14. Zero sospetti

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Hestia

Sono le 11.11. Io, puntuale come sempre, sto azzerando lo zucchero nel mio caffè delle macchinette, quando sopraggiunge qualcuno alto come il Kilimangiaro alle mie spalle.

"Ehi, Hestia."

Porca zozza.

Dalla paura, faccio scivolare il dito ed ecco che invece di azzerare lo zucchero mi parte il caffè dolcificato a livello normale, ovvero: diabete di tipo due.

Soffocando un'imprecazione, mi volto verso Tommy il meraviglioso D'Angelo e, non fraintendetemi, almeno sono felice che stavolta non mi abbia chiamato Ermes, però preferivo quando mi chiamava Hera perché significava che era innamorato di me. Ora si legge come un libro aperto che quella che ha davanti gli ispira solamente pena.

"Tom-" Soffoco. "Tommaso. Tommy. D'Angelo? Ciao. Comunque."

Ridacchia: "Ciao."

"Stai... ehm, stai cercando mia sorella, vero?"

Mi guardo ninja che si squartano ma ho paura di un grande putto preraffaellita di appena diciott'anni. Bene.

"No." Dice, frivolo, guardando con fare incuriosito il mio outfit odierno, composto da un maglione con le maniche strappate in vari punti, che lasciano intravedere una retina nera sotto di esse. Appurato che è brutto, scende con gli occhi sulla gonna di pelle, i collant neri tagliati sulle cosce, i calzettoni grigi e gli anfibi mezzi slacciati. Appurato che sono brutti pure quelli, torna sul mio viso e a quel punto preferisce semplicemente guardare la tazzina di caffè che si riempie.

Wow, come essere squadrata da un ragazzo e capire in due nanosecondi che non gli piaci minimamente. Però almeno mi ha guardata, dai. Solo una settimana fa non faceva nemmeno quello.

"Ero banalmente venuto a prendere un caffè, poi ho pensato che ne avrei preso uno anche per Hera."

"Uhm, vuoi questo?" Propongo, rimuovendo il bicchierino diabetico e passandoglielo. "Per sbaglio ci ho messo troppo zucchero e a me non piace."

"Grazie." Sorride, afferrando il bicchiere e sfiorando così le mie dita. Secondo lui non è mai accaduto prima, tant'è che un po' s'imbarazza; per me invece è ormai quasi un'abitudine, ma mi fa indifferentemente rabbrividire come ogni santa volta. Reazioni diametralmente opposte, nonostante siamo sempre gli stessi due. E questo mi conferma che Tommy è davvero, davvero stupido. Ma tanto stupido.

Poi, lo diventa ancora di più quando usa il bicchiere che gli ho dato per berselo. Io intendevo che lo portasse a Hera, invece il suo cervello ha recepito tutt'altro.

"Bleah." Commenta pure, quando ha finito di scolarselo. "Decisamente troppo zucchero anche per me. Di solito lo prendo senza. Comunque-" Prosegue infilando una monetina e tirando una cioccolata doppio latte con lo zucchero al massimo per Hera. "Non per scocciarti ma recentemente ho parlato con tua sorella e... sai, volevo fare qualcosa per stupirla. Per far sì che capisca le mie buone intenzioni e si fidi di me. Tu hai qualche suggerimento?"

Non parlarle mai più?

"Non saprei, uhm... Hera non apprezza troppo l'insistenza, sai, specialmente in questo periodo che..." Non so nemmeno cosa inventarmi. Se lo allontano da lei praticamente lo allontano da me, ma se non lo allontano quello stai sicuro che se la bacia di nuovo senza problemi. "Potresti semplicemente continuare ad essere te stesso, Tommy, senza gesti grandiosi. A lei piaci così." Garantisco sorridendogli con amarezza.

E quello che dico è vero, eh - lo so per esperienza personale.

Anche lui si rilassa: "Ok. Spero che vada tutto bene con lei."

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