1. Notizie dal Reich

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Dicembre 1935

Eileen era seduta a terra sul morbido tappeto, il fuoco scoppiettava vivacemente nel grosso camino in pietra scolpita. La piccola streghetta guardava le fiamme alzarsi di quasi mezzo metro da terra, divertendosi a riconoscere le figure di animali magici tra le lingue infuocate.

A volte si immaginava qualche bestia da riconoscere e per magia, questa, si formava come uno spirito evanescente, scalciando e ruggendo. Le piaceva giocare lì davanti; c'era caldo e tutto quello che le serviva era alla sua portata, dai ceppi da ardere ai giochi in legno.

Arthur, il bel pastore scozzese, era appallottolato proprio dietro la sua schiena, pronto ad accogliere la piccola testa della streghetta per farle da morbido cuscino.

Fuori dall'ampia vetrata verde, si potevano intravedere grossi fiocchi di neve danzare nel vuoto, seguendo la direzione del vento.

Il cielo era velato di un particolare riflesso perlaceo, quasi surreale, difficile anche solo da immaginare.

Eileen riconobbe tra le fiamme una nuova creatura; una grossa alce con la bocca enorme, talmente grande che ci poteva entrare un bambino intero. Febbricitante e orgogliosa della nuova, sorprendente scoperta, si sporse un poco all'indietro per chiamare sua madre e condividere l'esperienza con lei.

Isolde era una donna di una bellezza disarmante, dritta e fiera, la mascella delicata e ben delineata e il naso alla francese. Il suo corpo, slanciato, seguiva forme al limite della perfezione. Le sue labbra erano come due petali di rosa, vellutate e carnose, scrigno di eleganti parole, dolci pensieri e astute congetture.

Eileen voleva essere come lei; intelligente, colta e forte. La piccola strega amava fiondarsi nell'armadio della madre ed accarezzare tutti i bei abiti che la facevano sentire la strega più astuta del mondo. La guardò ancora un poco, esitando per poterla ammirare un momento di più: fasciata in un rigoroso abito nero con le spalle a sbuffo, molto di moda tra le streghe in quegli anni, i lunghi capelli corvini raccolti in un ordinato chignon. Poco sotto l'alta scollatura, pendeva una collana con una grossa pietra verde scintillante, seguita da tante piccole perle nere.

-Mamma!- la richiamò alzando la voce.

-Dimmi, Eileen- la strega alzò lo sguardo verso di lei.

-Ho scoperto un nuovo animale magico!

Eileen vide sua madre dischiudere appena le labbra per risponderle, ma un bizzarro rumore oltre il portone d'ingresso in mogano attirò la sua attenzione.

Isolde aspettava avidamente da giorni quel rumore, osservando il portone ogni mattina e ogni sera, nella speranza che lui lo varcasse.

Anche Eileen fremeva dall'entusiasmo; erano passati parecchi giorni dall'ultima volta che lo aveva visto. Le mancavano i suoi giochi, le sue fiabe e il suo abbraccio sicuro che la rincuorava da ogni paura.

Pop

Il portone si aprì e un'uomo incappucciato sotto un ampio mantello nero sostò poco prima del tappeto, per non sporcare a terra con la neve ancora sugli abiti.

Era bello. Bello da morire; gli occhi scuri, le labbra sottili e il viso pulito minuziosamente. I neri capelli erano raccolti da un nastro verde petrolio in una corta coda che ricadeva morbida sulle spalle larghe. Indossava pesanti abiti neri foderati in verde pino, il frac della giacca gli donava quel senso di austerità che gli spettava di diritto, degna di uno dei membri della famiglia purosangue più antica del Regno Unito.

Per Eileen era il suo re, il suo principe, la sua gioia, il suo papà.

Per Isolde era il suo tesoro. Il suo amore eterno. Il padre della sua meravigliosa bambina.

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