Capitolo 1

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Ore dopo arrivammo a casa sua e mi diede la stanza degli ospiti.
«Vuoi mangiare qualcosa?» chiese appoggiato allo stipite della porta mentre mi osservava sistemare la mia roba.
«No, grazie, sono a posto.»
«Domani te la senti di andare a scuola?»
«Ci saranno?» annuì in risposta, mentre un sorriso spontaneo gli nasceva sulle labbra.
«Andrò.»

Non dormii e alle prime luci dell'alba riaprii la busta, come scritto c'era la foto di un ragazzo e dietro delle scritte: il mio nome, il suo e il nostro cognome.
Nella foto era raffigurato un giovane uomo dai capelli scuri come l'accenno di barba, anche i suoi occhi erano scuri, il suo sguardo duro e severo, penetrante.
Girai la foto e lessi.
Victoria e Derek Hale

Avete presente quando nei film la ragazza nuova entra a scuola e tutti la fissano, ma lei troppo timida fa qualcosa di stupido?
Ecco... non è andata proprio così.
Zio Alan mi ha accompagnata a scuola e una volta entrata tutti hanno iniziato a fissarmi come se non avessero mai visto nessuno entrare dalla porta della scuola ed io ho reagito di conseguenza.
«Avete ancora molto da fissare? Perché vi lascio una mia foto.» tutti si mossero come risvegliati da uno stato di trans e ripresero a fare ciò che facevano in precedenza.
Dopo aver trovato la presidenza, bussai alla porta ed aspettai che il o la preside mi invitasse ad entrare, ma nessuno rispose così entrai, ma era vuoto.
La campanella suonò e le lezioni iniziarono. I corridoi erano vuoti e dopo aver vagato senza una meta per almeno dieci minuti bussai alla porta di una classe.
«Buongiorno, cercavo il preside o la preside, ma la presidenza è vuota e non esiste una segreteria in questa scuola perciò io non so dove registrarmi.» spiegai dopo essere entrata. Un uomo non molto alto e riccioluto con indosso una tuta scolorita e al collo un fischietto, mi guardava con un'espressione che diceva chiaramente "cosa dovrebbe fregarmene a me?" Tornò a parlare con gli studenti e chiese se avevano letto "Orgoglio e Pregiudizio", libro che aveva assegnato (non credo affatto per suo volere) agli studenti, chi era l'autore e di cosa parlava; voleva un riassunto dettagliato e non il racconto del film.
Nessuno studente rispose. Io ero ancora sulla porta, ignorata da tutti, professore per primo.
«Orgoglio e Pregiudizio è uno dei più celebri romanzi della scrittrice inglese Jane Austen, pubblicato il 28 gennaio 1813. Il libro parla delle vicende della famiglia Bennet, composta dai coniugi Bennet e dalle cinque figlie: Jane, Elizabeth, Mary Catherine detta Kitty e Lydia. L'unico obiettivo della signora Bennet è trovare marito per ognuna delle figlie facendo ereditare la loro tenuta di Longbourn nell'Hertfordshire alla famiglia data la mancanza di figli maschi, altrimenti passerà al cugino, il signor Collins. Il romanzo è, però, incentrato sulle figlie maggiori, Jane ed Elizabeth, a cui il padre, uomo intelligente, sarcastico ed imprevedibile, a differenza della moglie, donna molto frivola, è più affezionato. [...]
La prossima volta che deve leggere libri per fare colpo su qualcuno eviti di dare il compito a degli studenti che non leggerebbero nemmeno i libri che trattano di argomenti a cui sono interessati, piuttosto -se non vuole proprio leggere il libro- faccia ricerche su internet, ma eviti il film.
Si vede chiaramente che questo non è un libro che lei darebbe da leggere.
