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È, finalmente arrivata la sera della partita. Sono in ansia, lo ammetto. Questo match è diverso, sento che sarà diverso.

Non è come quando andavo con Josh a vedere la nostra scuola giocare. Non vado lì solo per uscire col mio ragazzo. No.

Questa volta vado lì, unicamente, per sostenere la persona a cui tengo più di tutti in assoluto.

Ho il suo ciondolo stretto tra le mani e prima di raggiungere scuola, prendo una semplice collanina d'argento dal cassetto della scrivania e lo faccio scivolare, in modo da poterlo indossare al collo. Mi soffermo a guardarmi allo specchio, con il suo portafortuna che brilla, e sorrido.

Sarò il suo portafortuna!

Ho deciso di indossare la felpa col cappuccio della scuola, che mi terrà sicuramente al caldo questa sera di fine Marzo, con un semplice jeans e delle sneakers bianche. Prima di scendere giù, afferro la mia tracolla e il mio fedele giacchetto e corro di sotto. Manca ancora un'ora alla partita, ma voglio trovare un bel posto sugli spalti per poter osservare il mio giocatore preferito.

«Fai l'in bocca al lupo a Noah anche da parte mia, per stasera.» Mi ricorda papà, prima di andare via.
«Certo. Ci sentiamo più tardi. Non so se resto fuori a cena con Oliver e Clare.» Lo avviso, per poi afferrare le chiavi dell'auto e uscire fuori.

Quando arrivo il cortile è già mezzo pieno. Devo fare più giri per trovare un posteggio che sia libero.

Quando finalmente lo trovo, mentre scendo dall'auto, telefono Clare per avvisarla che sono appena arrivata: «Ehi, tesoro. Ho appena parcheggiato, voi dove siete?» Le chiedo, mentre con il telefono poggiato tra l'orecchio e la spalla, mi sbrigo a chiudere l'auto.
«Tesoro, noi stiamo per arrivare. Ci troviamo direttamente al campo, sugli spalti. Tienici due posti.» Mi comunica dall'altro capo prima di chiudere.

Mi avvio verso il campo. Non c'è ancora molta gente seduta sugli spalti, così posso iniziare la mia ricerca al posto migliore.

Sto per superare il cancello che divide il campo da football dagli spalti, quando mi sento afferrare da dietro.

«Sei arrivata, finalmente.» Mi trovo tra le braccia di Noah. Ha addosso la divisa della squadra e il casco stretto in una mano.
«Non dovresti essere nello spogliatoio?» Gli chiedo, posando una mano sul suo braccio per reggermi.
«Sì, dovrei... ma, ti stavo aspettando.»

Sento le farfalle svolazzare come impazzite nello stomaco e sorrido come una scema. «Sarei potuta arrivare poco prima dell'inizio della partita.»
«Sapevo non l'avresti fatto, non è da te.»

I suoi occhi finiscono sul mio collo e vedo il suo sorriso ampliarsi ancora più di prima. «Ti sta molto bene.» Sfiora con l'indice il suo ciondolo portafortuna, facendo scontrare il metallo freddo con la mia pelle. Il contatto mi provoca un leggero solletico e mi viene da ridacchiare.

Ringrazio che faccia ancora abbastanza freddo e che il rossore sulle mie guance può essere scambiato per quello e non perché, invece, sono semplicemente ancora tra le sue braccia.

«Spero non sia un problema per te averlo messo così, in vista, diciamo.» Alzo le spalle imbarazzata e lui scuote il capo.
«In realtà speravo proprio che lo facessi.» Si abbassa appena sul mio viso, le mie labbra si dischiudono per la sorpresa. Si avvicina al mio orecchio e: «L'idea che lo abbia tu mi piace da impazzire.»

Anche tu mi piaci.

Sento dietro di noi qualcuno chiamarlo. Si allontana e fa una smorfia col viso che mi fa ridere.
«Devo andare.» Mi informa, continuando a mantenere la presa sui miei fianchi.
«Io sarò sugli spalti a fare il tifo per te.»

I want You || Noah CentineoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora