Prologo.

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Anna è scappata lontano, è fuggita via. Il suo non è stato un istinto di ribellione, una fuga d'amore, una corrente nel mare dei suoi vent'anni, no. Anna ha sofferto.
È stata tradita.
Dal ragazzo che amava molto di più di quanto amasse sè stessa. Per Anna era Lui la priorità. Il primo pensiero, la prima volta, il primo amore. Anna aveva camminato per un anno in un deserto arido. Anna stava morendo di fame e di stenti, Anna si nutriva di rancore e si dissetava di lacrime, dando a lui e non a sé stessa, col cuore che batteva per due. Anna amava un uomo avido.
Anna aveva mollato la presa, stremata. Era scivolata a terra. Si era immaginata che l'altro l'avrebbe seguita, che sarebbe rimasto qualche istante steso al suo fianco e che si sarebbero rialzati, uniti. Non fu cosí. Anna era rimasta sola. Forse nemmeno era caduta per la stanchezza, no! Era stata spinta da un soffio di vento nuovo, rimpiazzata all'istante, come un pensiero sostituisce un altro, come una pagina di un settimanale viene voltata distrattamente nella sala d'attesa di un gelido studio medico. Anna non era piú il giro della morte sulla montagna russa, Anna era l'attrazione smantellata. Era la disdetta un giorno prima dello scadere della demo. Era, e un secondo dopo non era piú.
Anna era tanto bella quanto fragile, un piccolo vaso di vetro pieno di graziose margherite. L'avevano urtata in continuazione, i fiori erano piano piano appassiti e i cocci stavano insieme a fatica.
Anna era stata tradita.
Dalle amiche, che con tanti piccoli colpi erano riuscite a buttarla a terra senza che lei nemmeno se ne accorgesse, senza che facesse rumore. Non avevano raccolto i pezzi, ma li avevano usati per ferirla più e piú volte. Ridevano, Anna sanguinava. Anna rideva, andava tutto bene.
Anna era come un monumento tra i vandali, una poesia in cinese tra le mani di un'anziana signora che non ha mai imparato a leggere.

Ale sa dov'è Anna. L'ha vista vagare a zonzo per una città nella quale non aveva alcun ricordo d'infanzia. In mano solo un biglietto del treno stampato per miracolo, la carta appena sporca d'inchiostro, che nessuno ha voglia di cambiare. Lo zainetto nero da montagna con a fianco l'ombrello perché si sa, anche quando sono settimane che c'è il sole, neanche te ne accorgi e torna il diluvio.  Ale si è avvicinata a lei, ha dovuto farsi notare, urlare. Le ha teso la mano. Anna è sempre stata diffidente con gli sconosciuti, ma a farle male sono stati sempre visi noti. Ale ha preso Anna, l'ha portata al sicuro. Forse.

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Duuunque, premetto che non era tra le mie idee scrivere delle note in fondo ma mi rendo conto che a volte servono. Come avrete notato è un prologo abbastanza metaforico (Spero che le iterazioni martellanti non vi abbiano annoiat* ahah )
Se volete, potete leggere solo questo.
Se proseguirete con la lettura vi racconteró una storia, un viaggio di formazione e trasformazione.
Detto ció, spero che vi piaccia come e cosa scrivo e spero di leggere tanti commenti, belli o brutti che siano.
Vi voglio bene.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Feb 05, 2019 ⏰

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