CAPITOLO 11

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Apro lentamente gli occhi, il braccio di Ethan mi stringe ancora a lui. Guardo fuori dal finestrino, la tempesta si é placata e una debile pioggia sta sciogliendo gran parte della neve in strada, un leggero raggio di sole richiama la mia attenzione al ragazzo seduto di fianco a me: ha gli occhi aperti e mi sta guardando, vorrei poter dire che vedo serenitá in questi, ma no, sono coperti da un velo di malinconia.

"Buongiorno." Sussurro.
"Hey principessa." Sorride notando che sono sveglia.
"Ha smesso di nevicare." Affermo.
Ethan si sgranchisce la schiena, dopodiché mi guarda e avvicina lentamente la mano alla chiave della macchina e questa, finalmente, si accende.
"Si parte." Dice prendendo una sigaretta dal cruscotto.

Una volta varcata la porta di casa sento mia nonna gridare "May! Dove siete stati?!" Spero stia scherzando.
"Come le ho detto ieri, uscire nel pieno di una tempesta di neve non é consigliabile." Borbotta Ethan, lei lo guarda male e, per evitare un altro litigio, cerco di deviare la conversazione: "non siamo riusciti a fare la spesa, mi dispiace"
"Non importa, ci andró io piú tardi, l'importante é che siate tornati." Conclude, io mi lascio scappare una risatina, non gliene importa niente se siamo tornati, la conosco troppo bene.
Cass torna in cucina e io mi avvio in camera seguita da Ethan.

Mi siedo a gambe incrociate sul letto, lui resta in piedi. Ha la stessa aria malinconica di ieri, spero non sia ancora per il collegio di streghe.
"Non verranno." Dico.
"Non puoi saperlo."
"Si invece, é passato quasi un giorno dalla scoperta dei miei poteri e non si sono fatte vedere... e anche fosse io non andrei con loro." Continuo.
"Ti prenderebbero con la forza, non sarebbe troppo difficile." Conclude ridacchiando.
Inizio ad essere un po' nervosa, voglio rimanere qua, la mia vita é giá cambiata abbastanza.
"Devo farti una domanda, May." Dice, io annuisco.
"Se dovessero venire, cosa che succederá, scapperesti con me?" Senza neanche pensarci rispondo "certo", sono sicura che nessuna strega verrá a casa mia pretendendo che io la segua ad uno stupido collegio per ragazze speciali.
Ethan accenna un sorriso, io mi alzo avvicinandomi a lui: "non succederá niente." Sussurro, ma la sua espressione é titubante, perció continuo cercando di rassicurarlo: "resteró con te costi quel che costi." Lui mi bacia posando le mani sulle mie natiche.
"Fallo, fallo ancora, fallo sempre, amo quando mi tocchi." Ansimo tra le sue labbra.
"Dio quanto ti voglio, sei fottutamente mia." Continua baciandomi sempre piú appassionatamente.

Trascorriamo il resto della giornata a parlare di noi, a giocare come bambini e ogni tanto azzardo qualche accendi-spegni di candele, adoro vedere il suo viso illuminarsi come quello di un bambino la mattina di Natale.

Si é addormentato abbracciato a me, é diventata quasi una routine ma so che presto finirá, tra qualche giorno dovremo ricominciare la scuola.
Per la prima volta mi addormento senza troppi pensieri per la testa.

Un susseguirsi di profondi tonfi mi sveglia di soprassalto. Qualcuno sta bussando alla porta d'ingresso, Cass non andrá ad aprire perció spalanco svogliatamente gli occhi e sbuffo. Sono le 2:30 di notte, chi cazzo puó essere? Evito di svegliare Ethan, sta dormendo cosí beatamente.

Sento altri battiti provenire dal piano di sotto, mi alzo avviandomi verso le scale.

