Capitolo 4 "Cercava me?"
Mi alzai di soppiatto quella mattina, mi alzai velocemente dal mio letto e stavo cominciando a prepararmi quando però, mi resi conto che quel giorno sarei dovuta entrare a seconda ora ed erano ancora le 07:00.
Mi lasciai cadere sul letto con la faccia sul materasso, mi alzai subito dopo e passai davanti al mio specchio.
Odiavo quello specchio eppure non riuscivo a liberarmene, ogni volta ci passavo accanto e rimanevo come imbambolata davanti alla figura riflessa. Indossavo il mio solito pigiama, in realtà solo un pezzo di esso, la maglietta, il pantalone lo usavo ben poco; così mi guardai lì riflessa, mi erano cresciuti i capelli, passai una mano sulle mie braccia e poi scesi, ai fianchi. "Dovrei dimagrire" pensai tra me e me, scesi le mani fino alle mie gambe, cavolo odiavo quelle gambe, fosse stato per me le avrei tagliate, ritagliate, svuotate! Quasi mi venne da piangere, stava accadendo di nuovo e non potevo permetterlo così mi allontanai velocemente da quello specchio e guardai il cellulare, erano le 07:15 così decisi di scendere in cucina.
A casa non c'era nessuno, erano già andati tutti via; chi a lavoro e chi a scuola... Presi la mia tazza preferita e ci versai dentro del latte. Feci la mia colazione ed una volta finita salì di nuovo nella mia stanza dove mi preparai velocemente ed uscì di casa con il mio solito zaino e la mia solita faccia poco truccata.
Fuori dal vialetto vidi Marzia seduta per terra.
"Ma che diavolo fai qui fuori per terra?!" dissi cercando di trattenere una risata.
"Ti aspettavo, cretina."
"Mi aspettavi? Ci siamo dati appuntamento per caso?"
"Ma allora stai proprio dormendo. Si stupida, alle 08:10"
Guardai velocemente il mio orologio al polso ed erano già le 08:25 così risi immaginando lei che aspettava qui da 15 minuti
"Cavolo m dispiace,ma forse non troppo" ed iniziai a correre lasciandola lì seduta per terra. "Muoviti pigrona che è già tardi" urlai in lontananza.
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Arrivammo a scuola con il fiato in gola ma stavamo anche ridendo e mica poco.
Qualche ora dopo mi ritrovai ancora una volta a disegnare scarabocchi sul mio banco, credo che gli scarabocchi mi piacessero ed anche tanto direi. In effetti non ero molto presente, mentalmente intendo, accanto a me vi era Marzia che prendeva appunti ma io non riuscivo a capire mezza parola, la mia testa era proprio altrove. Ad essere sincera non facevo altro che pensare a quel ragazzo, il ragazzo del laboratorio intendo. Ero soprappensiero ma venni risvegliata da una spinta data da Marzia, sulla mia spalla.
"Ahia!" esclamai guardandola.
"Se non ti sveglio io chi poteva?"
Risi alla sua affermazione e le feci cenno di scendere in ricreazione anche senza di me.
La ricreazione sarebbe durata 20 minuti e mancavano solo 10 minuti così mi alzai dal banco e andai al piano di sotto per compare una bottiglietta d'acqua e decisi di prendere le scale esterne, erano meno affollate e in fondo speravo di incrociare il suo sguardo. Durante il mio piccolo tragitto, non riuscì a vederlo, di lui nemmeno l'ombra così decisi di tornare in classe, un po' delusa. Speravo di incontrarlo almeno per vederlo.
Camminavo con lo sguardo basso e andai a sbattere contro qualcuno, la figuraccia andava proprio affrontata poiché sentì una mano afferrare il mio mente e mi si fece sollevare.
Spalancai gli occhi arrossendo improvvisamente e cominciai così a scusarmi più volte.
"Mi dispiace, davvero mi dispiace tantissimo"
"Ma non c'è bisogno di scusarsi"
"Si invece, ero distratta"
"Guarda caso siamo anche andati a sbattere eh?Sarà stato il fato ?"
Guardai il ragazzo, imbambolata , non sapevo che rispondere, ero fin troppo imbarazzata.
"Direi che dovremmo tornare in classe"
Lo ascoltai e mi limitai ad annuire per poi tornare nella mia classe.
Entrata in classe Marzia mi saltò addosso picchiettando il suo dito sulla mia guancia.
"E se ti dicessi che quel ragazzo è entrato proprio nella nostra classe?"
"Chi sarebbe entrato?"Chiesi un po' confusa.
"Suvvia, il belloccio che ti capita sempre in laboratorio"
Arrossì improvvisamente ed andai verso il mio banco
"Beh avrà sbagliato, non vedo cosa ci sia di particolare".
Chissà perché fosse entrato proprio qui, in questa classe.
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Lascia che io ti ami.
RomansaA volte abbiamo bisogno che qualcuno ci salvi dai nostri incubi e Martina e Pasquale ne avranno la dimostrazione. Due ragazzi bravi a nascondere i loro mostri sotto il letto ma alla fine scopriranno che tenendosi per mano sarà più facile camminare e...