Chapter 3

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Passiamo un po' di tempo abbracciate. Spero che possa percepire tutta la compassione che le sto cercando di dare in questo momento. Quanto vorrei che in questo momento fosse serena e felice, ma non è così. Oggi è il giorno della Sfilata. Nessuno è mai tranquillo. Non voglio davvero che qualcuno faccia del male a Joy. Ma sono sicura che questo non succederà. Non oggi.

Dopo quelle che sembrano ore, finalmente dice qualcosa che non si avvicina ad un singhiozzo.

"Quando suonerà la campana?" la sento a malapena.

Non ne ho davvero idea. Spero solo che sia il più tardi possibile. Già quando mi sono svegliata, non avevo voglia di fare niente. Figuriamoci ora, che sono a conoscenza del fatto che più tardi dovrò partecipare a quella dannato Sfilata.

"Non lo so." rispondo sincera.

Annuisce leggermente. Dire che è pallida in questo momento, sarebbe un eufemismo. Non dovrebbe essere così spaventata al riguardo. Piuttosto dovrebbe preoccuparsi di più di come uscire da questo dormitorio senza essere scoperta. Sarebbero dei seri guai se qualcuno la vedesse. Non dovrebbe seriamente stare qui.

Di solito se ne va immediatamente dopo essersi svegliata. Ritorna nella sua stanza, cercando di non essere notata da nessuno.

Ho sempre molta paura che venga scoperta, ma sembra avere molta fortuna ogni volta e lei dice che sa quali sono le strade da fare per non essere scoperta. E io mi fido di lei.

Abbasso lo sguardo e vedo la sua collanina d'oro appesa al collo. La indossa sempre. In ogni istante. Non so quale sia il significato, ma lei dice che quel ciondolo è davvero importante per lei. 

"Cosa stavi scrivendo prima, sul diario?" mi sorprende la sua domanda. Non pensavo che se ne sarebbe ricordata. D'altronde non sembrava neanche averci fatto caso. Sembrava ancora troppo frastornata dal sonno.

"Nulla di importante, onestamente. Non so neanche perché mi ostini a continuare a scriverlo. Di sicuro non funziona a farmi sentire meglio" le spiego.

Ed è così. Scrivere su quel diario non mi farà diventare meno pazza. Non mi sveglierò un giorno scoprendo di essere sana di mente. Potrei dire il contrario, invece. Mi sta facendo sentire solo peggio. Da oeri sento costante un dolore al petto ai ricordi che ho vissuto. Seriamente, quegli strizzacervelli sono sicuri che mi farà sentire meglio? Non credo.

Ma se funzionasse per davvero? Intendo dire, se questo malessere passerà pian piano e tra qualche mese, anno forse, riuscirò a guardare indietro senza alcun rimpianto? Sarò capace di pensare al modo in cui mi é stato portato via tutto ciò a cui tenevo, senza dolore?

Decido di smettere di rifletterci troppo e scelgo di continuare a scrivere. Mi avvicino al cuscino bianco. Tutto in questa stanza é di questo colore. Il letto, le coperte, il pavimento, le pareti, la porta. Tutto é assolutamente troppo bianco.

A volte mi viene voglia di sporcare tutto. Solo per rendere il tutto un po' meno monotono.

Sollevo il guanciale e prendo il diario.

Il verde della copertina risalta immediatamente tra le lenzuola. Lo afferro saldamente e lo rigiro tra le mani. 

"Mi farà sentire bene. Mi farà sentire bene." continuo a ripetermi a mente, sperando che sia veramente così.

"Che stai facendo?" ridacchia Joy studiando ogni mio movimento. Devo essere sembrata abbastanza strana da guardare, in effetti. Una tizia che si muove e rimane minuti immobile, per riflettere su quanto faccia schifo la propria vita.

Mugolo in risposta. Non so neanche io che stavo facendo. E' da quattro anni che non so più cosa io faccia.

A volte è così facile parlare con lei. Non che io stessi sostenendo una vera conversazione con lei, in questo momento, ma riesco davvero ad essere me stessa senza neanche sforzarmi. Ringrazio Dio per avermela fatta conoscere.

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