32. Si Ricomincia

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- Ragazzi miei, è un piacere riavervi tutti qui, per un altro entusiasmante anno ad Hogwarts. -

Pronunciò Silente, guardando i suoi studenti riuniti nella Sala Grande. Tuttavia, sembrava un po' scosso, e soprattutto il gruppetto di amici Grifondoro che conosciamo bene, non poterono fare a meno di pensare che stesse per succedere qualcosa.

- Ci saranno molte novità per ognuno di voi, ma la più grande verrà rivelata tra pochi giorni. Per il momento, godetevi la cena, e da domani, l'inizio delle lezioni. Buon appetito! -

Il preside arretrò con un piccolo sorriso, per andare a sedersi di nuovo al suo tavolo.

- Avete notato la sua espressione? Sembrava avesse appena visto un fantasma. -, disse Harry sistemandosi gli occhiali sul naso.

- Come se fosse una cosa strana: si sa che a Hogwarts si aggirano i fantasmi! Basta voltarsi, e puoi vedere Nick-Quasi-Senza-Testa parlare con qualche studente del primo anno. -, constatò Ginny, e proprio in quel momento Nick apparve da un vassoio di patate al forno.

- Visto? -, disse la rossa con una risata.

- Sì, ma hai capito quello che intendo. Non sembrava affatto felice. Dobbiamo preoccuparci, secondo voi? -

Hermione si voltò a guardare in direzione del tavolo dei professori: Silente si stava massaggiando le tempie, mentre cercava di sorridere alla professoressa McGranitt che gli stava parlando gesticolando con le mani.

- Dovremo aspettare, e vedere. Io inganno il tempo con un secondo giro di ali di pollo e spinaci. -, disse Ron alzando la forchetta trionfante.

***

- Lavanda. -

Le persone attorno a lei continuarono a camminare, mentre il suo cuore si fermava all'improvviso. Si voltò lentamente, ma non riuscì a guardarlo in faccia.

- Ciao, Oliver. -, si limitò a dire.

Oliver Orwald si grattò la testa nervosamente.

- Mi stavo chiedendo se un giorno, o l'altro, potessimo parlare. Sai... di quello che è
successo. -

Lavanda alzò gli occhi per qualche secondo, per poi tornare a guardare il pavimento.

- Non so se voglio parlare con te. -, disse lei, con tono triste e arrabbiato.

- E lo capisco. Se un giorno però vorrai concedermelo, vorrei davvero risolvere le cose. Sai come trovarmi. -

Oliver la salutò con un sorriso, e se ne andò.
Lavanda pensò che sembrava davvero dispiaciuto. In ogni caso, si sentiva ancora molto ferita, e che non sarebbe stato facile, qualunque cosa sarebbe successa.

***

Si sedettero sul divano della sala comune dei Grifondoro. Durante la cena, Hermione aveva detto a Fred che doveva dirgli una cosa importante, così eccoli lì.

- Allora? Ti sei messa nei guai rubando libri dalla biblioteca? -, scherzò il rosso, guardandola ironicamente.

- Smettila di fare lo scemo, e ascoltami. Ti ricordi l'ultimo giorno di scuola dell'anno scorso, quando sono quasi caduta rovinosamente a terra? -

- Certo. -, affermò lui, già sapendo dove voleva andare a parare.

- E ti ricordi chi ha evitato eroicamente la mia figuraccia? Si chiama Justin Lewis. -, disse Hermione, bloccandosi di colpo.

- Sì, mi ricordo. Quindi? -

Il sorriso di Fred era completamente sparito dal suo volto. Stava aspettando il momento in cui gli avrebbe dato il colpo di grazia.

- Quest'estate, ci siamo incontrati per caso in quella libreria a Londra che mi piace tanto, sai, Foyles. Eravamo molto sorpresi, e non sapevamo esattamente cosa dirci, ma poi lo hanno fatto i libri al nostro posto: lui stava sfogliando Via dalla Pazza Folla di Thomas Hardy e io Ragione e Sentimento di Jane Austen. Ci siamo messi a discutere di ciò che amavamo dello stile dei due autori, e di quanto ci avesse colpito la prosa. Le due storie sono molto diverse, ma entrambe parlano di un amore che sembrava impossibile da provare. -

Mentre ne parlava, non la smetteva di gesticolare con le mani, di sorridere come se fosse la ragazza più cotta della scuola, e con gli occhi che brillavano ad ogni parola.

Lo stomaco di Fred si contorse dalla gelosia.

- E alla fine, ci siamo visti ogni singolo giorno finché non sono partita per Bibury con le ragazze. Adesso siamo, be', siamo... stiamo insieme, ecco. -

Il silenzio divenne piuttosto pesante, dopo quelle fatidiche parole. Fred annuiva rimuginando su ciò che doveva dire.

Hermione si torceva le mani in attesa.

- Bene, sono felice per te. Per entrambi. Ora, se vuoi scusarmi... -, disse lui, alzandosi per andarsene più velocemente possibile da lì.

- Ehi, va tutto bene? Cioè, tra noi? So che dopo il nostro, ehm, tête-à-tête ci siamo... -, cominciò la riccia per essere interrotta subitamente.

- Abbiamo detto che andava tutto bene, ed è così. Sono solo stanco, e voglio andare a dormire. Ci vediamo domani. Buonanotte, Granger. -

Fred salì le scale che lo avrebbero condotto al suo dormitorio.

Hermione, invece, rimase lì immobile, pensando e ripensando al tono carico di delusione con cui aveva pronunciato il suo cognome.

Fred & HermioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora