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Non appena Eddie Brock Junior mise piede nel suo appartamento, gettò in modo brusco le chiavi e il giacchetto a terra, per poi sdraiarsi goffamente sul letto singolo.

Avvertì una leggera pressione al di sotto della felpa grigia, da cui spuntò subito dopo il lungo collo nero del Simbionte. Esso spalancò gli occhioni bianchi e fece un largo sorriso. «È andata male, Eddie.» affermò con voce profonda e roca.

Eddie annuì. «Non mi hanno accettato neanche stavolta.» rispose il castano, ripensando al colloquio di lavoro avuto qualche ora prima. «Mi hanno detto "ti faremo sapere" per troppo tempo e, infatti, non mi hanno preso, alla fine.»
Ad Eddie tornarono in mente i migliaia di colloqui fatti per trovare un lavoro, all'affitto da pagare ormai in scadenza e al suo portafogli vuoto.

Venom fece uno smacco. «Andiamo a distrarci un po', Eddie. C'è tanta criminalità a quest'ora, nei paraggi. Andiamo a tagliare la testa a qualcuno.»
Eddie fece per scostare il Simbionte dalla propria pancia al di sotto della felpa grigia, ma Venom non ne volle sapere di mollarlo.
«La tua pancia è calda e comoda, Eddie!» si lamentò Venom.

«Tu sei fastidioso.» borbottò l'altro. «Sono distrutto e non sono emotivamente attivo. Non riuscirei ad uscire di nuovo.»
Venom strisciò sotto al letto, ricompattandosi, e si tramutò in un essere con braccia e gambe color catrame. Gli occhi bianchi brillavano e il suo largo sorriso non accennava a svanire. «Ma io mi annoio, Eddie.»

Il giovane Brock lo ignorò e si voltò dall'altra parte. «Voglio dormire.»
Venom guardò il frigo, sentendosi improvvisamente affamato. Che fosse fame per noia o nervosa, il Simbionte non se ne voleva stare con le "mani in mano" -o coi tentacoli nel tentacolo.

Venom si passò la lingua sui dentoni bianchi e si smaterializzò, insinuandosi nuovamente sotto la felpa di Eddie, che in risposta sgranò gli occhi. «C-che cavolo fai? Ti ho detto che voglio dormire!»

Venom si attaccò saldamente alla sua cassa toracica, facendo uscire solo la testa da sotto la felpa. «Sono annoiato, Eddie. Se non vuoi contribuire ad alleviare la mia noia, lo farò da solo.» grugnì.
Eddie deglutì a fatica non appena sentì la propria felpa sollevarsi lentamente. «M-ma che cazzo fai?»

Venom si chinò su di lui e sorrise malizioso. «Te l'ho detto: allevio la mia noia per conto mio.»
Così detto, il Simbionte allungò i propri tentacoli lungo tutto il corpo rigido di Edward, che iniziarono a solleticarlo e a stuzzicarlo nei punti più sensibili.

Il volto di Eddie si ricoprì di un forte rossore e il suo respiro si fece pesante. «N-n-non... provarci...» provò a dire, ma il Simbionte non accennò a smettere.
In risposta, se la rise e iniziò a muovere in senso circolare i capezzoli del castano. Dopodiché, passò un altro paio di tentacoli più fini sul volto dell'altro, massaggiandogli il viso.
«Come se non ti piacesse, Eddie.» mormorò Venom, avvicinandosi di più al viso rosso del suo "padrone" e passando i tentacoli tra capelli.

Eddie cercò di non reagire, portando avanti le mani e toccando il volto nero come il catrame del Simbionte. Quest'ultimo ridacchiò. «Fa una mossa falsa e ti faccio gridare.»

Il castano sgranò di più i suoi occhi verdi, quando i tentacoli del Simbionte sfiorarono la sua intimità al di sotto degli jeans. Si portò una mano alla bocca, per evitare di emettere versi indiscreti, e il Simbionte disse: «Se vuoi squittire come una scolaretta arrapata, sono tutt'orecchi.»

Dagli occhi di Edward iniziarono a scendere delle lacrime. Avvertì il corpo farsi più leggero e le lenzuola sotto di sé fluttuare. Cercò di stringere le proprie gambe, ma i neri tentacoli glielo impedirono.

Venom aprì la bocca lentamente e andò ad insinuare la sua lunga lingua rosea all'interno della bocca del castano, intento a resistere dall'avere un'erezione. Quel "bacio" non lo aiutò a mantenere il controllo e, al di sotto dei suoi boxer, il suo glande iniziò a pulsare.

Venom fece un verso di stupore. Rimosse la lingua dalla bocca di Eddie e disse: «Sono commosso.»
«F-fottiti.» ansimò l'altro.
«Mi sto già fottendo te, idiota.» rise divertito il Simbionte.

Eddie cinse i fianchi verso l'alto, mentre il cuore gli batteva all'impazzata. Venom, restando incollato al corpo del castano, continuò incessantemente a muovere i tentacoli sul suo glande. Dopodiché, ne fece spuntare altri dal diametro più grande, per far voltare Eddie e posizionarlo a pancia sotto. Eddie ubbidì, senza smettere di gemere contro quel tocco freddo e molliccio.

Il Simbionte prese una forma umana, composta da braccia e gambe, i tentacoli neri che spuntavano dalla schiena. «Ora ti faccio provare qualcosa di nuovo, Eddie.»
Edd si portò il pugno alla bocca e lo morse con forza, non appena V gli tolse lentamente ogni strato di stoffa che indossava. Rimase praticamente a torso e gambe nude, cosa che lo fece imbarazzare come mai in vita sua.

«Sei tutto rosso, Eddie. Mi piaci.» borbottò V, avvicinandosi alla sua schiena e leccando prima il collo e poi le spalle.
Eddie deglutì a fatica, mentre l'eccitazione raggiunse livelli esorbitanti. Avvertì brividi lungo la schiena, mentre il suo pene ancor più duro di prima veniva masturbato con delicatezza dal suo Simbionte.

«Urla, se vuoi.» disse Venom.
«P-perché dovrei...?» Eddie non finì la domanda che V gli fece divaricare i glutei il più possibile per farsi spazio nella sua apertura. «Ah! N-no...» scosse il capo Edd.
Venom rise di gusto e iniziò a penetrarlo lentamente, per farlo abituare. «Non ti piace? Ne dubito.»

Il tentacolo di V che aveva preso posto tra i suoi glutei era piuttosto ampio di diametro, il che provocò una lieve fitta al castano, intento a trattenersi dall'avere un orgasmo.

«P-perché lo stai facendo?» domandò Eddie, voltando la testa, con le lacrime agli occhi.
Venom lo guardò imparziale, quasi come fosse deluso da quella sua domanda. Poi rispose: «Perché tu sei mio.»
Così detto, V lo penetrò completamente, facendogli rizzare i capelli in testa. Edd emise un forte gemito, misto a un lamento di dolore, mentre quella grossa protuberanza nera faceva dentro e fuori dal suo orifizio.

V colpì svariate volte il punto G del castano, tanto che neanche Edd riuscì più a controllare i propri gemiti e il battito del suo cuore. L'umano si morse il labbro inferiore e premette la bocca contro il cuscino bianco, ormai impregnato di sudore.

«S-sto...» biascicò, mentre V sgranò i bianchi occhi.
«Vieni per me, Eddie.»
Eddie Brock non resistette più e, dopo un'altra spinta più decisa all'interno del suo sedere, venne con un ultimo sonoro gemito.

Venom piazzò il proprio capo al di sotto dell'intimità di Eddie e spalancò la bocca, ingoiando tutto il seme che stava fuoriuscendo. Eddie si accasciò stremato sul lenzuolo, ancora a pancia sotto, e cercò di far tornare regolare il suo respiro.

Venom si tirò nuovamente su. «Non abbiamo sporcato niente. Ti ho risparmiato un'inutile lavatrice in più, Eddie.»
Edd non riuscì a rispondere. Il suo ossigeno intento era ancora scarso e il cuore martellava come un tamburo.

Nel vederlo così, V si stiracchiò sulla sua schiena, espandendosi lungo tutto il suo corpo, e, con le grosse braccia nere, lo avvolse in un abbraccio. «Ora non sono più annoiato.»

Il viso rosso e bagnato di Eddie si voltò verso di lui. «N-non credevo facessi cose simili.» ammise.
«Faccio tutto per te, Eddie.» ridacchiò Venom. «Dopotutto, sei mio.»
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Symbrock [You're love is venom]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora