Capitolo 6 "Il gioco delle 10 domande"
Ero sul letto a fissare il soffitto. Quel giorno mi sentivo un po' così, un po' strana. Ero molto"non mi frega niente". C'era freddo ma non mi andava proprio di alzarmi e prendere una coperta. Mi stavo annoiando, saranno state ore che guardavo il soffitto senza far niente. Decisi quindi di alzarmi. Indossai dei jeans neri ed una felpa del medesimo colore per poi dirigermi fuori casa.
Camminai da sola per la strada, faceva freddo, molto. Erano le 5 del pomeriggio e per strada non c'era nessuno. Ora il buio arrivava prima e tutti si rifugiavano in casa al caldo. Non avevo neanche una stupida sciarpa. Avevo solo i suoi guanti, ogni volta che li mettevo era come se sentissi le sue mani che tenevano al caldo le mie. Entrai in un parco. Nessun bambino in vista, effettivamente cosa potevo mai aspettarmi a quell'ora . Girai un po' per il parco fin quando non trovai uno scivolo e decisi di far uscire un po' la Martina bambina scivolando su di esso . Quante coppie passarono davanti a me. Chi si riempiva di baci, chi di coccole, chi di abbracci. Ci stavano due su una panchina che non facevano altro che limonare. Ce ne stavano altri due più a destra che non si capiva se lei fosse la sua ragazza o la sua troietta di turno. Mi sdraiai sullo scivolo per smettere di guardare certa gente ed immaginai me e lui. Al parco. Come due stupidi, come due bambini. Mentre gli lascio qualche stupido bacio ovunque. Venni interrotta da qualcuno che mi arrivò addosso. Mi alzai di scatto urlando dal dolore.
"CHE MALE CAVOLO! FAI PIÙ ATTENZIONE!" Urlai mentre massaggiavo la testa cercando di far passare il dolore.
"Dai suuu devo fare lo scivolo" una voce proveniente dietro di me urlò ma io non ero in grado di capire tutto ciò che diceva per il mal di testa.
Eppure quella voce l'avevo già sentita, la conoscevo bene, era una voce dolce , calda. Sapevo già di chi fosse . Una voce così bella può averla solo..
Mi girai per guardarlo e lo vidi li, che mi guardava con quegli occhi che fissavano i miei.
"E va beeeeneee"
mi spinse via scivolando insieme a me ma mentre scivolammo tornai alla realtà e mi
agitai facendo cadere entrambi alla fine dello scivolo. Gli caddi sopra. Appoggiai le mani sul suo petto sollevandomi un po' e rimanemmo lì a fissarci per almeno 10 secondi. Presi coscienza di ciò che stava succedendo e mentre lui mi sorrideva io mi sollevai imbarazzata. Anche lui si mise in piedi mentre io mi sistemai.
"Successo qualcosa?" Sussurrò mentre prese il mio viso e mi costrinse a guardarlo negli occhi.
"Nono" dissi quasi arrossendo.
"Cosa fai qui tutta sola?"
"Passeggio"
"Suvvia! Ti ho vista sullo scivolo, in realtà volevi solo giocare un po'" disse con l'evidente intento di stuzzicarmi, così sbuffai voltandogli le spalle.
"Passeggi con me?" Mise una mano dietro la schiena porgendomi l'altra mano. Lo guardai cercando di trattenere una risata ed infine accettai. Afferrai la mano sorridendo e cominciammo a camminare .
Mi teneva la mano ed io continuavo a guardare in basso le nostre mano intrecciate e non avevo neanche il coraggio di sollevare il viso perché sapevo benissimo di essere rossa.
"Facciamo il gioco delle 10 domande" spezzò il ghiaccio mettendosi davanti a me pur tenendo ancora la mia mano.
"Facciamo che te ne do 4" dissi mentre continuai a guardare le nostre mani e sorridere
"Allora Mmh. Insalata o hamburger?"
Chiese ridendo.
"Credo hamburger. Perché ?" Risposi stranita e risi mente lo guardavo.
"Mi piacciono le ragazze con appetito"
Arrossì immediatamente mentre risi e aspettai la prossima domanda.
"Ti dispiace avermi incontrato?" Divenne subito serio e strinse la mia mano.
Tentennai un po' ma la risposta era al quanto evidente.
"Stranamentee... No"
Dissi tutto d'un fiato guardandolo quasi ridendo.
"Mmh bene bene. Ti andrebbe di fare lo scivolo con me?" Mi guardò ma non sapevo se fosse serio o meno.. Stava scherzando? Oppure diceva sul serio. Non risposi e continuai a guardarlo cercando di capire.
"Lo prendo per un si" non feci in tempo a sentire tutta la frase che mi tirò via vicino lo scivolo e mi costrinse a salire. Salì le scale per poi scivolare giù. Arrivata aspettai, mentre lui scese giù per lo scivolo . Cominciai a ridere e lui con me.
"Sei proprio un bambino" dissi tra una risata e l'altra.
"Tu non sei da meno...Mi resta l'ultima domanda "
Nemmeno mi conosceva e sembrava già avesse capito tutto di me .
"Dimmi"
Mi prese dalla vita avvicinandomi a lui -Dio ma che fa- pensai. Si avvicinò molto, troppo, al mio viso . Cominciai a vedere ogni singolo particolare del suo viso . Era così bello, anche da vicino.
"Ti va di baciarmi?"
Sussurrò sulle mia labbra.
Non riuscivo a rispondere, rimasi lì sospesa fra le sue braccia senza spiccicare parola.
Si avvicinò a me facendo sfiorare le nostre labbra . Cominciò a baciarmi lentamente mentre mi teneva per i fianchi e cominciai a sentire le guance calde. Smisi di fare la stupida e ricambiai anche io. Il momento venne rovinato da una goccia . Una maledetta goccia arrivò sulla mia guancia e mi spinse a staccarmi.
D'un Tratto cominciò a piovere a dirotto, allora Pako decise di prendermi ancora una volta la mano e portarmi con se. Corremmo, corremmo tanto sotto la pioggia in cerca di un riparo. Ma niente in quel momento poteva coprirci, non trovavamo nulla.
Finalmente vedemmo un ponte e ci mettemmo sotto esso. Quando arrivammo ripresi fiato e lo guardai. Eravamo bagnati fradici. Cominciai a tremare dal freddo . Avevo tutti i capelli bagnati e questo non era una buona cosa. Mi guardò e mi tirò a se abbracciandomi e cominciò a strofinare la sua mano sulla mia spalla cercando di riscaldarmi. Anche lui era bagnato fradicio dunque forse il gesto era vano però non mi importava, mi piaceva il fatto che mi stesse abbracciando. Aspettammo che scampasse un po' e rimanemmo li abbracciati. Mi strinsi a lui dal troppo freddo quasi a strappargli la maglia. Avrei voluto che quel momento non finisse mai.
"Hai i miei guanti" disse sorridendo mentre mi guardava.
"Si" risposi mentre rimasi sul suo petto
Mi prese ancora una volta per mano e cominciammo ad andare verso casa . Lungo il tragitto non dicemmo neanche mezza parola sul bacio al parco ma quando arrivammo sulla soglia di casa mi tirò a se.
"Dovresti rispondere"
"A cosa?" Risposi già arrossendo
"Ti va di baciarmi?"
"Credevo di aver già risposto"
"Voglio sentirmelo dire.."
"Si" sussurrai imbarazzata ed era vero, volevo baciarlo più di ogni altra cosa. Amavo già le sue labbra da far schifo.
Mi prese così il viso e mi lasciò un bacio lento sulle labbra, si allontanò lentamente mentre mi fissava. Ci guardammo per un po' negli occhi fin quando non si allontanò e la sua figura pian piano scomparve.
Tornai dentro ed entrai subito in bagno pronta a farmi una doccia. Riempì la vasca con acqua calda e mentre stavo entrando mi arrivò un messaggio:
-
Pako️: mi manchi già.
-
Sorrisi e mi immersi nell'acqua lasciando solo la testa fuori ed arrossì ripensando alla giornata trascorsa.
STAI LEGGENDO
Lascia che io ti ami.
RomanceA volte abbiamo bisogno che qualcuno ci salvi dai nostri incubi e Martina e Pasquale ne avranno la dimostrazione. Due ragazzi bravi a nascondere i loro mostri sotto il letto ma alla fine scopriranno che tenendosi per mano sarà più facile camminare e...