua come una furia, l’aveva assalita con un bacio che le aveva tolto il respiro. L’aveva toccata, l’aveva baciata con passione senza dire niente, senza darle il tempo di replicare.

Eryn sapeva che non avrebbe dovuto lasciarsi andare ancora con lui, non avrebbe dovuto assecondarlo ancora una volta. Non avrebbe dovuto cedere di nuovo a quei grandi occhi caramello, alle sue labbra invitanti e alla sua stretta possessiva. Avrebbe dovuto mandarlo via, via per sempre. Avrebbe dovuto ripagarlo con la stessa moneta, avrebbe dovuto fargli male. Avrebbe dovuto ricordargli di Melanie, che adesso era con lei che stava, ma non lo aveva fatto. Era stata zitta, aveva lasciato che lui facesse ciò che voleva, perché infondo era quello che aveva sempre voluto anche lei.

Aveva lasciato che lui la baciasse come non aveva mai fatto prima, aveva lasciato che le sue mani esplorassero il suo corpo minuto e che la passione esplodesse in quella camera da letto.

Aveva donato a lui tutto quello che aveva. Lo aveva amato ancora una volta e si era lasciata amare ancora una volta da lui. Quella notte non aveva pensato a nulla, aveva solo lasciato che i sentimenti prendessero il sopravvento sulla ragione e si era lasciata andare a lui.

Lo aveva sentito. Finalmente aveva sentito che lui l’amava davvero, che non l’avrebbe lasciata più andare. Le aveva detto così tante cose, le aveva fatto così tante promesse, sussurrate a fior di labbra.

Eryn sarebbe rimasta in quel letto per sempre, vivendo di lui e basta. Ma il letto quella mattina era troppo freddo, troppo vuoto.

Spalancò gli occhi quando la consapevolezza raggiunse la sua mente. Se ne era andato. Aveva mentito ancora. L’aveva lasciata. Di nuovo.

Un senso di vuoto e di freddo invase il suo piccolo corpo, mentre si stringeva nel lenzuolo bianco che sapeva ancora di lui. I suoi occhi viaggiarono velocemente nella stanza, cercando i suoi vestiti e sperando che lui fosse ancora in casa, magari a preparare la colazione. Niente. Non c’era niente in quella stanza, se non lei con il cuore a pezzi.

Si sentì una stupida, ancora una volta. Lui era ritornato, aveva preso ciò che voleva, l’aveva distrutta e poi era andato via di nuovo. Tutte le parole, le promesse, le carezze e i baci erano stati una menzogna. Luride bugie a cui lei aveva creduto come una sciocca.

Stupida. Stupida. Stupida.

Passarono secondi, minuti e forse ore, prima che Eryn riuscisse a trovare la forza di asciugare le lacrime e di alzarsi dal letto.

Lo avrebbe chiamato. Sì, lo avrebbe chiamato e gli avrebbe detto ciò che pensava di lui. Lo avrebbe ferito, come lui aveva ferito lei.

Afferrò velocemente il suo cellullare dal comodino e digitò velocemente il suo numero, ma fu la segreteria a rispondere ed Eryn, frustrata, attaccò il telefono. Non voleva lasciare uno stupido messaggio nella segreteria del suo telefono. Non sarebbe stato abbastanza. Così compose il numero dell’unica persona che sicuramente sapeva come poterlo rintracciare. Harry.

-Eryn.- la sua voce risuonò agitata dall’altro capo del telefono.

-Haz…- la voce di Eryn tremava e dovette chiudere gli occhi per calmarsi, prima di ricominciare a parlare. –Ho bisogno che tu mi dica dov’è.- disse, cercando di tenere la voce bassa e controllata. Ma lei era terribilmente agitata e le mani cominciarono a tremare.

Ci fu un silenzio stressante, che fece innervosire ancora di più Eryn. –Harry.- la richiamò all’attenzione.

-Tu non… non lo sai?- le domandò confuso.

-Cosa dovrei sapere, Harry?- quella situazione stava cominciando a metterle ansia. C’era qualcosa che non sapeva, qualcosa che lui non le aveva detto.

-Zayn è partito…- la notizia arrivò dritta al cuore di Eryn, mandando in frantumi l’ultimo pezzo rimasto intatto. –è partito per Boston e non tornerà.- quello fu il colpo di grazia.

Il telefono scivolò dalla sue mani, mentre il suo stomaco si stringeva in una morsa.

Era andato via. Quello era stato un addio.

Buon pomeriggio dolcezze :3 

Eccovi qui il prologo di questa mia nuova storia. E' solo un piccolo assaggio, ma spero che sia proprio questo a farvi "innamorare" di Endless Love. 

Commentate, votate e fatemi sapere cosa ne pensate :)

-xoxo Ary.

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