Una volta arrivata davanti alla porta mi fermo, ho un brutto presentimento.
Decido di non aprire e mi dirigo in cucina.
Inizio a riempire un bicchiere d'acqua ma un altro tonfo attira la mia attenzione, prendo un coltello dalla dispensa e mi dirigo verso l'ingresso. La porta é spalancata e il freddo invernale invade la stanza, ma la cosa piú spaventosa si trova esattamente davanti a me: una donna di mezz'etá dai folti capelli rossi e tre uomini probabilmente suoi scagnozzi mi stanno guardando impassibli, l'unico sguardo nel quale riconosco un briciolo di umanitá é quello della donna.

"Chi siete? Cosa volete da me?" Dico con terrore nella voce nonostante abbia una vaga idea di chi possa trattarsi.
"Mi chiamo Myrtle Snow, faccio parte del consiglio delle streghe. Tu devi essere May Foxx." Merda.
"Ehm, esatto. Perché é qui?" Balbetto continuando a tremare, ma l'attenzione di tutti si sposta sul ragazzo che sta scendendo velocemente le scale in modo non proprio silenzioso.
Lo sguardo di Ethan passa da me a Myrtel.
"Peters." Borbotta lei con voce roca.
Non capisco, si conoscono?
"Snow... sará passata una vita e tu non sei cambiata di una virgola." Risponde ironico lui. Sono in completa confusione.
"Perció ora esci con una strega, eh?"
"La amo." Dice sfacciatamente lui.
"Ethan Peters innamorato?! " Scoppia a ridere poi continua: "non sei stato in grado di amare nemmeno la tua stessa madre". L'espressione di Ethan si rabbuia, non avrebbe dovuto toccare il tasto piú dolente di tutti, non é colpa sua se sua madre é morta.

Lei continua imperterrita: "e tuo padre continua ad uccidere streghe a sangue freddo?".
Suo padre cosa? Caccia le streghe? Questo spieggerebbe la quantitá di fucili a pompa compressa in garage.
"Sai bene che ha smesso da tempo." Dice Ethan soffermando lo sguardo su di me.
"Non cambia il fatto che sia un uomo schifosamente spregevole".
Segue un momento di silenzio poi, finalmente, Ethan ripete la mia precedente domanda, forse quella piú importante ora come ora:
"Cosa ci fai qui?" La sua voce é statica, non cede pur conoscendo giá la risposta.
"La portiamo al collegio di New Orleans, ma non ti preoccupare, sai bene dove si trova e puoi venire a farle visita, ovviamente con qualche regola in piú da rispettare."
Ethan mi guarda apparentemente rassegnato.
"Preparo dei vestiti da portare, se nel frattempo vuoi accomodarti ci metto pochi minuti." Dico dirigendomi di sopra, forse sono stata un po' troppo espansiva, ma voglio farle credere che lo faró davvero.

Arrivati in camera mia Ethan sbatte la porta e corre ad aprire la finestra che sporge sul cortile. Poi si avvicina a me e, infliggendomi uno sguardo da cucciolo, dice:
"Vieni con me, scappiamo insieme... come Bonnie e Clyde" sussurra.
Cazzo, é davvero troppo per me, le streghe, il collegio... ma scappare é una decisione drastica.
Lo guardo e, notando la mia espressione titubante mista alla paura, cerca di tranquillizzarmi:
"Non sará per sempre, vedrai ci divertiremo: arriviamo a Los Angeles, prenotiamo un hotel e rimaniamo lá per un mesetto, che ne dici? Giusto il tempo di far perdere la speranza al consiglio." In effetti non é una brutta idea, ho sempre voluto visitare L.A.
"Accetto." Dico afferrando la sua mano e, uscendo dalla finestra, raggiungiamo il tetto.

Una volta arrivati in macchina poso il borsone che ho preso con me sul sedile posteriore.
Ethan mette in moto e partiamo a tutta velocitá.
Mi sento libera da tutto e tutti, niente piú doveri, la mia vecchia vita ormai é passata.
Si va solo avanti, irrazionalmente avanti, irrazionalmente insieme.

Insane || Evan PetersDove le storie prendono vita. Scoprilo ora