Grazie per l'aiuto che mi ha fornito e buon proseguimento della lezione.» esco chiudendomi la porta alle spalle soddisfatta e alla ricerca di un professore o una professoressa più disposti ad aiutarmi.
Busso ad un'altra porta e ripeto il mio problema alla professoressa che mi si presenta davanti: una donna dai capelli rossi e i modi gentili, con un bell'abito addosso abbinato ai tacchi.
«Ti dispiacere assistere alla lezione? Appena finisce ti aiuto, va bene?» chiede gentilmente.
«Certo, la ringrazio.» sorrido entrando e chiudendo la porta alle mie spalle.
«Accomodati a fianco ad Isaac, il ragazzo in terza fila.» annuisco e dopo essermi seduta seguo la lezione di biologia.
La lezione finisce e noto che Isaac non ha preso molti appunti e quelli che ha preso sono confusi o sbagliati. Lascio perdere e seguo la professoressa fuori dall'aula.
«Sono la signora Martin, sono la consulente scolastica anche se a volte sostituisco i professori assenti.» spiega mentre mi conduce ad un ufficio.
«Buongiorno, io sono...» mi blocco in un attimo di esitazione «sono Victoria Hale, mi sono appena trasferita qui e abito col mio tutore legale Alan Deaton. Non so se occorrono altre informazioni.» spiego una volta seduta davanti ad una scrivania.
«Tranquilla, avevo già parlato con Deaton, mi ha spiegato lui tutto. Ti verrà fornito l'orario delle lezioni e se ne avrai bisogno ti darò una mano ad entrare nella squadra. Qui non abbiamo né softball né baseball, ma il lacrosse.» spiega e viene interrotta da qualcuno che bussa alla porta, sorride e dopo averla indicata ricomincia a parlare.
«C'è qualcuno che vorrebbe rivederti.» mi alzo senza capire, raccolgo la mia borsa ed esco.
Fuori ad aspettarmi ci sono i miei due amici... anche se zio Alan me l'aveva assicurato non ci credevo davvero.
«Lilian?!» dicono insieme quasi urlando.
«Beh, in realtà il mio vero nome è Victoria, ma sì, sono io.» mi si inumidiscono gli occhi.
«No, no, no, non puoi distruggere questa certezza, tu non puoi piangere, okay? Non distruggermi questa certezza.» dice Stiles abbracciandomi.
«Mi siete mancati tantissimo ragazzi!» dico abbracciando anche Scott.
«Victoria? Quindi avevi ragione, su tutto.» sorride Stiles.
«Quando mai mi sono sbagliata?»
«Beh, mai, signorina?» chiede Scott ridendo.
«Signorina Hale, Victoria Hale, ho anche un fratello! Ho solo la sua foto e il suo nome, ma ho un fratello, non è fantastico?» sorrido, ma il loro sorriso si spegne un po' dopo che essersi lanciati una strana occhiata.
«Eddai, non sarete gelosi? Voi rimarrete comunque i miei fratelli, abbiamo fatto un patto di sangue.» dico cercando di sorridere anche se le loro espressioni non sono molto incoraggianti.
«Hai la foto di tuo fratello qui?» chiede Stiles. Annuisco.
«La possiamo vedere?» continua. Annuisco di nuovo mentre la cerco e tiro fuori dalla borsa.
«Eccola, perché? Lo conoscete? Quando potrò incontrarlo?»
«Sì, lo conosciamo e non preoccuparti è tutto okay, solo che Derek non sta molto bene al momento.» Scott non è mai stato bravo a mentire, anche se è migliorato notevolmente.
«Scott» cantileno «Sai bene che non sei mai stato bravo a mentire. Cos'ha davvero mio fratello?» mi faccio seria.
«Nulla, tranquilla, solo influenza, tranquilla.» mi rassicura Stiles.
«Lui è in città?»
«Non la definirei città...» Stiles diventa nervoso e si porta la mano dietro la testa.
«Stiles»
«Sì» sospira Scott.
«Voglio vederlo, questo pomeriggio. Sono diciassette anni che aspetto questo momento.»

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