Il Regalo - Il Primo Ascolto

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Sequel della mia prima OS "All'Indietro"

  Sono quello che non ti aspettavi
Quella sera in cui la luna cadde nei tuoi occhi
Quella volta in cui non solo ci credevi
Ma avevi fatto pace pure con i demoni
Sono quel rumore che diventa suono
Sono come sono e non ti chiederò perdono
Sono quello che non ti aspettavi
Ma che forse in fondo ci speravi 



Fabrizio si era svegliato con uno strano senso di inquietudine, quella mattina. Non che fosse una novità, ovviamente, soprattutto dopo una notte quasi interamente passata sveglio.

Aveva cominciato a provarsi la febbre, la pressione, a osservarsi attentamente allo specchio in cerca di un qualche segno di malessere, ma niente. Stava benissimo. Tutto nella norma. Allora aveva provato a lasciare perdere, a concentrarsi sulla colazione da preparare per le due piccole pesti che ancora dormivano nelle rispettive stanze e a organizzare la giornata in attesa dell'arrivo di quella stessa sera, quando sarebbe arrivato il momento di raggiungere Ermal al Palalottomatica per il primo dei due concerti di Venditti.

Senza che se ne rendesse conto, Libero lo aveva raggiunto in cucina con ancora il segno del cuscino stampato sul faccino assonnato e, dopo essersi stropicciato un momento gli occhi per colpa della luce che proveniva dalle finestre aveva attirato l'attenzione del padre, cercando di chiamarlo, ma riuscendo a pronunciare solamente un mormorio indistinto.

Fabrizio, dal canto suo, per quanto fosse perso nei propri pensieri, non aveva potuto fare a meno di sobbalzare dallo spavento, ma gli era bastato incrociare lo sguardo di suo figlio per tirare un sospiro e sciogliersi in un sorriso. "Ciao, campione", lo aveva salutato, avvicinandosi a lui per potergli scompigliare brevemente i capelli.

Libero, appena sceso dal letto, era da lasciare in pace. Aveva bisogno dei suoi tempi per capire esattamente dove fosse e per svegliarsi senza doversi rovinare il resto della giornata, così il romano era tornato verso il piano cottura per poter ultimare la colazione. E si sarebbe aspettato di tutto, ma non l'avvicinarsi di suo figlio che aveva poggiato il capo contro il suo fianco, osservandolo cucinare.

"Lì, tutto bene?", gli aveva chiesto, apprensivo, sollevando il viso del bambino con una mano.

Suo figlio non aveva proferito parola, facendosi solamente più vicino.

Non che non fosse un bambino affettuoso, lui, ma Fabrizio aveva ormai capito che era arrivato in quell'età in cui il contatto fisico con i propri genitori non era cosa da grandi, e Libero ci si sentiva già un po' grande. Così lo aveva sollevato velocemente da terra, facendolo sedere sul bancone, in modo da poterlo osservare attentamente.

"Perché dobbiamo tornare da mamma, stasera? A Natale siamo qua da te anche con i nonni, non possiamo restare?", gli aveva domandato finalmente, suo figlio, con un tono di voce che aveva spezzato il cuore al cantante.

Probabilmente non era stata una grande idea chiedere a Giada di lasciarglieli, per quella notte, ma aveva un'incredibile voglia di passare del tempo da solo con i suoi figli prima dell'arrivo delle festività che, con vari parenti e amici, sarebbero state solamente un gran via vai di persone. Però, quel fine settimana sarebbe rimasto da lui Ermal e lui era stato talmente stupido da non riuscire a organizzare le varie giornate nel modo adeguato.

"Questa sera torno molto tardi e non è il caso che tu e tua sorella veniate con me, capito?". Aveva cercato di utilizzare quanta più dolcezza possibile, nella sua voce, perché non voleva indispettire il figlio né voleva fargli pensare di non essere abbastanza importante.

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