La divina Tragedia

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"Nel mezzo di cammin di nostra vita mi ritrovai in una selva oscura..."

EH!? No aspetta un attimo questo racconto sarà il pozzo di cazzate riguardanti la Divina commedia, ok ok, scusatemi adesso inizia il racconto.

Salve a tutti io sono Dante e vi racconterò qualcosa che voi miserabili umani non potete neanche lontanamente immaginare... Quel nullafacente di mio figlio Jacopo ha pubblicato una versione tutta sua dell'inferno quindi il testo con cui vi rompono i coglioni a scuola è quello di mio figlio non il mio.

Tutto inizio quando nel 1273 inizia ad andare in bici, indossavo un caschetto con su scritto il nome di quello sfigato di mio padre Michael (no non è vero il padre di Dante non si chiamava Michael, ho solo messo il nome di uno che mi sta sul cazzo a scuola) e mi scontrai contro il mio carissimo amico Guido Cavalcanti che mi aiuto a rialzarmi, se è vero che gli amici si riconosco dal profondo io Guido lo riconosco da molto più in basso.

All'età di 35 anni andai a fare un pic-nic, ma mi persi nella foresta di Firone e sì io, Dante Alighieri vivo ad Hyrule, a un certo punto un leone comparve e si fiondò verso di me per mangiarmi il panino, tonno e cipolla senza salsa piccante, mi girarono di molto e tornai indietro a farmene un altro ma porco di quel Virgilio se non doveva arrivare quella bastarda di Beatrice che per ripicca non mi tolse il saluto ma si scopò Guido Cavalcanti e anche Lapo Gianni, dalla depressione andai nell'inferno con il mio fedele compagno Virgilio e incontrai un uomo affascinante che mi guardò e mi disse con estrema gentilezza "UE UAGLIO DAMME LE DRACME" Virgilio non potendo pagare con il denaro pago in un "altro modo", ahhhh potessi averla avuta io quella fortuna.

Mentre camminavamo nei diversi orgioni, Brunetto latini non mi tirò la veste ma me la tolse e mi donò la suprema sodomità insieme a quel frocio di Virgilio.

  A BREVE LA SECONDA PARTE