The bad boy's love

•Capitolo 23•

—"Sweet but Psycho", Ava Max.

Seconda parte.

All'improvviso Dakota si alzò dalla sedia, spaventando sia me che Drew. Sembrava molto agitata, quasi preoccupata, mentre ci passava accanto a passo veloce. Si guardò rapidamente intorno. Corse al letto e afferrò il cuscino, tirandolo via. Questo cadde sul pavimento, rivelando un astuccio rosa. Trovai insolito che lo tenesse sotto il cuscino. Lo prese tra le mani, poi tornò alla scrivania e si sedette.

"Cosa succede?" Domandai in un mormorio sommesso, avvicinandomi a lei.

"Non ne ho idea."Andrew sembrava sconvolto quanto me, mentre si appoggiava con le mani sulla scrivania studiando le azioni della sorella.

"Incredibile."Commentò Tyler, perplesso."Non era mai stato scritto prima d'ora nella sua cartella clinica un comportamento di questo tipo."

Si fece spazio tra me e Dakota, mentre lei tirava fuori il pennarello nero e quello rosso. Stava per scrivere sulla scrivania, quando l'infermiere si affrettò a strappare un foglio dal suo bloc notes, lasciandoglielo davanti.

Dakota, molto agitata, non scrisse niente. Si mise a disegnare.

Io e Andrew ci lanciammo un'occhiata assolutamente scioccata. Tyler stava scrivendo tutto in quella che immaginai fosse la cartella clinica di Dakota.

Mi accigliai quando il suo disegno prese forma. Una maglietta rossa era al centro del foglio. Successivamente aggiunse una grande X, scarabocchiata sopra quel disegno. Lo ripiegò in tante parti e mi prese la mano. Mi rivolse un'occhiata di avvertimento mentre me lo lasciava in mano. Uno sguardo che mi fece trasalire. Cosa significava? Me la chiuse, poi si mise a strillare. Tanto forte che un uccellino prese il volo fuori dalla finestra.

"Dakota..."Sussurrai, spaventata. Lei continuò a gridare, tappandosi le orecchie. Gli occhi chiusi con forza.

Mi si spezzò il cuore per lei. Cosa le prendeva?

"Dakota, calmati." Andrew mi portò bruscamente alle sue spalle."Esci, Kimberly!" Ordinò in un tono che non ammetteva repliche.

Tyler lasciò tutto sulla scrivania e affiancò Andrew."Devo prenderle dei tranquillizzanti, chiamo il medico."

"Cosa..."

Andrew mi rifilò una rapida occhiata tagliente."Aspettami fuori, ho detto." Ripetè più duramente."Esci, Kimberly."

"Posso aiutarti." Insistetti, mentre Tyler usciva di corsa dalla stanza. Affiancai Andrew, prima che potesse controbattere, mentre Dakota continuava a gridare ininterrottamente e lui cercava di parlarle e farla smettere scuotendola piano. Feci l'ultima cosa che una persona sana di mente avrebbe fatto in una situazione del genere.
Mi avvicinai a lei e la abbracciai. La strinsi forte tra le braccia, come si faceva con i bambini quando piangevano o quando si svegliavano nel bel mezzo della notte dopo avere fatto un brutto sogno.

Lei continuò a gridare per un po', mentre Andrew in sottofondo mi chiedeva cosa diavolo stessi cercando di fare. Con la coda dell'occhio vidi che stava per avvicinarsi e poi bloccarsi all'improvviso, l'espressione esterrefatta dipinta sul suo viso quando Dakota smise di gridare, scoppiando in un lungo pianto. Un pianto liberatorio. Come qualcuno che non piangeva da tempo. Allontanò lentamente le mani dalle orecchie. Le sue braccia mi circondarono la vita. Si mise a singhiozzare sulla mia spalla e il petto mi si strinse forte in una morsa. Immaginai cosa potesse avere passato, cosa stesse passando
tutt'ora e a come potesse sentirsi. Per un momento mi ritrovai a condividere il suo dolore e la sua sofferenza.

Mi misi ad accarezzarle i capelli, chiudendo gli occhi."Shh, andrà tutto bene."Le sussurrai, mentre calde lacrime mi si versavano sul viso."Vedrai."

Mentre lo dicevo, il mio sguardo cadde sul foglietto che mi aveva lasciato in mano poco prima. Facendo del mio meglio per non spostarmi, mi asciugai in fretta le lacrime. E quando i miei occhi incontrarono quelli di Andrew, a pochi passi da noi, un gran calore si formò al centro del mio petto. Drew aveva gli occhi lucidi e se ne stava fermo a fissarci con aria stravolta a pochi passi da noi.